LA NARRAZIONE DELL’ARTE COME FILOSOFIA VISIVA

Intervista a Sabino Maria Frassà

di Loredana Barillaro

Loredana Barillaro/ Sabino, parlami del tuo lavoro di curatore. Qual è il tuo approccio all’arte, che tipo di ”linguaggio” usi per connotare della tua personale visione i progetti a cui lavori?

Sabino Maria Frassà/ Per me fare il curatore significa selezionare e avere una visione di insieme. Curare qualsiasi progetto, pur di fare, non ha senso. Nella vita ciò che conta non è il riuscire oggi, ma il resistere, il portare avanti un’idea. Io ho un’idea molto chiara di cosa sia per me arte contemporanea oggi: un linguaggio che permette di riflettere su cosa siamo e siamo stati, mostrandoci cosa potremmo essere. Una forma di filosofia visiva, che il curatore ha la possibilità di narrare attraverso il – raro – genio artistico.

LB/ Puoi raccontarci che cos’è Cramum?

SMF/ È un progetto nato ormai otto anni fa dalla volontà di alcuni giovani appassionati d’arte di selezionare e supportare la “creme de la creme” (cramum significa crema in latino) dell’arte in Italia. Le cose si sono sviluppate, l’omonimo Premio, che supporta ogni anno giovani artisti è enormemente cresciuto, sotto la mia direzione (ndr dal 2014) ha avuto grande impulso la CSR – corporate social responsibility – nell’arte, ovvero la collaborazione con aziende, ma il coraggio di selezionare e scegliere è una costante da sempre. Ciò non vuol dire che crediamo di scegliere il meglio in assoluto, ma il meglio secondo noi; e difendere il lavoro – anche artistico – in cui credi è la strategia che più ripaga.

LB/ Come è iniziata la tua collaborazione con Gaggenau?

SMF/ Erica Sagripanti – brand manager di Gaggenau – visitò una mostra da me curata per Cramum al Grande Museo del Duomo di Milano. Stavano aprendo il primo showroom a Milano e mi chiese una mostra per l’inaugurazione. La mia controproposta di un piano di CSR per l’arte piacque molto e cominciammo a lavorarci con passione. Ora è un progetto che coinvolge i due enti e partner (fondamentale il supporto e partecipazione del distributore DesignElementi): un progetto che fa dialogare design, arte e pubblici diversi, parte dalla condivisione di intenti e di visione. Questo progetto non potrebbe, ad esempio, funzionare senza la volontà e capacità – non dovuta e prestata in modo volontaristico – delle persone (soprattutto Tiziana Ponzio e Damia Camillo) che lavorano in showroom e che raccontano, quando non ci sono io, il progetto e le opere in mostra. Anche io ormai però sono diventato un esperto di forni e frigoriferi… come non esserlo, più che elettrodomestici sono sculture fatte per lo più a mano!

LB/ Credo di non sbagliare dicendo che nella mostra di Laura De Santillana, che si è chiusa da poco a Milano, hai messo molto di te, dell’affetto che ti lega all’artista; una mostra in cui la delicatezza delle opere si lega in maniera armonica alle linee rigorose degli elementi di design collocati nello spazio…

SMF/ Vero. E’ stata una mostra difficile, non lo nego, ma estremamente voluta da me e da Laura, anche – siamo onesti – contro tutto e tutti. Delle opere meno note in una personale, che si sapeva sarebbe stata l’ultima. Un approccio completamente nuovo al suo lavoro, come scriveste anche voi, al di là e oltre il vetro. Ma le uova di Laura nello spazio Gaggenau sembravano sempre esserci state, erano organiche allo spazio. Anche i “cervelli” e “grovigli” nei forni non solo stavano bene nei forni, ma avevano senso. Quel calore da cui nasce il vetro, quell’essenzialità delle forme di Gaggenau, che sembravano delle teche museali. Un felice risultato ed equilibrio di forma e contenuto che piacque tanto a me quanto a Laura.

LB/ Che progetti hai per il prossimo futuro?

SMF/ Da poco si è inaugurata una mostra personale di Paolo Scirpa, sempre da Gaggenau, in cui si aiuta il pubblico a connotare meglio il lavoro di un artista spesso frainteso: poco o nulla c’entra l’arte optical. Una sfida, perché il lavoro di Paolo è luce e colore, un riuscitissimo barocco siciliano del neon. Poi tornerò ad organizzare il Premio Cramum 2020 che come sempre deve crescere per supportare ancora meglio i giovani. Il bando uscirà a marzo, in tempo perché possa concentrarmi su un progetto arte e design in occasione della DesignWeek 2020.

Sabino Maria Frassà con un’opra di Laura De Santillana. Foto © Berto Poli.

© 2019 BOX ART & CO.

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