RADICI LONTANE E PERCORSI INASPETTATI | Francesca Simondi

di Loredana Barillaro |

Francesca, parlami del tuo percorso di gallerista, com’è nato e come si è sviluppato negli ultimi anni?

Francesca Simondi/ Il mio interesse per il mondo dell’arte ha radici nella mia infanzia. Ancora oggi, ricordo con emozione il momento in cui ho visto per la prima volta capolavori come Guernica, i dipinti di Miró e le macchine in movimento di Tinguely. Queste esperienze dirette hanno alimentato i miei sogni e le mie passioni, spingendomi a trasformarle in un percorso professionale.
Per molti anni ho lavorato nel settore museale ed educativo, se però mi avessero detto che un giorno avrei fatto la gallerista, non avrei mai potuto immaginarlo. È stata la galleria stessa a scegliermi.
La mia esperienza come gallerista ha avuto inizio nel settembre del 2020, dopo aver lavorato per qualche anno fianco a fianco con Alberto Peola. È stato lui a coinvolgermi e a spronarmi a intraprendere questo nuovo percorso, insegnandomi meccanismi e sfumature di questo lavoro che ogni giorno diventa sempre più parte di me.

Cos’è oggi una galleria d’arte? Quali sono gli aspetti per cui possa dirsi tale, e quanto è mutata nel tempo la sua natura?

FS/ Oggi, una galleria d’arte rappresenta un punto di incontro cruciale tra artisti, curatori e appassionati del settore. È uno spazio dedicato alla promozione, alla presentazione e alla valorizzazione delle opere d’arte.
Negli ultimi anni però, il mondo dell’arte ha subito profonde trasformazioni.
L’aumento delle fiere d’arte, delle case d’asta e l’influenza sempre crescente dei social media e dei mezzi di comunicazione hanno portato le gallerie a rivedere il loro ruolo e la loro identità.
Oltre alle tradizionali gallerie, sono emerse nuove forme di esperienze che ampliano i confini della galleria d’arte come la conoscevamo. Il concetto di “white cube” è stato sfidato, aprendo spazio a modelli sperimentali come i progetti di scambio tra gallerie (inter-gallery projects), le gallerie temporanee (temporary gallery spaces) e i programmi di residenza per artisti (gallery residency programs). Queste iniziative offrono un terreno fertile per l’esplorazione artistica, la collaborazione e la condivisione di idee, ampliando così l’orizzonte delle possibilità nel panorama artistico contemporaneo.

Peola Simondi è una delle gallerie più strutturate in Italia, che tipo di ricerca portano avanti gli artisti con cui lavori?

FS/ La galleria, fondata nel 1989 da Alberto Peola, si distingue fin dall’inizio per il suo impegno e sostegno verso gli artisti giovani o emergenti, con una prospettiva che unisce l’attenzione al contesto italiano e il dialogo con alcuni protagonisti della scena europea e internazionale.
Nella diversità dell’uso dei media espressivi e dei contesti geopolitici a cui fanno riferimento, gli artisti con i quali lavoriamo sviluppano attraverso la loro ricerca tematiche che spaziano da quelle ambientali al confronto tra culture diverse, dalle tensioni politiche e sociali alla reinterpretazione della memoria storica di luoghi e comunità.


Francesca Simondi è Direttrice della Galleria Peola Simondi di Torino.

 

Dall’alto: Un ritratto di Francesca Simondi, foto © Isabella Castellano. Emily Jacir, “Not So Long As the Night”, 2021, particolare della mostra. Per entrambe courtesy Galleria Peola Simondi.

 

(intervista pubblicata nel n. 47 Luglio-Settembre 2023 di SMALL ZINE)

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