Milano New York | Saul Steinberg

l’arte del ricliclare. Una nuova vita per la carta in mostra con Steinberg e i laboratori per bambini organizzati con il supporto di Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica)

a cura d Italo Lupi, Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari

fino al 13 marzo 2022

Triennale Milano

Triennale Milano e Electa dedicano un’attesissima mostra a Saul Steinberg (1914-1999), a cura di Italo Lupi e Marco Belpoliti con Francesca Pellicciari. Un omaggio che Milano doveva al grande artista, che ha dedicato molte delle sue opere di tagliente intelligenza alla città in cui ha soggiornato negli anni di formazione. L’allestimento al primo piano di Triennale nella Curva, punto privilegiato del Palazzo dell’Arte, è disegnato da Italo Lupi, Ico Migliore, Mara Servetto in dialogo sensibile con l’architettura. Un’esposizione ricca di disegni a matita, a penna, a pastello; opere realizzate con timbri e ad acquerello, maschere di carta, oggetti/sculture, stoffe, collages, a documentare la intensa e multiforme attività artistica di Steinberg. Ad accompagnare le opere, un’ampia selezione di apparati documentali e fotografici, utili per una più attenta comprensione della vita dell’artista, nonché una selezione accurata di riviste e libri originali, che – a partire dalle famose copertine del ”The New Yorker” – hanno accolto alcuni dei contributi più significativi di Steinberg. 350 opere circa, provenienti da importanti istituzioni, quali la Saul Steinberg Foundation, il Jewish Museum e la Hedda Sterne Foundation di New York, il Museum of Fine Arts di Boston, nonché da collezionisti e amici di Steinberg, in Italia e all’estero. In questa occasione, viene inoltre mostrata in anteprima parte dell’importante donazione di opere dell’artista che la Biblioteca Nazionale Braidense ha recentemente ricevuto dalla Saul Steinberg Foundation. La mostra si inserisce nel percorso che Triennale sta portando avanti su alcuni protagonisti della cultura del Novecento che da Milano hanno sintetizzato un’estetica e una visione del progetto che ha poi avuto influenze in tutto il mondo. Una serie di esposizioni monografiche che restituiscono la grandezza di figure complesse, facendo emergere nuove chiavi interpretative e superando facili etichette e inquadramenti. Laureatosi avventurosamente alla facoltà di Architettura del Regio Politecnico, Steinberg non ha mai dimenticato gli anni trascorsi a Milano (dal 1933 al 1941), città in cui, oltre a stringere importanti rapporti di amicizia con alcuni protagonisti del vivace mondo culturale milanese di quegli anni – a partire da Aldo Buzzi, suo amico fraterno – si inizia a delineare il suo personale percorso artistico, attraverso i primi contributi alle riviste satiriche degli anni Trenta come Il Bertoldo e il Settebello, tramite i quali ottiene una prima, precoce fama come disegnatore umoristico. Saul Steinberg Milano New York in Triennale prende spunto proprio da questi esordi per fornire una prima testimonianza del suo rapporto con l’Italia in generale, e con Milano in particolare, senza però tralasciare anche altre città – reali, come Venezia o Carpi, oppure immaginarie, frutto di straordinari pastiches di paesaggi urbani composti da cupole romane e fantasie architettoniche, non riconducibili ad una città specifica ma dal sapore tutto italiano. Espulso nel 1941 dall’Italia per motivi razziali, Steinberg raggiunse faticosamente nel 1942 gli Stati Uniti, da cui, arruolatosi nelle fila dell’esercito alleato, ripartì con lo scopo di raccontare attraverso i propri occhi gli eventi del conflitto mondiale, andando a toccare oltre ai teatri di guerra di Cina, India e Nord Africa anche il Belpaese. Dall’esperienza del conflitto scaturirono importanti opere, duedelle quali, già esposte nel 1946 al MoMA in occasione della mostra Fourteen Americans, saranno presenti in Triennale.

Nucleo centrale dell’esposizione è un’opera specificatamente realizzata da Steinberg per Milano: quattro disegni preparatori, ciascuno composto da una striscia di carta piegata a fisarmonica lunga fino a 10 metri, che, una volta ingranditi fotograficamente, vennero incisi con la tecnica a “sgraffito” sui muri curvi del Labirinto dei ragazzi, progettato dallo studio di Architettura BBPR per la 10ª Triennale di Milano del 1954. Questi quattro leporelli, parte della donazione alla Biblioteca Braidense, contengono molti dei temi e dei segni artistici che Steinberg svilupperà lungo tutto l’arco della sua carriera. In primis, quello della linea, la cui ingannevole semplicità assume, nelle mani e nel pensiero di Steinberg, declinazioni inesauribili, in un esperimento narrativo continuo. Per offrire una rappresentazione esauriente del Labirinto, oltre al materiale documentario sul progetto architettonico dei BBPR, proveniente dagli archivi di Triennale, è presente in mostra un Mobile di Alexander Calder, proveniente dalla GAM di Torino, a ricordo di quello che era situato al centro del suo percorso. E non è un caso che Steinberg e Calder si trovassero affiancati all’interno dello stesso progetto: oltre ad essere grandissimi amici (Steinberg scriverà un testo commovente per il necrologio di Calder) i due artisti si erano già trovati a lavorare fianco a fianco, essendo stati convocati entrambi a realizzare delle opere per l’erigendo Terrace Plaza Hotel di Cincinnati, nei tardi anni ’40. Negli anni Settanta, Steinberg dedica a Milano altri disegni di straordinaria intelligenza, raffigurando la città come il suo ricordo gli suggerisce. Ecco quindi le architetture solennemente novecentesche del Regime, ancora immerse in scenari di grottesca quotidianità fascista, i luoghi della sua vita milanese nei dintorni del Politecnico, e altre cartoline dalla sua vita passata: “L’aria di Milano era ottima, allora, e la luce bellissima, e vedevo una cosa che non avevo mai visto, lo svegliarsi tranquillo e silenzioso di una città: gente a piedi, gente in bicicletta, tram, operai.” Accanto a ciò, trova spazio una sintesi il più possibile estesa di tutto ciò che compone il variegato e sorprendente universo di Steinberg: uno sguardo sul mondo che accoglie, interpreta e rielabora temi e soggetti di ogni genere, con uno stile e una visione immediatamente riconoscibili.

L’arte–grazie alla creatività di cui è “portatrice”-genera da sempre coinvolgimento emotivo e sensoriale, innesca processi cognitivi e, perché no, riflessioni sui comportamenti utili spesso dovuti, oltre che all’estro dell’artista, alla scelta dei materiali impiegati.È il caso della mostra di Steinberg che basa la produzione delle sue opere sulla carta, risorsa preziosa che grazie al riciclo può tornare a vivere sotto forme anche diverse e trasformarsi in arte pura. Come l’artista dà nuova vita alla carta grazie al suo ingegno e creatività restituendole ogni volta una visione diversa che stimola l’immaginario (una maschera, un paesaggio…), così il settore industriale la trasforma in una scatola, un foglio, un sacchetto, consentendogli anche di svolgere una differente funzione. Arte creativa, nel primo caso; arte del riciclo –potremmo dire -nell’altro.Il filo rosso invisibile che lega arte e carta ispira anche i laboratori didattici per scuole e famiglie “Maschere e ghirigori parlanti” organizzati da Triennale Milano con il supporto di Comieco, Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli imballaggi a base cellulosica. Un’occasione in più per dare libero sfogo ad estro ecreatività e -allo stesso tempo -un “vestito” nuovo alla carta. Come avviene con il riciclo. Grazie alla raccolta differenziata, infatti, la carta può rinascere in un ciclo pressoché infinito. Ed ognuno di noi è parte integrante di questo processo virtuoso e può considerarsi l’artista che lo innesca. E in questo, l’Italia è ai primi posti inEuropa. Se 20 anni fa si raccoglieva appena 1 milione di tonnellate di carta e cartone, oggi siamo sui 3,5 milioni. Il tasso di riciclo degli imballaggi in carta e cartone è passato dal 37all’87%, dato –quest’ultimo –che ha consentito all’Italia di raggiungere e superare con ben 10 anni di anticipo gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Oggi, nel nostro Paese si riciclano 11 tonnellate di carta al minuto!Un risultato importante frutto dell’impegno quotidiano e costante dei cittadini nel fare la raccolta differenziata e della filiera cartaria che attraverso la sua rete di impianti recupera, lavora, ricicla e trasforma la carta, dandole una nuova identità. A garanzia di tutto il sistema di riciclo c’è Comieco che dal 1985 garantisce l’avvio a riciclo di tutta la carta e il cartone raccolti dai cittadini italiani. Non solo. Il ruolo di Comieco è polifunzionale nel sistema di recupero e riciclo dei materiali a base cellulosica: si occupa infatti anche della prevenzione degli imballaggi, mediante incentivazione di studi che abbiano come obiettivo la realizzazione di packaging sostenibili (riduzione in peso, progettazione intelligente e separazione facilitata), e dell’incentivazione della raccolta differenziata mediante campagne di comunicazione e sensibilizzazione, sia nazionali sia locali. Svolge controlli e verifiche a campione presso le piattaforme di selezione ed è quindi garante della qualità del macero che viene avviato alle cartiere. Un sistema complesso ma funzionale, una risposta concreta del Sistema Paese -e delle circa 3300 aziende consorziate a Comieco (produttori e importatori di materia prima per imballaggio, produttori e importatori di imballaggi cellulosici, recuperatori) –per dare vita a quella che oggi chiamiamo Economia Circolare, il ciclo virtuoso dove i rifiuti ri-diventano materie prime preziose.

Per info:

Triennale Milano

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Ufficio stampa:

Elettra Pr
 
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Saul Steinberg, Senza titolo, 1950. Courtesy Elettra Pr