Energicoforma

Bruno Querci alla Galleria Aarte Invernizzi tra geometria, linea e luce

di Silvia Puelli

Bruno Querci è in mostra fino al 31 gennaio 2018 alla Galleria A Arte Invernizzi con un’esposizione personale, che ripercorre le tappe principali della sua ricerca artistica.
La rassegna, dislocata su due piani, ne abbraccia la carriera seguendone, dall’alto in basso, l’ordine cronologico, dai lavori degli anni ’80 alle opere più recenti e recentissime.
Protagonista dell’Astrazione Povera di Filiberto Menna, Bruno Querci concentra la sua pittura sulla forma e sulla geometria, raccogliendo il retaggio delle correnti minimalista e astratta. Il movimento Astrazione Povera rappresenta lo sviluppo nostrano di una tendenza, quella minimalista, tutta statunitense, e di cui l’Europa non è rimasta immune. Stralci di questa influenza sono infatti visibili nelle sperimentazioni di riduzione, sintesi, analisi e scomposizione dell’opera, messe in atto da vari artisti nel vecchio continente dagli anni ’60 agli anni ’80. L’Astrazione Povera affonda le radici nel minimalismo dunque, raccogliendone l’eredità delle strutture modulari e ripetitive, della progressiva riduzione dell’opera all’osso, dell’enfatizzazione della sua fisicità: i soggetti minimalisti sono ridotti a figure essenziali, dove qualsiasi rimando ad oggetti riconoscibili è eliminato in favore di un’opera pura, anonima, fredda. La corrente di Filiberto Menna prende l’arte minimale come punto di partenza e ne porta avanti la filosofia: essa riconosce il valore alla forma di per sé, ponendo enfasi maggiore sull’intenzionalità progettuale e dunque sul processo di realizzazione dell’opera stessa. Eliminata la narrazione, il richiamo al quotidiano, il colore e il godimento estetico, in favore di una sintesi che talvolta giunge perfino all’azzeramento.  Così la pittura di Bruno Querci è fredda e rigorosa, più ricerca che espressione artistica, più indagine che opera estetica. Se le tele degli anni ’80, pur mantenendosi sul solco dell’astrazione minimalista, presentano forme più morbide e irregolari, scendendo ai piani bassi della galleria e dunque avvicinandoci alle sue opere più recenti, la sperimentazione di Querci diventa più radicale, le linee più nette e spigolose, le forme più delineate e precise. Essenziale la sintesi formale, estrema la perfezione dei contorni. Querci gioca sui diversi equilibri generati dalla disposizione di forme, linee e superfici, dal contrasto del bianco e del nero, dall’alternanza di pieni e vuoti creata dalle sagome.

Per gli artisti minimalisti e dell’Astrazione Povera ciò che conta non è il pieno, ma il vuoto: Bruno Querci costruisce infatti le sue forma a partire dal vuoto, ovvero dalla sottrazione progressiva di elementi. E così nella sua pittura procede per sottrazione: la sua ricerca parte dal tentativo di definire i confini sfuggevoli della forma e di delinearne i contorni. Dal punto di vista della tecnica pittorica, Querci dispone svariate mani di colore sulla tela, rendendola così fortemente densa e compatta che a malapena di distingue dalla parete su cui è esposta. Le opere del 2017 (Geometricoluce, Geometriconaturale, Dinamicoforma e Goticonaturale), tutte linee essenziali e geometrie pure, sono al limite dell’annullamento della forma stessa; la sottrazione è così estrema che talvolta la tela non è altro che uno spaccato: da una parte il bianco, dall’altra il nero. La Galleria Aarte Invernizzi offre una retrospettiva di Bruno Querci, evidenziando il suo percorso artistico e l’indagine sulla forma, la luce, la geometria; mette in luce i punti salienti della sua ricerca e i legami tra le opere, grazie anche alle pubblicazioni diffuse in occasione della mostra (tra gli altri, il catalogo delle opere esposte e una bio-bibliografia aggiornata). Sia per gli amanti dell’arte minimalista che per i profani che non ne conoscono approfonditamente la storia e gli sviluppi, l’esposizione fornisce un’occasione di approfondimento sull’evoluzione dell’arte degli anni ’80. Evoluzione che Bruno Querci ha contribuito a plasmare.

Per entrambe: veduta della mostra. Courtesy A Arte Invernizzi, Milano.

© 2018 BOX ART & CO.

NEWS

Archivio