Essere Fiume. Immaginare il nuovo Museo Civico | Gli appuntamenti del programma pubblico della mostra

Opere provenienti da collezioni cittadine e archivi storici lodigiani, in conversazione con opere d’arte contemporane

Spazio 21, Lodi

Gli appuntamenti del programma pubblico della mostra, da venerdì a domenica
Venerdì 23 maggio
ore 18
 | Fiumi e mari vivi | Incontro con Stefano Rotta e Susanna Ravelli

ore 21.30 | Formandala | Una performance di Pierpaolo Curti

Sabato 24 maggio
ore 16 | Visita guidata alla mostra con le curatrici
ore 17 | Musei e territorio: il museo civico di crema e del cremasco e il museo laus pompeia | Conversazione con Silvia Scaravaggi, direttrice del Museo Civico di Crema e del Cremasco; Gianluca Mete, conservatore del Museo Laus Pompeia; Jessica Ferrari, presidente Associazione Civitas Laus ODV
ore 18 Un fiume per due città. Testimonianze archeologiche e continuità da Laus Pompeia alla nuova Laus. Suggestioni per un museo diffuso | Talk con Germana Perani
 
Domenica 25 maggio
Ore 10.30 | Yoga Flow: entra nel flusso | Lezione gratuita di yoga dinamico con Maria Delugan 
Per prenotazioni Whatsapp Maria: +39 331 780 9912 / Centro Naturalmente: +39 351 621 3071 

 

Lo Spazio 21 di Lodi accoglie da domenica 6 aprile a sabato 21 giugno 2025 la mostra Essere Fiumecommissionata e prodotta dal Comune di Lodi e curata da Silvia Franceschini con Arianna Angeloni, Beatrice Marangoni e Anna Viola Premoli.

Essere Fiume è un progetto espositivo che traccia un percorso possibile per il nuovo Museo Civico di Lodi che riaprirà al pubblico presso gli spazi del futuro Opificio della Cultura sito nell’area dell’ex Linificio, ponendo le preziose opere provenienti dalle collezioni cittadine e dagli archivi storici lodigiani in dialogo con opere d’arte contemporanea.
 
«Dalla rigenerazione di un’area storica – spiega il sindaco di Lodi, Andrea Furegato – prende vita uno spazio permanente destinato a rendere visibili i valori fondanti del Museo nella sua definizione contemporanea, ovvero un luogo al servizio della città, partecipato e vissuto, finalizzato non solo a intrattenere e divulgare cultura e arte, ma in grado di incarnare un ruolo sociale.

Essere Fiume si propone come uno strumento per conoscere questa struttura innovativa e l’idea alla base del suo processo di creazione: immaginare e interpretare il polo museale e culturale una volta pronto.
Fin dall’inizio, il percorso realizzativo dell’Opificio della Cultura ha mostrato una spiccata natura partecipativa, rivelata già dalla convocazione degli Stati Generali della Cultura, da cui sono pervenute tante suggestive e valide ispirazioni. Il dialogo con la città è stato prolifico e ha permesso a cittadini, associazioni, professori e studenti, aziende, rappresentanti delle istituzioni e del mondo del lavoro, e a molte altre realtà presenti nella nostra comunità, di offrire riflessioni, proposte e suggerimenti nei riguardi di un’operazione che ha ricevuto il finanziamento più ingente dal Secondo dopoguerra a oggi, attestandosi tra le più imponenti di sempre per la città. Un’operazione di tale livello non poteva certo essere calata dall’alto, ma al contrario convogliata in una dinamica di profonda condivisione che, con nostra grande soddisfazione, non si è ancora esaurita».
 
La mostra intende coinvolgere la comunità in un esercizio di immaginazione, offrendosi come spazio di dialogo e confronto sul futuro del proprio patrimonio artistico, e non solo. Riconnettendo passato, presente e futuro, Essere Fiume vuole stimolare una riflessione sulle relazioni con il territorio e sull’affermazione di un’identità collettiva. Il progetto curatoriale si propone di raccontare proprio questa identità, descrivendo le relazioni tra il fiume e la storia della comunità stessa, cresciuta intorno alle sue sponde, portando in luce il ruolo centrale dell’Adda nella definizione della memoria condivisa.
 
Descritta metaforicamente nella letteratura come un fiume “femminile” per la sua imprevedibilità, nel tempo l’Adda è stata fonte di attrazione, repulsione e oggetto di ricerca poetica per tanti artisti. Costruita in posizione protetta rispetto al corso d’acqua, la città di Lodi ha instaurato nei secoli una relazione complessa con il suo fiume. Caratterizzato da una corrente impetuosa che ha provocato nella storia esondazioni distruttive, l’Adda ha sempre avuto un ruolo centrale nelle attività produttive come agricoltura, commercio, produzione ceramica, ricerca dell’oro, affermandosi contestualmente come luogo ricreativo, dove dedicarsi al tempo libero e al ristoro.
Partendo dalla fondazione – o rifondazione – della città e passando attraverso eventi storici e politici centrali, tradizioni religiose e popolari, la mostra esplora l’impatto umano sul territorio fluviale, rendendo tangibili le trasformazioni storiche, sociali ed ecologiche di questo sistema uomo-ambiente.
 
La mostra è realizzata con il patrocinio di Provincia di Lodi, Parco Adda Sud, Consorzio Bonifica Muzza Bassa Lodigiana, con la collaborazione di Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Cremona, Mantova e Lodi, e con il contributo di Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, Fondazione Banca Popolare di Lodi, Fondazione Banca Popolare di Lodi, Platea | Palazzo Galeano, Associazione Giuliano Mauri, Festival Della Fotografia Etica.

 

Ufficio stampa:

PCM Studio di Paola C. Manfredi

 

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