DISSOLVENZA  UN PERCORSO TRA ARTE E NATURA | Maria Halip

a cura di Roberto Mastroianni 

fino all’8 luglio 2022

Villa Amoretti, Torino 

La mostra “Dissolvenza. Un percorso tra arte e natura” di Maria Halip, a cura di Roberto Mastroianni, mette in scena una selezione di opere scultoreo installative tratte dalla recente produzione dell’artista, che esplora la profonda connessione tra arte e natura, i linguaggi e le logiche strutturali del reale.
Negli ultimi anni Maria Halip ci ha abituato, infatti, a una ricerca poetica minimale e rigorosa, che indaga la dimensione esistenziale e antropologica in relazione agli elementi primari che compongono la realtà, tenendo assieme la dimensione formale, la sperimentazione sui materiali e le domande di senso che legano l’umano alla sfera dell’organico e a quella dell’inorganico. Questo interesse per le forme, i colori e la materia si esprime compiutamente in una produzione di opere capaci di tenere assieme i linguaggi delle arti visive con quelli delle arti plastiche, dando forma a sculture installative che sono, al contempo, immagini non figurative di natura quasi pittorica che rifiutano la mimesi esplicita per indagare l’aspetto formale, linguistico e materico dell’arte e gli elementi primari della natura. Nella sua più recente produzione, che possiamo osservare nelle opere in mostra, riconosciamo, dunque, alcuni tratti fondamentali che si ascrivono a quella “linea analitica dell’arte moderna e contemporanea, che Filiberto Menna ci ha insegnato essere pervasa da un desiderio di comprensione degli elementi essenziali della realtà e dell’arte e alla riproduzione astratta, minimale e, appunto, analitica delle logiche compositive e formali del reale. Questa tensione si esprime nella sperimentazione sulla linea, sul punto, sulla superfice e nella sapienza dell’assemblaggio poetico dei più disparati medium espressivi e materiali, al fine di restituire la complessità del mondo interiore ed esteriore.
Questa ricerca sulle grammatiche della natura, della spazio e della nostra consapevolezza visiva si condensano in cicli di opere, che organizzano gli elementi primari secondo le leggi della complessità, restituendo in composizioni ordinate e rigorose materiali di recupero (plastica, marmo, pietre, ferro…) attraverso un’impostazione chiaroscurale e un rigore formale, dando vita ad “accumulazioni” che danno vita a “totem” e “quadri” scultoreo installativi.
Le accumulazioni prendono così la forma di stratificazioni rigorosamente organizzate, che riproducono la dialettica tra organico e inorganico che innerva la realtà e l’evoluzione umana e che è rappresentata, sia attraverso il rigore compositivo dei materiali plastici, che si fa geometria esistenziale, sia attraverso la contaminazione di questi materiali con elementi naturali (fiori essiccati, legni, pigmenti…). La dimensione esistenziale, la ricerca emotiva e a tratti spirituale dell’artista di origine rumena si condensano così in una sperimentazione che mette in scena, in modo plastico, il dialogo tra le forme, i colori e i materiali e che affonda le radici nell’estetica e nella storia dell’arte bizantina. Rintracciamo nelle sue opere, infatti, i linguaggi tipici dei mosaici e dell’iconografia sacra ortodossa spogliati, però, della figuralità e portati alla loro dimensione primaria, al fine di dare vita a composizioni che tendono a unire bidimensionalità e tridimensionalità in modo da restituire la profondità del reale, senza cedere alla tentazione figurativa.
L’interesse per la natura, il paesaggio e la dimensione esistenziale trova, pertanto, forma nelle “accumulazioni” realizzate dalla Halip, proponendoci una serialità e ricorsività compositiva che dà forma a una dimensione, al contempo, astratta, matematica e onirica e che, integrandosi con la fisicità e il lessico dei materiali, ci trasporta in paesaggi naturali e in porzioni di realtà che sfidano la mimesi per tendere all’essenzialità.
La riproduzione delle logiche della natura e l’attenzione per l’emotività e la poetica dell’esperienza umana nel mondo danno così vita a opere, realizzate con materiali poveri e di recupero, capaci di presentarsi come icone delle geometrie esistenziali che innervano il mondo della natura. Queste porzioni di materia riarticolata, assemblata e ordinata diventano così porta di accesso al nostro comune paesaggio interiore, al nostro immaginario culturale e artistico e alla complessità del mondo.

Per info:

Maria Halip, Torino

www.mariahalip.com | info@mariahalip.com

 

 

Maria Halip, binary comment. Courtesy artista.

 

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