a cura di Maria Chiara Wang
fino al 31 Luglio 2021
CRAC Spazio Arte | Castelnuovo Rangone (MO)
Non so più cosa continuo a cercare. Non voglio continuare a sbagliare. ‘Non so, non voglio’, Alessandra Maio esprime così, attraverso la negazione e l’esclu sione del suo contrario, la propria condizione di smarrimento e la propria intenzione di non ricadere nell’errore. Affermazioni che, nel diniego del loro opposto, lasciano trapelare la fragilità del proposito e la contezza dell’impossibilità di rispettare una vo lontà. Una ‘filosofia del non’, prendendo in prestito l’espressione di Gaston Bachelard¹, che interpreta ed estrinseca attraverso l’arte la ‘consapevolezza di una ragione plurale, dispersa, inesatta e non necessariamente orientata’. Nella scrittura ripetitiva su carta, nell’accumulo e nella stratificazione di parole e pen sieri, Alessandra Maio manifesta la propria mobilità d’animo. Il gesto reiterato diventa un mantra, un processo catartico di liberazione dai propri dubbi e timori e un’esorciz zazione dei propri limiti e debolezze. Attraverso questo fluttuare ripetuto e controllato della mano, l’artista da un lato conferisce concretezza e visibilità ai pensieri, dall’altro sembra soddisfare un ulteriore anelito: quello di registrarli affinché se ne preservi la memoria; per non continuare a sbagliare il primo passo è ricordare. La mostra prende il nome dai sottotitoli dalle due principali installazioni in esposizione. CASCATA DI PAROLE è il flusso irrefrenabile e silenzioso di un pensiero fisso che viene alla luce prendendo forma e movimento; il fragore non è più quello dell’acqua che scorre, ma quello generato dalla copiosità dell’opera. PREGHIERA, come ‘ex voto sus cepto’, diventa la promessa che l’artista fa a sé stessa di non perseverare nell’errore; è una meditazione su quella perfezione cui tanto si anela, ma che è sempre lontana. In mostra anche una ‘citazione’ di EQUILIBRI INDIFFERENTI, opera rappresentata al CRAC mediante un suo unico elemento: una trottola che incanta con il suo movimento, la cui velocità ne sfuma i contorni e i particolari e ci interroga su quale sia il vero equilibrio desiderabile, e ORIZZONTE g2 – Mi perdo nella nebbia dei miei pensieri, un paesaggio della mente ritratto con acquarelli e matita su carta di cotone. Scrittura, quindi, come elemento essenziale, come nucleo e fulcro della composizione: la carta diventa la superficie dove avviene lo scambio tra la parola e la sua immagine, dove il pensiero prende forma e dimensione, espandendosi nello spazio attraverso il segno. Impiegare il testo scritto per realizzare un’opera d’arte significa sfruttarne anche il potenziale visivo ed estetico. Maria Chiara Wang
Alessandra Maio (1982) vive e lavora tra Bologna e Aosta. Si è diplomata all’Accademia di Belle Arti di Bologna e poi ha conseguito la Laurea Magistrale “Storia dell’Arte Contemporanea”. Attualmente è iscritta al Corso di Formazione Triennale in Arteterapia della “Nuova Associazione Europea per le Arti Terapie”. Nei suoi quadri una fitta trama di scrittura si fa colore e si mescola con acquerelli o acrilici. Nelle installazioni la parola spesso prende più coraggio e si mostra su fogli di quaderno piegati o accartocciati o su oggetti imbiancati. Ha partecipato a numerose mostre in Italia e in Francia, esponendo anche in musei e sedi storiche. Tra le personali ricordiamo: Sia Luce, Cattedrale di Santo Stefano (Biella, 2020) a cura di Irene Finiguerra nel 2020 e La tête dans les nuages, Teodora galerie (Parigi, 2018) a cura di Angela Ghezzi.
Per l’occasione verrà presentato un Libro d’Artista in copie limitate, numerato e firmato dall’artista, con i contributi poetici di Chiara Solmi. Il progetto editoriale è un’iniziativa dell’Associazione Ricognizioni sull’Arte ed è stato stampato presso Duplikamente.
Per info:
cultura@comune.castelnuovo-rangone.mo.it
PREGHIERA – Non voglio continuare a sbagliare, 2018. Penna su fogli di quaderno, lana, Installazione ambientale. Courtesy Alessandra Maio