Il Museum of Modern Art annuncia l’istituzione dell’Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and the Natural Environment.

MOMA, New York (USA)

Oggi il Museum of Modern Art annuncia l’istituzione dell’Emilio Ambasz Institute for the Joint Study of the Built and the Natural Environment [Istituto Emilio Ambasz per lo studio congiunto dell’ambiente costruito e naturale]. Gli scopi dell’Istituto – attuati grazie a una serie di programmi curatoriali e lavori di ricerca – sono la promozione dello studio sul rapporto tra ambiente costruito e naturale e la diffusione del dibattito su questo tema. L’intento è rendere l’interazione tra architettura ed ecologia visibile ed accessibile ai visitatori del Museo e al pubblico più vasto e, contemporaneamente, sottolineare l’urgenza di un riequilibrio ecologico. L’Ambasz Institute si concentrerà soprattutto su iniziative digitali che, cercando di raggiungere un pubblico il più possibile diversificato, avranno il fine di sviluppare il dibattito globale su un tema così decisivo. L’Istituto avrà sede nel complesso del MoMA di Midtown Manhattan, all’interno del Department of Architecture and Design. In particolare, svilupperà lo studio di approcci creativi al progetto dell’ambiente costruito, ad ogni sua scala – edifici, città, paesaggi e oggetti – approcci volti alla realizzazione di un futuro ecologico e di giustizia ambientale. “Siamo immensamente grati a Emilio Ambasz per la sua generosità,” ha dichiarato Glenn D. Lowry, Direttore del The Museum of Modern Art. “Emilio è stato un precursore nel campo dell’architettura verde e da anni è in prima linea sulle questioni legate ad architettura ed ecologia. Sono certo che l’Ambasz Institute contribuirà a promuovere l’importante lavoro che Emilio e il Museum of Modern Art hanno portato avanti in questo campo e sono impaziente di affrontare questi temi così cruciali.” Per il MoMA la creazione dell’Ambasz Institute rappresenta un’importante occasione per continuare il suo ruolo di guida globale sulle tematiche della sostenibilità e promuovere una conoscenza più diffusa e approfondita dell’architettura e del design. L’Istituto offrirà opportunità di ricerca e molti programmi diversi, tra cui conferenze, convegni e simposi pubblici (molti dei quali online), che saranno un’occasione di incontro e confronto tra architetti, designer, decisori politici, sociologi, storici e collettività. “L’ecologia e la crisi climatica in corso sono le sfide più drammatiche del nostro tempo, non solo per l’architettura, ma per l’intera umanità,” ha detto Martino Stierli, curatore capo del settore Architecture and Design del Museum of Modern Art. “Sono felice all’idea che, con il nuovo Ambasz Institute, il Department of Architecture and Design del MoMA sarà in una posizione unica per creare il dibattito e promuovere il necessario cambiamento nel campo della progettazione per un futuro più giusto ed ecologico.” Il Direttore dell’Istituto verrà scelto e nominato a breve.

Emilio Ambasz, membro onorario dell’American Institute of Architects e International Fellow del Royal Institute of British Architects, di recente è stato insignito del suo quarto Compasso d’Oro per la sua attività di visionario inventore di progetti di architettura e design. Nel libro di James Wines, Green Architecture, Ambasz è definito “il Messia dell’architettura verde”1. Noto per i suoi interessi e le sue creazioni nel mondo del design, Ambasz ha inventato la prima sedia ergonomica per ufficio, Vertebra, che fa parte della collezione del MoMA e del Metropolitan Museum of Art. Nel 2014, l’Istituto di Studi Avanzati (ISA) dell’Università di Bologna lo ha premiato con la Medaglia ISA per le Scienze e il 5 marzo 2021, nel corso di una speciale cerimonia, gli conferirà la laurea honoris causa in architettura. Secondo un saggio dell’importante architetto giapponese Tadao Ando, pubblicato nel libro di Emilio Ambasz Architettura&Natura / Design&Artificio, Ambasz è il padre, il poeta e il profeta dell’architettura verde: “È stato il primo a richiamare la nostra attenzione sulla natura e l’ambiente. Era all’inizio della sua carriera e da allora ha sempre cercato di fondere natura e architettura (…). Grazie all’uso della natura su vastissima scala, Ambasz ci presenta l’intero ambiente come una costellazione da cui l’architettura trae la sua essenza fondamentale. Credo sia il primo esempio in cui la natura governa la creazione architettonica con tale forza poetica e indimenticabile seduzione.” La missione dell’Ambasz Institute, nella visione del suo stesso patrocinatore, è l’analisi attiva e critica dell’ambiente naturale e di quello creato dall’uomo: in questo senso l’Istituto è la continuazione di “THE UNIVERSITAS PROJECT: Institutions for a Post- Technological Society,” la sua innovativa proposta – di quasi cinquant’anni fa, ma ancora attuale – di un nuovo tipo di università dedicata alla progettazione e alla gestione dell’ambiente naturale e artificiale. Spesso Ambasz ha dichiarato: “Il concetto occidentale delle creazioni dell’Uomo come entità distinte e separate – in contrapposizione con la Natura – ha esaurito il suo capitale etico e intellettuale. È necessario concepire un’architettura che si ponga come espressione di un patto di riconciliazione tra natura e mondo costruito. Se non vogliamo perpetuare le condizioni presenti, dobbiamo creare modelli alternativi di futuro, in cui le nostre azioni abbiano come scopo una vita migliore. Credo che ogni progetto che non cerchi di proporre nuovi o migliori modi di esistere sia immorale. Questo compito forse fa vacillare l’immaginazione e paralizza la speranza, ma non ci possiamo sottrarre dal suo perseguimento.” La profonda e multiforme relazione di Emilio Ambasz con Museum of Modern Art abbraccia più di cinquant’anni. Come Curator of Design per il Department of Architecture and Design dal 1969 al 1976, ha organizzato una serie mostre rivoluzionarie, tra cui Italy: The New Domestic Landscape (1972); The Architecture of Luis Barragan (1974); e The Taxi Project: Realistic Solutions for Today (1976), e redatto le pubblicazioni che le hanno accompagnate. Come architetto e industrial designer di avanguardia, Ambasz è presente nelle collezioni di questo Museo con più di 20 opere. James Wines, Philip Jodido, Green Architecture (Colonia; New York: Taschen, 2000)
Emilio Ambasz, Architettura&Natura/Design&Artificio (Milano: Electa Mondadori, 2016)

Al Museum of Modern Art, Ambasz è stato il soggetto delle mostre Emilio Ambasz/Steven Holl: Architecture (1989) e In-Depth: The House of Spiritual Retreat by Emilio Ambasz (2005-2006), ma il suo lavoro ha fatto parte di molti altri allestimenti, tra cui The Changing of the Avant-Garde: Visionary Architectural Drawings from the Howard Gilman Collection (2002-2003) e 9 + 1 Ways of Being Political: 50 Years of Political Stances in Architecture and Urban Design (2012-2013). L’importante dono rappresentato dalla creazione dell’Emilio Ambasz Institute al MoMA è stato preceduto da molti contributi. Per più di quarant’anni il MoMA e il MoMA PS1 hanno beneficiato del continuo patrocinio di Emilio Ambasz per il Joint Study of the Built and the Natural Environment. Dal 1978 Ambasz è membro dell’International Council del MoMA e dal 2006 al 2006 è stato nel Board of Directors del MoMA PS1. Tramite l’International Council ha sostenuto molte importanti iniziative, tra cui la più recente è l’International Council Endowment for Exhibitions and Publications. Ambasz ha dato il suo sostegno anche a singoli programmi, come la mostra del 2015 Latin America in Construction: Architecture 1955–1980. Nei prossimi anni, il Museo organizzerà e presenterà un’importante mostra che avrà come tema l’emergenza dell’architettura verde e il modo in cui la vita di Emilio Ambasz ha influenzato questo campo rivoluzionario, che può aiutarci ad affrontare le sfide che derivano dalla distruzione dell’ambiente naturale.

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Fukuoka lr. – Emilio Ambasz portrait LR.