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NATURA + UOMO = PAESAGGIO

Gianluca Quaglia

– Davide Silvioli

Davide Silvioli/ Quali sono gli aspetti centrali della tua ricerca?

Gianluca Quaglia/ Ciò che mi interessa è approfondire le dinamiche che sottendono alla costruzione di un’esperienza, per svelare i meccanismi implicati nella creazione di un’immagine. Cerco sempre di approfondire le modalità con cui le manifestazioni della vita sociale interagiscono con i fondamenti dell’esistenza materiale. In altre parole mi interessa comprendere come la cultura si relaziona con la natura. Per fare questo parto da temi legati al mondo naturale, in primis dal paesaggio e dallo studio delle sue numerose definizioni, come il giardino ad esempio, che è inteso come un paesaggio addomesticato, che contiene al suo interno tante regole e il cui risultato è il frutto di una regia che influenza il comportamento “dell’esploratore”, spinto a un’osservazione e a un andamento obbligato. Il paesaggio e il giardino sono solo un pretesto per raccontare che non esiste esperienza pura, bensì tutto è filtrato dalle nostre conoscenze.

DS/ Cosa ha significato lavorare alla Fabbrica del Vapore e confrontarsi con molti artisti? Questa condizione ti ha influenzato?

GQ/ Ho avuto la possibilità di utilizzare per un anno e mezzo uno studio presso la Fabbrica del Vapore di Milano, grazie all’associazione Viafarini. Questa esperienza è terminata a dicembre 2019. Ho deciso di cambiare perché sentivo la necessità di avere un luogo di lavoro più indipendente e personale. L’esperienza con Viafarini è stata positiva, ricca di incontri, scontri e collaborazioni, lo dimostra il fatto che ho deciso di con- dividere il nuovo studio con tre artisti incontrati alla Fabbrica del Vapore. Non parlerei però di influenze ma piuttosto di dialoghi proficui, dibattiti e riflessioni stimolanti. Da gennaio quindi sono a Dergano, un quartiere a nord di Milano, in cui molti artisti hanno aperto i loro studi, tra artigiani e negozianti che resistono alla gentrificazione di una città veloce come la nostra.

DS/ Puoi anticipare, ai nostri lettori, i progetti che ti coinvolgeranno in questo 2020?

GQ/ Dal 19 dicembre scorso al febbraio di quest’anno sono pre- sente in una mostra collettiva dal titolo “if bees are few” a cura di Antonio D’Amico presso la Galleria Mimmo Scognamiglio di Milano. A fine febbraio prenderò parte a una mostra collettiva dal titolo “le altre opere”, a cura di Daniela Perego e Lucilla Catania, presso il Museo Carlo Bilotti a Roma. A marzo ci sarà la restituzione degli artisti che hanno preso parte alla residenza di C.A.R.S. dal titolo “cartografia sensibile” a cura di Lorenza Boisi, presso il Museo Tornielli di Ameno (No).
In questi mesi sto lavorando a una mostra dal titolo “when you naturally behave in a particular way without knowing why, be- cause you were born that way”, a cura di Alice Ginaldi, presso la Galleria Studiofaganel di Gorizia.

GIARDINI, 2019. Intagli su carta, collage, cornice sagomata, 130×95 cm. A terra, ROCCIA DA GIARDINO, 2019. Ceramica, smalto e ossidi, 16x35x30 cm. Courtesy Galleria Placido, Parigi.

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