LA BELLEZZA DI UN CORPO QUALSIASI

Intervista a Marino Festuccia

di Loredana Barillaro

Loredana Barillaro/ Ciao Marino, il tuo progetto potrebbe connotarsi come “esperimento sociale”? Esso presuppone una nuova “modalità” di cogliere il soggetto, me ne parli?

Marino Festuccia/ Ciao Loredana, innanzitutto grazie per l’intervista e per aver ospitato me e il mio progetto sul tuo magazine. Non so se definirei Younalogue come un esperimento sociale, in quanto un esperimento presupporrebbe il desiderio di dimostrare la validità di una teoria o di un’ipotesi a cui si sia giunti. Quello che faccio io è invece raccontare qualcosa di cui non serva dimostrare l’esistenza, ma solo dargli uno spazio che difficilmente trovi: la banalità del nudo, la normalità di un corpo. Qualsiasi corpo. Non so se la mia modalità di fare fotografia sia nuova o meno, ma so che in una certa misura sia diversa. E’ diversa perché non richiede l’aderenza a un canone estetico, a una finalità fotografica che non sia espositiva e quindi non deve comunicare usando un linguaggio specifico e codificato. Ognuno è libero di esprimersi secondo il linguaggio del suo proprio corpo, senza giudizio o aspettativa da parte mia. Si fa una lunga chiacchierata in cui ci si apre, si cerca quell’empatia che permetta a chi partecipi di liberarsi di ogni sovrastruttura che tutti i giorni spesso senza rendercene conto sovrapponiamo al nostro corpo che, per natura, è invece privo di simboli.

LB/ Credo che esso si collochi in fondo su un piano poetico, poiché consente una lettura del corpo nudo scevra da pregiudizi, e allo stesso tempo su un piano più estremo, perché ancora oggi mostrare il nudo al di fuori della massificazione dell’immagine e della speculazione visiva realizzata dai più comuni media, sia ancora un atto di coraggio…

MF/ I media massificati e massificanti hanno sempre mostrato corpi in tutte le salse, quella che ne cambia è la destinazione d’uso. La cultura di massa, figlia del consumismo, ha posto la ragione al di sopra di ogni cosa, cancellando l’etica quando scomoda, rendendo valida l’esistenza solo di ciò che possa essere “ragionevolmente” usato: è una delle lezioni dell’approccio pubblicitario alla vita.
In questo senso l’atto di coraggio non è tanto quello di mostrare il proprio corpo, oggi comunque possibile al di fuori delle direttrici mediatiche tradizionali grazie a Internet e ai social, ma quanto il fatto di mostrarlo privandolo di qualsivoglia destinazione d’uso; persino il piacere è escluso da questo progetto come finalità narrativa.
Il corpo è ed esiste così come sono ed esistono tutti gli altri elementi della natura frutto del caso. La mia è una fotografia banale.

LB/ Tra il fotografo e la persona ritratta c’è sempre un rapporto di scambio reciproco. In questo caso chi decide cosa mostrare e cosa registrare attraverso il gesto del fotografare? Sei tu a dover rispondere ad una richiesta?

MF/ Quella che si crea durante un incontro fotografico per Younalogue è una “bolla” all’interno della quale si arriva a una conoscenza molto intima e profonda tra me e le persone partecipanti in un lasso di tempo brevissimo; è la vittoria dell’ascolto umano e del buon progetto sul timore dell’estraneo. Molte delle storie raccontate stavano già ribollendo e avevano “solo” bisogno di un ascoltatore, altre storie sono diventate tali una volta poste di fronte al progetto; altre ancora hanno avuto bisogno di tempo per affiorare, o quantomeno per far affiorare quel requisito imprescindibile di fiducia che sta alla base di ogni racconto veritiero.
Fatto questo passo, che è il core del progetto, distillo in una serie fotografica il racconto somatico della storia che abita il corpo che sto fotografando, quello che ho appena avuto il piacere di conoscere e di cui tento di imparare alfabeto e linguaggio per la durata necessaria a cristallizzare in fotografie questo scambio reciproco di racconti e intimità, questa condivisione della ricerca del proprio posto nel mondo; perché questo è, in fondo, il motivo ultimo dell’accettare il proprio corpo senza sovrastrutture.
Un corpo che sia la nostra àncora verso il reale, attraverso il quale ottenere il nostro diritto a essere felici agendo positivamente nel mondo.

www.instagram.com/younalogue/

Per tutte: dal progetto Yuonalogue. Courtesy Marino Festuccia.

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