BoCs Art Cosenza. La città del sole #3

di Valentina Tebala

L’intenzione di far dialogare in maniera viva e interdisciplinare le residenze BoCs Art con la città che le ospita, esplicitata sin da principio – e dal titolo stesso ‘La città del sole’ in riferimento al filosofo calabrese Tommaso Campanella – come tassello fondamentale della mission individuata dal nuovo direttore artistico e curatore, Giacinto Di Pietrantonio, si è concretizzata anche per l’ultimo ciclo appena concluso. Il 25 settembre sul Lungofiume Crati sono stati presentati al pubblico i lavori dei quattordici artisti (in residenza dal 13 settembre) selezionati per questa terza sessione con la co-curatela di Giovanni Viceconte: Rebecca Agnes, Giulio Alvigini, Karin Andersen, Gabriele Arruzzo, Sabrina D’Alessandro, Francesco Fusi, Cristina Gardumi, Dario Guccio, Luca Matti, Elisa Mossa, Marco Pio Mucci, Marco Pace, Gabriele Picco, Danilo Sciorilli. Fil rouge tra le pur molto differenti e variegate ricerche è una particolare attenzione al disegno e alla parola. Anche in questo senso, e non a caso, il focus privilegiato sul medium e linguaggio grafico si è allacciato a quanto contemporaneamente sul piano culturale avveniva in città con il Festival del Fumetto ‘Le Strade del Paesaggio’. Difatti ‘Arte e fumetto’ si è titolato il dibattito al Castello Svevo che ha coinvolto gli artisti in residenza ai BoCs durante il Festival, un incontro che ha raccolto più voci e modalità di intervento per descrivere e indagare l’intrigante rapporto, appunto, fra arte e fumetto.

Tra le opere prodotte dagli artisti nel periodo di residenza, le ispirazioni al mondo o agli impianti compositivi e linguistici specifici del fumetto sono effettivamente più esplicite e dichiarate nel lavoro di Luca Matti, Cosenza novel, nei disegni della serie Dove lo porto? di Dario Guccio o nel più pittorico Pensatore gioachimita di Gabriele Arruzzo. Il disegno ma nella sua forma animata è anche ciò da cui è partito Danilo Sciorilli per costruire la videoinstallazione (Not yet) Raging Bull – Toro non ancora scatenato che ci propone l’immagine reiterata di un pugile (ispirato chiaramente al personaggio interpretato da De Niro nel film di Scorsese) negli attimi prima della lotta sul ring e surreali titoli di coda, tutto in loop. Una riflessione filosofica aperta su più livelli e inflessioni autobiografiche, sull’infinitezza e la sacralità del tempo, in bilico tra la morte dei sensi e la vita. Alla cultura e al paesaggio calabrese si ispirano, invece, il disegno-scultura Consenso di Elisa Mossa o Le gemelle arbëreshë dipinte da Francesco Fusi. Karin Andersen, elaborando ad hoc le sue commistioni zoo-antropomorfe ha realizzato l’installazione Licantropia Consentia composta da una serie di maschere-sculture e fotografie; mentre Rebecca Agnes con la tecnica del ricamo su stoffa ha presentato Quando i dinosauri non avevano le piume, parte di un diario illustrato dei giorni passati in residenza dal titolo Diario cosentino. Su una stessa linea rivolta ad una combinazione di segni come da un bestiario fantastico ma popolare perché abbarbicato al territorio, l’antropomorfismo ancora donna/animale dell’installazione di disegni e suoni di Cristina Gardumi, De rerum natura. Maggiormente concettuali e performativi i lavori di Marco Pace, Andromeda, Giulio Alvigini, Quando devi realizzare un’opera per BoCs Art, Gabriele Picco con la scultorea Lingotti Fileja e Sabrina D’Alessandro con IXV Censimento Peculiare.

Dall’alto:

KARIN ANDERSEN, Licantropia Consentia, 2018 – BoCs Art Cosenza

DANILO SCIORILLI, (Not yet) Raging Bull – Toro non ancora scatenato, 2018 – BoCs Art Cosenza

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