Fino al 12 novembre 2022
P420, Bologna
P420 è lieta di presentare la mostra personale Anche di notte dell’artista messicano Rodrigo Hernández (Città del Messico, 1983) che porta, per la terza volta negli spazi della galleria, una nuova produzione di opere, realizzate proprio durante un suo soggiorno a Bologna, ispirate alla storia e all’atmosfera della città con un particolare riferimento alla collezione del Museo Civico Medievale, luogo molto amato dall’artista.
Anche di notte è una mostra intima, luminosa e notturna allo stesso tempo. Lo spazio della galleria si riempie del silenzioso mondo creato da Hernández, le cui immagini stilizzate pervadono delicatamente la visione dello spettatore e lo immergono in una dimensione nuova ricca di immaginazione e simboli.
La prima sala ospita un unico dipinto – che dà il titolo alla mostra – e una pittura murale trompe-l’oeil che ricrea uno dei famosi portici di Bologna in dialogo con un’opera in ottone raffigurante un pipistrello, animale che da sempre suggerisce il lato notturno del mondo.
La seconda parte dell’esposizione è composta da un’installazione di grandi lavori realizzati in ottone martellato a mano, le cui figure e motivi sono tracciati con linee morbide, mentre il colore vibrante dell’ottone aggiunge luminosità e calore: il fondo dorato crea un’atmosfera devozionale che esalta ulteriormente l’intimità dei soggetti. Ne risulta un percorso narrativo che oscilla tra riferimenti ad un universo medievale e un’ambientazione onirica sospesa tra sogno e realtà.
La ricerca di Hernández è da sempre rivolta alle arti e i mestieri classici e moderni, e si esprime attraverso una sperimentazione linguistica che unisce materiali semplici (come carta, legno, metallo) a contenuti originari e raffinati (la scrittura giapponese, l’iconografia dell’arte pre-colombiana, il modernismo europeo) rielaborandoli e restituendoli con uno stile fortemente personale e una inaspettata leggerezza. Hernández ha sviluppato una poetica in cui elementi provenienti dalla letteratura, dalla storia dell’arte e dall’osservazione del mondo convergono in un nuovo vocabolario in continua evoluzione che viene parlato dalla superficie delle cose. Come fossero lasciati soli a guardarsi, motivi figurativi e astratti si uniscono e dialogano tra loro generando opere che ci ricordano l’ignoto, eppure si presentano a noi con una calda familiarità.
Un testo critico di Stella Bottai accompagna i visitatori nella mostra.
Rodrigo Hernández ha studiato arti visive alla Scuola Nazionale di Pittura, Scultura e Incisione “La Esmeralda” a Città del Messico e ha completato la sua educazione all’Akademie der bildenden Künste Karlsruhe, a Karlsruhe, in Germania, nella classe dell’artista Silvia Bächli. Nel 2014 ha concluso un programma post-laurea presso Jan Van Eyck Academie a Maastricht, Paesi Bassi. Attualmente vive e lavora a Città del Messico.
Il suo lavoro è attualmente presente in una mostra personale presso il Museo Jumex a Città del Messico.
Tra le mostre personali recenti: Swiss Institute Contemporary Art di New York, US (2022); El espejo, Museo de Arte Moderno de Medellin, Medellin, CO (2022); Petit-Music, Kohta, Helsinki, FI (2021); Moon Foulard, Culturgest, Porto, PT (2021); Nothing is Solid. Nothing can be held in my hand for long, Parcours, Art Basel, Basilea, CH (2021); Passado, Centro Internacional das Artes José de Guimarães, Guimarães, PT (2021); Reação em Cadeia, Moon Foulard, Fidelidade Arte, Lisbona, PT (2021); What is it that has etched itself into you?, Galeria Madragoa, Lisbona, PT (2020); Rodrigo Hernández – Dampcloot, Galerie Fons Welters – Front Space, Amsterdam, NL (2020); A Moth to a Flame, SCAD Museum of Art, Savannah, Georgia, USA (2020); ¿Qué escuchó cuando escucho el dis- currir del tiempo?, Sala de Arte Publico Siqueiros, Città del Messico(2019); Who loves you?, Kunsthalle Winterthur, Winterthur, CH (2019); A Complete Unknown, Midway Contemporary, Minneapolis, US (2019); O mundo real não alça voo, Pivô, San Paolo, BR (2018); The gourd and the fish, Salts, Basel, CH (2018); Stelo, P420, Bologna, IT (2017).
Per info: