Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità | PAOLO MASI

A cura di Matteo Galbiati

dal 17 ottobre al 5 dicembre 2020

Inaugurazione: sabato 17 ottobre, ore 18.00

FerrarinArte, Legnago (VR)

Dopo la mostra di Paolo Masi allestita al Palazzo del Monferrato di Alessandria (III evento collaterale della Biennale d’Arte di Alessandria OMNIA III Edizione 2020) e il tour virtuale proposto nel periodo del lockdown (www.ferrarinarte.it/vgallery/Paolo_Masi/index.html), FerrarinArte presenta, nella sua sede di Legnago (VR), un ulteriore approfondimento dedicato alla ricerca dell’artista fiorentino, maestro indiscusso nel panorama italiano, capace di consegnare all’attualità del presente il senso di una liricità in cui il binomio segno-colore oltrepassa il limite confinato del quadro. Curata da Matteo Galbiati, l’esposizione “Pittura, vibrazione e segno. 60 anni di ordinata casualità” si configura come una concisa antologica, che attraverso opere selezionate riassume l’intero percorso dell’artista, a partire dalla fine degli anni Cinquanta sino alle più recenti ricerche, documentate grazie alla presenza di alcuni lavori inediti. «L’esperienza di Paolo Masi – scrive Matteo Galbiati – costituisce un’importante testimonianza che lo colloca nel pieno del dibattito artistico che ha connotato il panorama italiano, e non solo, a partire dalla fine degli anni Cinquanta e che ha messo in forte discussione, se non vera e propria crisi fondante, la pittura. Masi ricorre, senza mai tradirlo, al mezzo pittorico come strumento ancora efficace nel pronunciamento originario e perdurante nella sua attualità rinnovata e rinnovabile, essenziale nel definire un complesso meccanismo di relazioni con chi osserva. Masi dipinge con quel senso di orgogliosa e sentita responsabilità che itera la pittura nel tempo e nello spazio del vivere; la sua astrazione non è speculazione artefatta, ma sempre presenza di memorie ed è, per questo, capace di far affiorare deduzioni e intuizioni che consolidano il patto tra nuova conoscenza ed esperienza vissuta, tra immaginazione creativa e sensazioni pregresse. L’esercizio cromatico viene esperito con un rinnovamento costante di tecniche, gestualità e modalità risolutive, in cui il fare, per questa prolificità concettuale e concreta, si determina ed esplicita nella forma di un’inestricabile matassa di relazioni le quali, acquisite dalle prolifiche manifestazioni della sua essenza diffusa, sanno naturalmente trasferirsi all’altro. Masi, in definitiva, salva la pittura modificandola continuamente; lasciandosi stupire accetta il senso di una libertà d’azione che diviene salvifica. Nell’opera dell’artista fiorentino comprendiamo che la radice e l’essenza del suo rinnovamento e della sua messa in discussione costante è il cercare la verità del reale, nel coglierne le indicazioni come metafore di una possibile trasfigurazione dell’immagine del dipinto semplicemente respirando appieno il vivere del mondo». Le opere esposte, individuate tra le maggiormente iconiche del pensiero di Paolo Masi, percorrono sessant’anni di ricerca e sperimentazione, portando all’attenzione del pubblico uno spaccato riassuntivo della sua lunga scrittura pittorica che, ininterrotta, arriva all’oggi ancora forte del suo originario accento emotivo.

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FerrarinArte, Legnago (VR)

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Paolo Masi, Composizione, 2005, tecnica mista su tavola, 20 elementi, cm 24×16 cad.