Arte per passione | Intervista a Cinzia Lampariello Ranzi, Direttrice di Agostino Art Gallery di Milano

di Loredana Barillaro

Loredana Barillaro/ Collezionisti e galleristi. Quanto ha influito la vostra passione nel decidere di aprire la galleria?

Cinzia Lampariello Ranzi/ La passione è tutto. Senza passione non sarebbe stato possibile lanciarsi in un’esperienza così arricchente, ma allo stesso tempo impegnativa e totalizzante. Personalmente provengo da studi umanistici e ho sempre ragionato per immagini. La prima opera che ho collezionato è stato un lavoro di Andrés Serrano del 1982. Successivamente mi sono avvicinata a vari linguaggi in quanto credo fermamente nella “liquidità” della cultura contemporanea. In questo momento, ad esempio, sto seguendo, con particolare attenzione, le vicende legate alla Pop Art e alla Street Art internazionale. Mio marito, Giacomo Christian Giulio Ranzi, ha una formazione matematico-scientifica con importanti esperienze in ambito sportivo. Si è avvicinato gradualmente al mondo dell’arte ed oggi ha maturato uno sguardo acuto, libero da preconcetti. È particolarmente attratto dalla pittura materica e figurativa. La nostra collezione comprende quindi queste due anime, che abbiamo portato anche in Agostino Art Gallery. Abbiamo deciso di aprire il nostro spazio a Milano dopo la Biennale Arte 2022 e la scelta è ricaduta su un piccolo spazio in via Solari, di fronte all’headquarter milanese di Fendi. La prima mostra è stata dedicata a Michele Tombolini, un ottimo artista e un caro amico, che abbiamo presentato in collaborazione con Cris Contini Contemporary. Dal 26 ottobre 2022 – data di inaugurazione di Agostino Art Gallery – sono successe tante cose, con esposizioni in galleria, progetti a New York, inviti a Festival e Biennali… più di quanto ci saremmo aspettati. Detto questo, tuttavia, non c’è stata improvvisazione. Provengo dalla comunicazione strategica quindi sono consapevole che servono le risposte giuste per gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Perché aprire una galleria d’arte? Perché è l’unico modo per poter vivere l’arte tutti i giorni.

LB/ Qual è il tratto peculiare che caratterizza Agostino Art Gallery rispetto all’attività abituale di una galleria italiana? Quali le reazioni del pubblico alla vostra proposta espositiva?

CLR/ La peculiarità della nostra Galleria è che facciamo arte per passione, tanta ricerca e attività di scouting a sostegno degli artisti del futuro. Stiamo inoltre cercando di portare avanti importanti progetti di welfare, a favore della collettività. Il vero problema è che in Italia non si riesce ad ottenere mai una risposta chiara è univoca. Per accedere ai bandi legati al PNRR bisogna spendere soldi e i fondi legati alla cultura sono esigui. È difficilissimo parlare con gli Amministratori e i rappresentanti delle Istituzioni, che dovrebbero essere al servizio dei cittadini, e ogni procedura si carica di una burocrazia sorda e insormontabile. Trovo che questi elementi siano di una gravità inaudita in un paese civile. Per fortuna il pubblico e gli addetti ai lavori hanno recepito con grande interesse la nostra proposta espositiva. In pochi mesi di attività la nostra reputazione si è consolidata e abbiamo ottenuto un accreditamento internazionale. Ogni giorno riceviamo telefonate dagli Stati Uniti, dagli Emirati Arabi e da tutte le parti d’Italia. Ogni giorno abbiamo la possibilità di conoscere persone estremamente interessanti e si amplia la nostra capacità di pensiero.

LB/ Qualche giorno fa ha inaugurato la personale dell’artista Fabrizio Vatta, che tipo di ricerca porta avanti?

CLR/ La ricerca di Fabrizio Vatta è focalizzata sull’essere umano, visto da angolazioni inusuali. Allievo di Emilio Vedova, ha una mano eccezionale. Le sue opere vanno assorbite, richiedono tempo e contemplazione. In mostra abbiamo una quindicina di dipinti, realizzati dal 2020 al 2022, in pieno periodo covid. Sono quindi legati alla quotidianità dell’uomo, ad una forma di spiritualità che deve essere portata anche fuori dalle chiese e messa a disposizione di tutti. E tra i principali colori della sua tavolozza c’è il blu, il colore dello spirituale nell’arte. Un colore con il quale dipingerei il mondo…

LB/ Che ruolo occupa, nel contesto più ampio del vostro lavoro, la promozione di artisti emergenti, c’è ancora tanto da scoprire? 

CLR/ C’è tantissimo da scoprire: ci sono tanti giovani artisti che hanno bisogno di sostegno per muovere i loro primi passi fuori dall’Accademia e ci sono tanti artisti mid-career che non hanno avuto lo spazio che meritano. Dell’attività di scouting si occupa prevalentemente Giacomo, informandosi attraverso vari canali, online e offline. Io sono abituata a guardare, quindi ormai faccio fatica a vedere. Lui ha cominciato a vedere e assorbe gli stimoli con grande facilità. Il pay off posto sotto al nostro logo recita: “Art takes care of heart”. Credo sia propri così: l’arte è cura e ci rende liberi.

LB/ Perché scegliere di lavorare con i linguaggi del contemporaneo?

CLR/ Perché li sento miei. La mia età anagrafica non mi ferma: parlo e voglio parlare il linguaggio dei ragazzi. Lavoro per chi oggi ha trent’anni. Mi piace tutto ciò che è nuovo, in particolare la tecnologia e la libertà che la tecnologia ci offre. Ho viaggiato tanto, ho fatto tanti lavori, mi sono occupata di mercati internazionali, ho studiato gli NFTs. La cosa fondamentale però è assumere un concetto, metabolizzarlo e poi restituirlo. Ciò che è raccontato con parole – o immagini – semplici arriva a tutti.

LB/ Quali progetti avete per il futuro? 

CLR/ In Galleria alterneremo mostre classiche, sempre con la vena di scoperta (o riscoperta di artisti che purtroppo hanno perso il loro stimolo), a progetti tematici e capsule collection, così come è stato per Lilibet. The Queen, la monografica dedicata a Sua Maestà la Regina Elisabetta II d’Inghilterra che ha suscitato grande interesse, con mezza pagina sul Corriere della Sera, interviste televisive e uscite internazionali. Un progetto che troverà nuova luce nell’ambito di PARMA 360 – Festival della creatività contemporanea, a cura di Chiara Canali e Camilla Mineo. A Parma, arricchiremo il progetto con pezzi inediti, che abbiamo raccolto negli ultimi mesi. E sull’onda di questa mostra, a grande richiesta, in primavera arriverà una nuova mostra dedicata a Re Carlo, per la quale stiamo facendo tanta ricerca. Stiamo inoltre lavorando al Manifesto sulla realtà permanente e la liquidità dell’arte, che vorremmo lanciare prossimamente con il supporto degli artisti con cui lavoriamo. Siamo una giovane galleria, ma con grandi obiettivi. Siamo certi che lavorando con serietà ed onestà intellettuale avremo modo, nel nostro piccolo, di fare la differenza.

Dall’alto:Giacomo Christian Giulio Ranzi e Cinzia Lampariello Ranzi, ph. La Press. Fabrizio Vatta, Abbracciami, 2021. Olio su tela, cm 50×60. Ph. Nino Esposto. Per entrambe courtesy Agostino Art Gallery.

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