LA FORMA DEL NERO

Intervista a Giulia Dall’Olio

di Maria Chiara Wang

In occasione della sua personale promossa dalla Galleria Studio G7 in collaborazione con Essse Caffè per Art City 2020. La mostra sarà visitabile fino al 28 marzo.

Maria Chiara Wang/ Da dove deriva il titolo della mostra: La forma del nero?

Giulia D’Olio/ Il titolo è nato per caso e in maniera molto naturale, semplicemente guardando i miei lavori. Il nero racchiude infinite forme, forme visibili solo se illuminate. Se ci pensi, l’uomo stesso ha origine dal ventre materno dove non c’è luce; di riflesso, il mio lavoro nasce dall’esigenza di estrarre la forma da una sorta di magma, rappresentato – in questo caso – dal colore nero. Questo processo si concretizza a pieno nei miei disegni dove la cancellazione diventa lo strumento attraverso cui restituire respiro e vita alla natura, natura che troppo spesso viene cancellata, o meglio, distrutta dall’uomo.

MCW/ La tua ricerca affronta con forza e delicatezza assieme il tema dell’antropizzazione, puoi raccontarci qualcosa in più di questo aspetto del tuo lavoro?

GDO/  Ogni elemento naturale che rappresento – foglie, fronde, cespugli – mostra le interferenze umane rispetto a un paesaggio che in fondo non è chiaro: i residui di architetture mai perfettamente riconoscibili, o ancora le colature, sono i segni dell’azione antropica su di esso. In un certo senso anche i limiti imposti dal supporto che scelgo diventano i limiti che impediscono alla mia natura di mostrarsi viva e libera. La cosa più bella è che, nonostante tutti questi ostacoli, l’occhio riesce a godere della vita dell’elemento naturale.

MCW/ Le tue opere sono senza titolo, quale riflessione ti ha portata a questa scelta?

GDO/ È vero, non do mai titoli ai miei lavori, assegno loro una semplice numerazione. Non amo fornire indicazioni o suggerimenti a chi osserva, mi piace che ci sia una fruizione libera e incondizionata delle mie opere. Chi guarda i miei dipinti e i miei disegni, vorrei che lo facesse in base al proprio vissuto, alla propria sensibilità e soggettività.

MCW/ Quali tecniche impieghi per realizzare le tue opere?

GDO/ Partiamo dal disegno… quello che mi trovo sempre a illustrare, che lascia sorpreso chi osserva il mio lavoro, è il mio disegnare con la gomma. Mi spiego meglio: uso diverse tipologie di gomme per fare nascere da una stesura di carboncino la forma che vedo all’interno della materia piatta. Per gli ultimi lavori ho provato la tavola di legno: amo sperimentare e avere piena consapevolezza dei materiali. Con mia grande sorpresa, ho visto come la tavola, sempre usata solo per la pittura, generi un disegno più sfuocato e accentui il mio desiderio di creare un paesaggio dove addentrarsi e fermarsi a riflettere. Per la pittura, stendo l’olio per sovrapposizione e lego il gesto pittorico a quello del disegno, poiché il colore nasce da pigmenti bui, dallo stesso magma del carboncino.

Dall’alto: Giulia Dall’Olio, g 8][72 d, 2020. Olio su tavola, 40×40 cm. La forma del nero, exhibition view. Foto Alessandro Fiamingo. Courtesy dell’artista e Galleria Studio G7, Bologna.

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