a cura di Valentina Bizzotto | promossa da Nicola Falappi Studio 40
dall’11 giugno al 30 giugno 2021
spazi della società Ferro Bulloni, Brescia
“Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile” è la mostra personale deII’artista Fabio Weik curata da Valentina Bizzotto promossa da Studio 40, presso gli spazi della società Ferro Bulloni a Brescia. L’artista affronta in modo disruptivo le tematiche attuali quali il distanziamento sociale e la forzata pausa imposta dai Covid19, attraverso una serie di opere inedite caratterizzate da una forte connessione con la città di Brescia. Le chiavi di lettura del nostro presente proposte dalI’arte di Fabio Weik spiazzano e innescano nello spettatore una profonda riflessione sulla realtà in cui viviamo. La mostra, altre ai lavori inediti ed alle installazioni site specific, include una serie di opere iconiche tra cui ” Mediaindigestione” ed ” Ermeneutica “ che rappresentano la produzione artistica degli ultimi anni di Fabio Weik. La reinterpretazione del monoscooio a colon, fil rouge deII’esposizione, mette in risalto tematiche care aII’artista, in primis la riflessione sulI’informazione, in particolare sui sistemi di gestione dei percorsi informativi. Weik utilizza per la prima volta il monoscopio net 2009 neII’opera “Mediaindigestione” realizzata per Fabbrica Borroni a Milano, come simbolo deIl’interruzione causata da un‘informazione sul piano culturale, sociale o per interessi politici. Quest’opera é ancor oggi di pregnante attualità, tanto che Weik ha deciso di realizzarla nuovamente all’esterno del portone della Ferro Bulloni, come dimostrazione del disordine mediatico creato riguardo alta pandemia ed icona della chiusura delle trasmissioni intese, in un gioco di doppi sensi, sia come trasmissioni virali che come “trasmissioni sociali”. Questo graffito é una reazione alta paralizzazione della cultura, la dimostrazione che l’arte contemporanea non si ferma ma anzi raggiunge i cittadini alI’aperto negli spazi urbani cari a Weik che proprio sulla strada ha iniziato la sua carriera. E’ la prova che I’arte contemporanea non si limita a riflettere il mondo, ma si impegna con essa. Plurimi i significati legati all’intervento deII’artista; il monoscopio, simbolo della sospensione delle trasmissioni televisive diviene metafora del momento storico che stiamo vivendo, un periodo di stallo, di pausa obbligata in attesa di poter riprendere le nostre vite. Alto stesso tempo é anche un messaggio di speranza, in quanto, appunto, le trasmissioni riprenderanno non appena possibile.
L’opera, inoltre, mira a rendere protagonista uno degli edifici storici di Brescia: la fabbrica Ferro Bulloni, scelta da Fabio Weik proprio per il suo fascino unico, un misto tra solida fierezza e decadenza, specchio deII‘ItaIia stessa. Nella sala principale della mostra invece, svetta I’instaIIazione ASSEMBLA, una piramide di manichini pregna di riferimenti socio-culturali. L’accumulo di manichini in scala 1:1 abbigliati con outfit realistici del marchio Australian, si ispira al fenomeno territoriale sviluppatosi nella metà degli anni 90 dei cosiddetti HARDCORE WARRIORS. Nome dato ai frequentatori abituali della discoteca bresciana NUMBER ONE, che non si identificavano con la sottocultura Gabber, di cui condividevano la passione per lo stesso genere musicale. In una sorta di rituale la tribù degli HARDCORE WARRIORS creava delle piramidi umane al fine di permettere ad un rappresentante del gruppo di salire in alto fino a toccare il soffitto della discoteca pochi minuti prima della chiusura del locale. Un rito basato suIl’esaItazione del gruppo, dove ogni singolo individuo à necessario al raggiungimento dello scopo finale. Con ASSEMBLA Weik ricrea questo rito quasi primitivo causando un cortocircuito emotivo nello spettatore, un mix di nostalgia, di un agognato ritorno alta normalità nonché di disgusto verso questa vicinanza extrema, animalesca. Il divieto di assembramento, la fobia di un eventuale contatto e I’ossessione per I’igiene sono la nuova normalità. L’artista ci porta ad interrogarci sulI’effetto che l’inevitabile chiusura di discoteche e concerti, luoghi nevralgici della vita sociale, della distrazione e del divertimento, dove il contatto umano tra individui à reale e non digitale, avrà sulla società e sui giovani. ASSEMBLA non è solo un riferimento al nostro passato più recente, ma è ispirata alle raffigurazioni storiche delle Forze d’ErcoIe che si svolgevano durante le festività del Carnevale Veneziano.
In questa chiave di lettura, opere dal carattere rinascimentale dialogano con quelle digitali raffiguranti il rituale delle piramidi umane di fine novecento, evidenziando la continuità dei tempi e delle usanze sociali. Weik si spinge oltre la mera rappresentazione fittizia ed inanimata costituita dalla piramide di manichini, realizzando, sempre grazie al supporto di Australian, un filmato video per documentare e far conoscere al grande pubblico gli HARDCORE WARRIORS ed i GABBERS. Nella location della mostra, ha riunito 40 rappresentanti dell’Old School e della New School Hardcore Italiana e, nel rispetto di tutte le norme igieniche sanitarie, ha cercato di riportare in vita ciò che accadeva nella SALA 2 del leggendario club NUMBER 1 prima della pandemia. Le reazioni dei partecipanti emozionati e commossi dalla possibilità di riunirsi dopo un così lungo periodo di isolamento sono state catturate dall’artista in un’opera video della durata di 40 minuti e da una serie di 7 fotografie. Alla fine del percorso mostra si incontrano altre due opere ispirate al design del monoscopio: “Riapriremo il Prima Possibile” e “Venere Mediatica”. La prima, creata appositamente per gli spazi di Ferro Bulloni, è un disegno anamorfico realizzato con nastro adesivo colorato direttamente sulle scaffalature, che riprende l’opera intitolata “DPCM” creata da Weik sulle superfici della propria sala da pranzo durante il primo lockdown. La natura dell’installazione è volutamente temporanea, l’inevitabile scollamento dello scotch dovuto al passare del tempo e dalla polvere simboleggia, nel linguaggio artistico di Weik, tutte le attività commerciali chiuse a causa della pandemia, la cui sopravvivenza è stata messa a dura prova nell’ultimo anno. In “Le trasmissioni riprenderanno il prima possibile” Fabio Weik analizza una situazione visibile e percepibile da tutti a livello globale. Presenta allo spettatore immagini con cui ha già una consolidata familiarità, le rielabora e le ripropone in una veste nuova, più accattivante ma anche più ricca di riflessioni su ciò che è il vero nucleo pregnante dell’informazione, il quale spesso viene celato a favore di una comunicazione più sensazionalistica e decisamente triviale.
Per info:
Nicola Falappi Studio 40
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Foto di Federico Leddaga WEIKDSC_1244