Dal 28 Novembre al 6 Gennaio 2021
Galleria Umberto Di Marino, Napoli
Nel dicembre del 2019 la Galleria Umberto Di Marino chiudeva l’anno e il ciclo Visto da qui con il dj set Running the Field di Marco Raparelli, per riprendere la normale programmazione della galleria. Visto da qui è stata una precoce occasione per riflettere sulla struttura della galleria stessa e del fare mostre, con l’obiettivo di eliminare quel surplus generato da una sempre più evidente sovrapproduzione di contenuti e riportando l’attenzione esclusivamente sulle opere. Con la proclamazione dello stato di emergenza, il conseguente lockdown e la sempre più condivisa necessità di una ridefinizione dei meccanismi standardizzati del sistema dell’arte, la Galleria Umberto Di Marino ha pensato di riproporre quanto già iniziato un anno fa, questa volta però attraverso una newsletter settimanalmente mostrando ogni singolo capitolo di Visto da qui e parte del materiale raccolto per l’occasione, digitalizzato e messo a disposizione del suo pubblico. Impossibilitati, però, a riprendere una normale programmazione, in quanto incompatibile con gli attuali provvedimenti governativi, ancora una volta la struttura a più livelli del progetto Visto da qui solleva questioni e problematiche che in una corsa frenetica alla riapertura e al ritorno alla normalità potrebbero essere state già abbandonate.
A seguito delle nuove misure di sicurezza, la Galleria Umberto Di Marino rimodula ancora una volta la struttura del progetto, presentando il lavoro di Giuseppe Maraniello (Napoli, 1945), attraverso un capitolo ibrido di Visto da qui, tra il fisico e il virtuale. Inizialmente fruibile sono online, Boomerang sarà aperta al pubblico nel momento in cui il governo prevederà la riapertura di mostre e gallerie. La narrazione che emerge dal lavoro di Maraniello si struttura attraverso un linguaggio autonomo che vive della materia dei suoi elementi. Queste sculture in bronzo popolate da piccole figure di ermafroditi, diavoli, atleti saltatori, centauri e cavalieri, richiamano strutture arcaiche, folklore primitivo e spiritualità classica. Questi elementi vengono elaborati da Maraniello in chiave linguistica, gettando le basi per un impiego della materia in costante reinterpretazione, incontrando con la sua pratica il fermento attorno ai Nuovi Nuovi di Renato Barilli.
Per info:
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