IL MIO LAVORO COME STILE DI VITA | Giulia Biafore

di Loredana Barillaro |

Giulia, la Galleria Studio G7, di cui sei Direttrice, è una realtà storica del panorama bolognese. Come riesci a conciliare, nel tuo lavoro, tradizione e ricerca?

Giulia Biafore/ La Galleria Studio G7 è una realtà storica del panorama bolognese che ha legato la sua attività fin da subito alla ricerca e alla sperimentazione. Per questo credo di avere oggi una responsabilità che è anche una grande opportunità. La storia della galleria mi permette di lavorare con artisti storicizzati che continuano a fare ricerca e, allo stesso tempo, di proporre nuove personalità artistiche seguendo la linea concettuale che ho intrapreso.

Quale vuole essere il tuo apporto al panorama artistico della città?

GB/ Sono molto attenta alla città e vorrei che la città lo fosse nei confronti dell’offerta culturale contemporanea locale; credo sia fondamentale rafforzare le sinergie tra realtà pubbliche e private, perseguendo un obiettivo già avviato dal MAMbo e da Arte Fiera, i cui direttori sono sempre molto presenti e attenti a tutto ciò che si propone.

Cos’è che connota il tuo lavoro di gallerista?

GB/ Chiamarlo lavoro è riduttivo, forse è più uno stile di vita; l’attività offre stimoli diversi e mi piace pensarli come un humus, un insieme di fattori che definiscono un approccio e un percorso che devono avere un equilibrio. Sono molto attenta ai cambiamenti sociali e culturali e sono pronta a mettermi in gioco, a trovare nuove strategie. Lavoro a stretto contatto con gli artisti e con loro cerco di costruire un progetto che parta dalla galleria e apra a nuove opportunità. Mi affido sempre ad un curatore con il quale stringo spesso un rapporto di lungo termine; credo che all’interno del nostro sistema sia una figura fondamentale per la proposta contemporanea. Sono sempre aperta alle collaborazioni anche tra realtà diverse; attività che vadano a unire realtà differenti rappresentano opportunità per educare all’arte.

Bologna è la città di una delle più importanti fiere italiane e non solo, in tal senso che rapporto hai con il mercato e che rapporto realizzi con le fiere d’arte?

GB/ Le fiere sono state importanti e a mio avviso torneranno ad esserlo; il mercato risponde in galleria, ma sicuramente la fiera genera un’opportunità maggiore di contatti e nuove conoscenze. È importante sottolineare come la fiera funzioni e può funzionare solo in presenza; l’empatia e il rapporto con l’opera, sia il fine commerciale o di piacere, si può generare solo a diretto contatto con il lavoro. Altra cosa importante è conoscere il mercato, ma non farsi condurre dal mercato. La fiera è un contenitore commerciale sempre più culturale; se penso ad Arte Fiera, la scelta di limitare il numero degli artisti e coinvolgere realtà del territorio per mostre collettive all’interno dei padiglioni ha portato ad una proposta curatoriale interessante anche per noi operatori stessi. Credo molto in questo binomio, ed è lo stesso che sto portando avanti in galleria: un perché comune di concetto, che ambisca a farsi riconoscere in una identità chiara e in divenire.

Giulia Biafore è Direttrice della Galleria Studio G7 di Bologna.

Dall’alto: Un ritratto di Giulia Biafore. Courtesy Giulia Biafore. Letizia Cariello, FUSO ORARIO, exhibition view. Foto © Alessandro Fiamingo. Courtesy dell’artista e Galleria Studio G7.

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