a cura di Maurizio Coccia
fino al 26 febbraio 2022
CRAC – Chiara Ronchini Arte Contemporanea, Terni
ESERCIZI DI GESTALT SENTIMENTALE
1. Insight
Le opere di Sebastiano Dammone Sessa si collocano al centro dell’annosa questione sulle qualità percettive dell’esperienza artistica. Ciò vale sia per i processi di ideazione e realizzazione, sia per quelli della fruizione. Vediamo.
Intanto, per esplicita ammissione, Dammone Sessa s’ispira alle caratteristiche fisiche e morfologiche del supporto, nei termini di materiale, forma, dimensioni. Siamo nel pieno del campo fenomenologico, quindi. I dati immediati della coscienza, infatti, sono sottoposti a una verifica sperimentale, e non filtrati dall’idealismo di un progetto a monte.
Il pubblico, invece, al cospetto delle opere di Dammone Sessa, reagisce alle stimolazioni visive tramite un insight che, mediante una ristrutturazione istantanea del campo percettivo, mette in equilibrio aspetti sensoriali e aspettative intellettuali. Nessun illusionismo prospettico, nessuna narrazione o imbarazzo figurativo: ciò che vedo è ciò che “è”.
Sono qui in ballo due punti essenziali, uno di ordine operativo e uno – diciamo – affettivo. Nella costruzione dei manufatti, la loro configurazione finale è frutto dell’organizzazione delle singole componenti in rapporto a un “intero”. In altre parole, il tutto è più della somma delle parti. Secondariamente, questo principio di unità intrinseca all’esperienza percettiva, essendo una realtà psicologica globale, è legato al vissuto del soggetto e pertanto si estende al registro sociale, emotivo-relazionale.
2. Est modus in rebus
Sebastiano Dammone Sessa afferma costantemente una sua personale coerenza espressiva mediante il metodo esecutivo, peculiare, intuitivo e riflessivo a un tempo. Il suo ragionar facendo si esprime nel bilanciamento fra coordinate fisiche del dato di partenza e disegno interiore. Tra oggettività e temperamento, immanenza e trascendenza. L’oraziana ricerca del giusto mezzo, la misura esatta che sta solo all’interno dei confini stessi del “giusto fare” e che porta all’armonia, per Dammone Sessa si ritrova proprio tra queste polarità.
La risultante sensibile, il terminale estetico di questa prassi adattiva si muove principalmente in due direzioni, spesso concomitanti. Da un lato la radicale riduzione iconografica – geometrie semplificate, simmetria, pallido cromatismo tendente all’opalino; dall’altro l’applicazione di pattern visivi che, anche nella regolarità della griglia, confermano l’irrinunciabile essenza organica delle opere.
Ovviamente, ciò dipende dai materiali, soprattutto carta e legno. Ma non solo. I lavori di Dammone Sessa seguono intimamente anche il tracciato di progressiva obsolescenza delle componenti. L’ossidazione del metallo, le modifiche fisiche di carte e legno sono altrettanti indici della fisiologia in movimento delle opere, della loro instabilità biologica, della transitorietà di ogni sembiante ed esteriorità.
3. Empirismo lirico
Il percorso di Dammone Sessa esplora il punto di confluenza dei tre principali vettori che tradizionalmente innervano la storia dell’arte: Forma, Spazio, Tempo.
La Forma, considerata nella sua nuda epifania oggettuale, ha l’immanenza del qui-e-ora. Di per sé, aliena com’è da implicazioni utilitaristiche, non presuppone altra esperienza che non sia la contemplazione. Lo Spazio, al contrario, è strettamente legato all’esperienza vissuta, all’uso e, di conseguenza, alle relazioni. È la sostanza che collega fra loro gli og- getti e i soggetti. Lo Spazio è prepotentemente dinamico, è processo, movimento e, quindi, chiama in causa anche il concetto di Tempo.
Tempo come trama evaporante dell’umanità. Il nostro esilio terrestre è costellato di tentativi ed errori, ed è l’arte che crea equilibrio in tensione tra le contraddizioni. Dammone Sessa, come l’Odisseo del mito platonico di Er, carico di avventure ed esperienza, sceglie la semplicità abissale della concretezza, la poesia cadenzata di mani al lavoro, e il ritmo cantabile, struggente e inarrestabile, della ciclicità naturale: polvere che si deposita. Maurizio Coccia, 2021.
Sebastiano Dammone Sessa è nato a Montreux, Svizzera, nel 1981. Operando nel campo della ricerca e della sperimentazione visiva, attraverso l’uso della pit- tura, della scultura e delle installazioni ha elaborato un personale percorso d’indagine incentrato in prevalenza sulla stratificazione di materiali, orientato allo studio della luce e del colore senza riferimento alla dimensione oggettiva del reale. Ha esposto in numerose mo- stre personali e collettive istituzionali tra cui Tracce, a cura di Chiara Ronchini, Crac Gallery, Terni; Traiettorie, a cura di Nikola Cernetic, Luce Gallery, Torino; Moduli, a cura di Giancarlo Chielli, Palazzo della Corte, Noci (Bari); Mobili equilibri a cura di Teodolinda Coltellaro, MARCA, Museo della Arti di Catanzaro; Form & Objects a cura di Franko B, Palazzo Lucarini Contemporary, Trevi (PG); Talent Prize a cura di Inside Art, Museo Pietro Canonica a Villa Borghese, Roma, Seguendo il Cammino di Marco Polo, Henlu Art Gallery, Hangzhou, China; Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, in Italia e all’estero. Attualmente è ordinario di Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. Vive e lavora tra l’Aquila e Catanzaro.
Per info:
Crac Gallery Chiara Ronchini Arte Contemporanea, Terni
www.cracgallery.com | info@cracgallery.com
Maurizio Coccia
+39 335 7031777
mauriziococcia@gmail.com
Courtesy Sebastiano Dammone Sessa.