AMBIGUITY OF THE OBJECTS | Thorsten Brinkmann, Giuseppe Uncini, Peter Wuethrich

a cura di Lóránd Hegyi

Inaugurazione: giovedì 19 maggio 2022, dalle 17 alle 20
dal 20 maggio sino al  29 luglio 2022

GALLERIA FUMAGALLI, Milano

A un anno dall’inaugurazione del programma espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity”, pensato e curato dal critico Lóránd Hegyi, la Galleria Fumagalli presenta il quinto appuntamento dal titolo “Ambiguity of the Objects”, che pone in dialogo opere di Thorsten Brinkmann (Herne, Germania, 1971), Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008) e Peter Wuethrich (Berna, Svizzera, 1962).

Concepito sia come momento di celebrazione dei 30 anni delle attività della galleria sotto la direzione di Annamaria Maggi, sia come occasione per evidenziare alcune tendenze e temi comuni nell’arte contemporanea, il ciclo espositivo si compone di otto mostre ognuna delle quali presenta l’esposizione congiunta di tre artisti, rappresentati o seguiti dalla Galleria Fumagalli, provenienti da contesti ed esperienze differenti. Lóránd Hegyi individua, però, in ogni triade tematiche in grado di creare un dialogo concettuale ed estetico che sia inedito e stimolante. È il caso di “Ambiguity of the Objects”, un’esposizione che riunisce tre artisti di generazioni e poetiche diverse, le cui opere selezionate, però, dimostrano propositi comuni. Come enunciato dal titolo stesso, a fronte di un’apparenza di semplice e univoca lettura, le opere nascondono significati altri suscitati principalmente dai materiali utilizzati e svelati a uno sguardo più attento.

Nella sua ricerca plastica e spaziale, dopo aver sperimentato i tipici materiali della costruzione moderna (ferro e cemento), Giuseppe Uncini affronta anche il mattone. Ne considera il valore modulare per realizzare muri privi di qualsiasi funzionalità, ma capaci di evocare pratiche edificatorie tradizionali, maturando inoltre una riflessione sull’entità dell’ombra che porta l’opera ad assumere una valenza scultorea. Con la successiva serie delle “Dimore” avvia un’ulteriore indagine sull’ombra e su alcuni caratteri dell’architettura classica come l’arco e la fuga prospettica. In queste architetture, le volumetrie rimangono solo delineate dai loro contorni e si aprono su spazi non realmente abitabili. Per Peter Wuethrich i “mattoni” delle sue installazioni sono, invece, i libri. L’opera a parete L’arte di fare bouquet del 2005 restituisce un’armoniosa composizione pittorica costituita in realtà da altro, dall’oggetto libro. Proprio attraverso il gioco visivo di colore e ritmo, quasi musicale, l’opera restituisce quella latente emozionalità presente in ogni libro che, pur essendo un’entità materiale, concreta e fragile, è portatore di idee, concetti immateriali ed emozioni.

Thorsten Brinkmann presenta un grande assemblage di opere fotografiche e oggetti dall’apparente facile lettura: oggetti provenienti dal passato e frutto di scarto, figure che citano personaggi della storia e della letteratura, composizioni che alludono a generi artistici della tradizione… Se l’assemblage per sua stessa definizione può evocare un’accumulazione caotica di cose, per Brinkmann è anche un’accumulazione di significati altri e citazioni. Realizzate con meticolosa precisione e armonia estetica, queste opere stimolano potenziali nuove letture di metafore culturali ed espressioni figurative già esistenti.

Il programma “MY30YEARS – Coherency in Diversity” proseguirà fino al 2023. Giunta a metà del ciclo, contestualmente all’inaugurazione di questa quinta mostra, la Galleria Fumagalli presenta al pubblico il primo libro (di due) che documenta le prime quattro mostre. La pubblicazione è edita da Silvana Editoriale.

Thorsten Brinkmann (Herne, Germania, 1971) vive e lavora ad Amburgo. A seguito degli studi presso l’Università di Belle Arti di Amburgo, prima come studente di Bernhard Blume (1997-2002) e poi di Franz Erhard Walther (2002-04), persegue un’indagine visuale caratterizzata da un’ironica riflessione sulla società e sulla cultura storico-artistica contemporanea. Attraverso sorprendenti combinazioni di oggetti quotidiani, materiali di scarto e riferimenti alla storia dell’arte, l’artista offre una nuova lettura dei tradizionali generi artistici. Nelle sue fotografie, installazioni e video, Brinkmann presenta i generi del ritratto, della natura morta e del paesaggio, combinando però a iconografie note (che spesso evocano composizioni Dada e surrealiste) forme della vita quotidiana contemporanea al fine di generare un effetto di straniamento intellettuale. Così facendo, l’artista si interroga sulla capacità di rilettura di metafore e narrazioni del passato. La Galleria Fumagalli rappresenta l’artista in Italia dal 2021 quando ne presenta una selezione di opere all’edizione di Miart – Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano. Nello stesso anno lo coinvolge nel programma espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity” come nuova proposta. Sue opere sono state incluse anche nella terza mostra del ciclo, “Ironia – Temporalità – Déplacement” (novembre 2021 – gennaio 2022).

Giuseppe Uncini (Fabriano, 1929 – Trevi, 2008) si trasferisce a Roma nel 1953 dove inizia a realizzare i primi cicli di opere: le “Terre” (1956-57), ancora immerse nel clima dell’Informale, anticipano l’iconica serie dei “Cementarmati” (1957-61), sculture di cemento e ferro che rivelano la loro struttura portante e il principio costruttivo. Partecipa a diverse mostre con la Giovane Scuola Romana e nel 1962 costituisce il Gruppo 1 per la valorizzazione del ruolo sociale dell’arte. Il percorso artistico di Uncini continua coerentemente: il suo solido pensiero strutturale, mai mimetico, è oggettivato nei successivi cicli di opere (“Ferrocementi”, “Strutturespazio”, “Strutturespazio-ambienti”, “Mattoni”, “Terracementi”, “Ombre”, “Interspazi”, “Dimore”, “Muri d’ombra”). Tra gli anni ’90 e i primi 2000 l’attenzione è polarizzata dal desiderio di concretizzare lo spazio vuoto (“Spazi di ferro” e “Spazicemento”), per indirizzarsi poi verso la realizzazione di grandi conformazioni architettoniche (“Muri di cemento” e “Architetture”). Negli ultimi anni di vita inizia la serie degli “Artifici” in cui pare tornare ai materiali delle origini, impiegando la terra. Giuseppe Uncini prende parte a prestigiose rassegne internazionali: Quadriennale di Roma (1999, 1992, 1973, 1965, 1955), Biennale di Venezia (1995, 1984, 1978, 1976, 1966), e Biennale di Tokyo (1963). Dal 1995 ha collaborato con la Galleria Fumagalli che gli dedica 5 mostre personali, 8 libri di mostre e il Catalogo Ragionato edito nel 2008, frutto del lavoro di gestione dell’Archivio Uncini. Nel 2021 sue opere sono coinvolte nella prima mostra del programma espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity”, dal titolo “Architettura – Spazialità – Artefatto” (maggio – luglio 2021).

Peter Wuethrich (Berna, 1962) vive e lavora tra la capitale svizzera e Interlaken. Sin dagli inizi degli anni ’90, il suo lavoro si concentra sulla parola scritta e in particolare sul “libro”, soggetto e unità costitutiva di molte sue creazioni. L’artista ne esalta il carattere fisico di monumento, depositario e custode dell’entità immateriale e spirituale del contenuto testuale. Il libro è inteso come testimone fisico del passato ma anche precursore di ciò che deve ancora realizzarsi. Tale fisicità è ribadita attraverso le caratteristiche plastiche e coloristiche delle sue opere, ma anche attraverso il progetto fotografico iniziato a Los Angeles nel 2000 (e tutt’ora in corso): “The Angels of the World”. In queste scene l’oggetto libro viene trasformato nelle ali di un angelo e le persone che lo indossano sulle spalle diventano automaticamente angeli e forieri di un messaggio immateriale. L’artista collabora con la Galleria Fumagalli dal 2004, anno della prima personale in galleria e della monografia “Literary Towers” con testo di Bruno Corà. Assieme ad altri diciannove artisti (tra i quali anche Giuseppe Uncini), Peter Wuethrich ha preso parte alla mostra “Visioni” presso l’ex chiesa di Sant’Agostino a Bergamo (2005), per la quale realizza un progetto site-specific. Nel 2021 sue opere sono coinvolte nella seconda mostra del programma espositivo “MY30YEARS – Coherency in Diversity”, dal titolo “Sistema – Dematerializzazione – Testo” (settembre – novembre 2021).

Per info:

GALLERIA FUMAGALLI, Milano

+39 02 36799285 

info@galleriafumagalli.com | galleriafumagalli.com

Ufficio stampa:

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Carlotta Biffi | carlotta@paolamanfredi.com

 

Thoirsten Brinkmann, Platanius, 2019, C-print + Found objects, 55x50x16 cm, unique©Thorsten Brinkmann.

 

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