Il piacere | Giovanni Boldini

A cura di Beatrice Avanzi e Tiziano Panconi

Dal 14 novembre 2020  sul Web 

MART – MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO

Avrebbe dovuto aprire il 14 novembre la mostra Giovanni Boldini. Il Piacere. Allestita, sonorizzata, pronta per essere visitata, la mostra è attualmente chiusa al pubblico. Attraverso il web il Mart proverà a incuriosire i visitatori e a raccontarla in un modo diverso dal solito. La relazione con le opere e il museo resta certamente insostituibile e unica, ma se c’è una cosa che il tempo presente ha insegnato è che non ci sono limiti al dialogo, allo studio, alla conoscenza. Oggi più che mai l’hashtag #staytuned è diventato uno stile di vita, un modo per costruire nuove abitudini culturali. Nel momento in cui i musei saranno aperti, non si perderà neppure un giorno: la mostra c’è e aspetta il suo pubblico. Intanto sul web immagini, videointerviste, playlist, pillole, storie e curiosità. Per restare vicini. Sempre.

Il fascino senza tempo della Belle Époque è arrivato al Mart. I caffè mondani, gli abiti da capogiro, l’eleganza della borghesia, il vaporoso romanticismo dei salotti raccontato dal più grande ritrattista dell’epoca: Giovanni Boldini. A lui è dedicata la nuova grande mostra del museo di Rovereto. 170 opere provenienti da collezioni pubbliche e private, molte delle quali appartenenti al patrimonio del Museo Boldini di Ferrara, chiuso al pubblico dopo il terremoto del 2012. Tra i più virtuosi e fecondi pittori del suo tempo, Boldini coglie l’essenza di un ambiente sfolgorante, di cui è uno dei più importanti protagonisti. Da Ferrara a Parigi, passando per Firenze e Londra, il maestro italiano studia Raffaello, frequenta i Macchiaioli e il Caffè Michelangelo di Firenze, conosce Courbet, Manet, Degas e, stabilitosi definitivamente a Parigi, si afferma come uno degli artisti più richiesti. Grazie anche a una spiccata intraprendenza e a notevoli doti relazionali, Boldini diventa il pittore dei ritratti di società. I suoi dipinti finiscono per descrivere e allo stesso tempo definire lo stile, le tendenze e l’estetica della Ville Lumière, indiscussa capitale europea. Tanto che il pittore Jacques-Émile Blanche scrive: “Boldini, disegnatore prestigioso e squisito colorista, accumula piccoli pannelli sui quali la vita di Montmartre, il movimento della place Pigalle, sono resi con una maestria che entusiasmò Degas e Monet”. Nelle effigie di nobildonne, attrici e intellettuali incontrati nei salotti della Parigi fin de siècle, rivive il fascino di una società raffinata ed elegante. I cronisti dell’epoca descrivono donne vestite alla “Boldini”, “canoni della bellezza boldiniana” e individuano nei suoi quadri una femminilità “suprema e irresistibile” ma anche “ingenuamente pudica”.

Dal punto di vista pittorico, l’artista persegue continue innovazioni e repentine trasformazioni: con i suoi vortici di pennellate lunghe e vibranti, le cosiddette sciabolate, ferma sulla tela immagini simili a fotogrammi. Scatti mossi, ripresi in divenire, fissano la dinamicità del passaggio fra un’azione appena compiuta e un’altra appena cominciata. Boldini traduce e raffigura la vitalità e la concitazione di un’epoca in pieno fermento sociale. Coinvolge le sue muse, complici loro malgrado di un sottile gioco psicologico, riuscendo a metterne in evidenza sia gli aspetti più sensuali e conturbanti, sia le fragilità. Come scrive l’amico caricaturista Sem (pseudonimo di Georges Goursat): “Boldini era il pittore della sua epoca, dipingeva le donne coi nervi a pezzi, affaticate da questo secolo tormentato. […] Tutti questi brividi, questi tremori, queste contrazioni, sono in sintonia con quest’epoca di nevrosi.” Nella mostra Giovanni Boldini. Il Piacere l’attività del pittore italiano viene ricostruita nella sua completezza attraverso un ricco percorso cronologico, che lascia spazio all’approfondimento di alcuni temi e relazioni che ne hanno segnato la lunga e proficua carriera. In particolare, in mostra vengono analizzati i rapporti con il poeta Gabriele d’Annunzio, attraverso figure di comuni muse ispiratrici come la “Divina Marchesa” Luisa Casati, colta e trasgressiva, interprete per antonomasia dell’eleganza e dell’eccentricità della Belle Époque. Irrequieti pionieri nelle rispettive arti e sofisticati interpreti della cultura dell’epoca, Boldini e d’Annunzio si incontrarono in poche fortuite occasioni, ma furono numerose le amicizie in comune, i caffè, i salotti, i circoli e i teatri frequentati da entrambi. Figli dello stesso tempo, contribuirono a costituire un’estetica che fu una vera e propria nuova visione del mondo, “nutrendo il culto della bellezza […] quale sunto di eleganza e stile di vita, imprescindibilmente legato alla valorizzazione dell’arte, della cultura e dell’io” (Tiziano Panconi, dal saggio in catalogo).

Per info:

MART – MUSEO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI TRENTO E ROVERETO

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info@mart.trento.it |www.mart.trento.it

Susanna Sara Mandice |press@mart.trento.it

Giovanni Boldini, “Giovane donna in déshabillé (La toilette)” (dettaglio), 1880, Collezione privata