Una serie di imponenti installazioni digitali sui luoghi simbolo della comunità, per una narrazione condivisa del patrimonio culturale e identitario del comune calabrese.
Il Comune di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza, diventa protagonista di un articolato progetto a cura di Franz Cerami, artista italiano, con base a Napoli, riconosciuto a livello internazionale per il suo lavoro capace di mettere in dialogo arte e tecnologia, attraverso una tecnica mista, che incrocia pittura classica, pittura digitale e videomapping. “Denzolu”, termine evocativo della parola dialettale lenzuolo, è un progetto di narrazioni, che pone l’attenzione sui luoghi e sull’identità della comunità che li abita, sui volti e sulle caratteristiche che rendono speciale ed unico il territorio di Corigliano-Rossano, comune dai natali recenti, istituito nel 2018 dalla fusione delle municipalità di Corigliano Calabro e Rossano. Un progetto che prende forma attraverso una serie di imponenti installazioni digitali, che toccano alcuni dei luoghi simbolo del territorio, con l’obiettivo di concorrere alla creazione di una nuova identità condivisa e partecipata. “Un lavoro sull’attraversamento, sul perimetro, sul limite, sulla possibilità di superarli” – sottolinea Franz Cerami – “La storia di Corigliano Rossano è una storia bellissima. È la storia di due comunità da sempre rivali. Due comunità divise da un lenzuolo che, nell’immaginazione popolare era stato posto dai Rossanesi per togliere il sole ai Coriglianesi. Due comunità che finalmente, è storia recente, hanno maturato nel tempo la necessità di fondersi in un’unica nuova comunità. Hanno attraversato la soglia, superando il limite. È una storia bella ed emozionante, in un’epoca di muri e steccati, di divisioni laceranti, questa comunità si unisce”.
Il progetto di narrazione della comunità di Corigliano-Rossano è stato allestito per aree tematiche: L’identità, che ha preso forma con “Limen Portraits” sulla facciata della Torre del Cupo; Il centro storico ed i Beni Culturali con “Lumina” sulla facciata dell’Abbazia del Patire; Le periferie con “Lighting Flowers”: incursioni notturne nelle periferie del territorio. “Limen Portraits” è uno dei progetti cardine della poetica di Cerami, un lavoro che si rinnova in ogni occasione. Nello specifico, a Corigliano-Rossano l’artista ha realizzato cento ritratti fotografici di cittadine e cittadini della nuova comunità in diversi punti della città. Successivamente Cerami ha dipinto questi ritratti utilizzando tecniche di painting digitale miste a pittura ad olio e grafite. I ritratti sono stati stampati su lenzuola appese alle finestre di Corigliano-Rossano, e poi assemblati in un’unica grande installazione, proiettata su un unico grande lenzuolo immaginario, nella serata del 28 dicembre, sulla facciata della Torre del Cupo: l’elemento divisivo diventa elemento unificante. Il termine ritratto deriva dal latino re-traho, che, letteralmente, significa portare fuori, e in questo senso “Limen Portraits” vuole portare fuori Corigliano Rossano, i suoi abitanti, la nuova comunità. Portarli “fuori”, per creare incontri, scambi, relazione e futuro comune. I luoghi dei ritratti, i muri, le strade, i palazzi, sono il ritratto degli uomini che le hanno edificate, dei loro amici, dei loro incontri, delle persone che hanno desiderato e sognato. Una relazione intima che lega i luoghi alle persone, ancor prima che queste li attraversino, li abitino, li usino come fabbriche, negozi, case, punti di incontro.
Ad anticipare questo lavoro “Lightning Flowers”, un’installazione di videomapping che punta a ridipingere gli spazi abbandonati delle periferie urbane, attraverso fiori digitali e luminosi dai colori sgargianti, fiori simbolici che interrompono l’ombra e l’oscurità di certi siti ridandogli vita. A chiudere le giornate di lavori di “Denzolu” è “Lumina”, una installazione luminosa in cui l’artista ripensa e ridisegna le antiche luminarie, utilizzando linguaggi digitali, rielaborando i cromatismi e le geometrie caratteristiche, animandole al ritmo della musica. ll risultato è un’esplosione di luce e di colore in movimento nella notte, che suggerisce allo spettatore, in un luogo carico di spiritualità come l’Abbazia del Patire, la forte interrelazione tra la Luce espressa come magia dell’effimero e il Sacro in quanto ineffabile essenza. Una congiunzione che ha la natura di un archetipo antropologico e che coglie l’essenza dell’evento rituale che si rinnova conservandosi profondamente primigenio.
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