Lajoneart – The Useless Land

di Marco Farronato, fondatore lajoneart

Ci troviamo tra le Langhe e il Monferrato, nelle floride colline vinicole piemontesi, patrimonio UNESCO, a Quattordio, Piepasso più precisamente. Questa zona, come suggerisce il nome, è stata in passato un importante crocevia di passaggio grazie alla peculiare triangolazione geografica che si crea tra le città industriali di Milano, Torino e la città marittima di Genova. Ma non solo una zona di passaggio, anche un luogo considerato salubre, che ha ospitato personalità di spicco internazionale come Cisternia la figlia di Cisternio, re della Danimarca, ospitata a lungo per trarne giovamento alla salute. Qui si erge il Castello di Lajone di cui si hanno le prime tracce nel 1624, quando un lascito testamentario del nobile Annibali Guttuari ne sancisce l’eredità annessa ai territori denominati “del lajone” istituendo una cappellania nella chiesa parrocchiale di Quattordio dedicata alla Beata Vergine del Carmine. Con il susseguirsi di nobili famiglie e varie vicissitudini la storia del Castello a tratti è immersa nel mistero, tant’è che le leggende popolari narrano dell’esistenza di presenze sovrannaturali.

Lajoneart nasce da un progetto artistico culturale ideato nel 2016 da chi scrive e dalla sua famiglia. Per dare forma a questo progetto alcune aree del castello vengono ristrutturate nel completo rispetto della plurisecolare storia stratificata attraverso opere, mobilio ed architettura. Questa ristrutturazione è atta ad armonizzare i segni del tempo con elementi contemporanei sapientemente amalgamati in modo da valorizzarne l’identità. Allo stesso modo lajoneart nasce con l’idea di creare un consapevole dialogo tra contemporaneo e storico, tra storia e arte. Nel 2017 viene proposta dal suo fondatore la prima esposizione di arte contemporanea con carattere internazionale a cui vengono invitati associazioni curatoriali estere provenienti da Francia, Danimarca e Germania e coordinate dall’associazione Curate It Yourself. Il Castello di Lajone apre i suoi cancelli in tutto il suo splendore dando luogo ad una esposizione, unica nel suo genere, che si estende nei saloni storici, nelle gallerie artistiche, nel giardino secolare, negli angusti spazi della torre, dei sotterranei e delle segrete con opere site-specific e site-sensitive prodotte e progettate durante una residenza artistica creando così una narrazione plastica ed un dialogo internazionale.

La seconda edizione intitolata “The Useless Land” viene proposta alle curatrici Irene Sofia Comi ed Elda Maresca e si manifesta con l’esposizione di 31 artisti e gruppi artistici italiani ed internazionali: Davide Allieri; Hermann Bergamelli; Paolo Brambilla; Mattia Bosco; Martina Camani; Stefano Comensoli, Niccolò Colciago; Ylbert Durishti; Tobia De Marco; Lorenzo Fabietti; Giulia Fumagalli; Annaklara Galli; Matteo Gatti, Carolina Rossi Casanovas; Caterina Giansiracusa; Luca Grimaldi; Nicola Gobbetto; Marco La Rosa; Anonima Luci (Stefania Kalogeropoulos, Alberto Saggia); Aldo Lurgo; Filippo Marzocchi; Stefania Mazzola; Daniele Marzorati; Nicola Melinelli; Stefano Ogliari Badessi; William Raffredi; Hernán Pitto Bellocchio; Fabio Ranzolin; Stefano Romano; Saggion – Paganello; Davide Sgambaro; Annika Pettini; Emiliano Zucchini. La mostra si manifesta come un percorso narrativo di opere sulla tensione all’utilità nel mondo contemporaneo tra cui dipinti, installazioni, disegni, fotografie, opere video, light art. La maggior parte delle opere viene prodotta durante una residenza artistica collettiva della durata di alcune settimane nel Castello di Lajone sostenuta da lajoneart.

Nell’immaginario collettivo il castello è percepito come un archivio di memoria storica, lontano dalle logiche produttive. Perso il suo ruolo di presidio e di potere, è oggi un microcosmo in cerca di identità. In questo contesto l’arte contemporanea, alla ricerca di una sua ridefinizione costante, trova la condizione ideale per un confronto con l’idea di utile e inutile, lontana dai ritmi metropolitani. “The Useless Land” invitava il visitatore a percorrere un viaggio interiore e lontano dai ritmi metropolitani verso la ricerca di ciò che può aiutare a ridefinire il concetto di “utilità” nella nostra esistenza terrena. La mostra, della durata di 37 giorni, evento collaterale di Artissima, ha raccolto più di 1500 visite ed è stata inaugurata con una performance che prevedeva l’attivazione di un’opera. L’iniziativa è stata patrocinata dalla Regione Piemonte e dal FAI – Fondo Ambiente Italiano e realizzata con il sostegno di Ve.Co Srl e Artupia, aziende sponsor, con la partecipazione di Mensa Italia, dei partner tecnici Venature e Ottica km0 e del media partner Artoday. Attualmente si stanno svolgendo degli spin-off con sede a Milano – Brera ed una mostra di street art organizzata da Stradedarts, Alessandro e Marco Mantovani in occasione della presentazione del libro “Nessuna Frontiera” in collaborazione con il Comune di Quattordio e Quattordio Urban Art. Gli obiettivi legati a questo progetto vengono espressi sotto forma della riconquista artistica dei luoghi storici, della riappropriazione giovanile della propria identità espressiva e della rivalorizzazione del territorio. lajoneart si prefigge anche l’obiettivo di promuovere e preservare non solo i beni culturali e storici ma anche l’ambiente in cui vengono custoditi, infatti il suo impatto ecologico è prossimo a zero. Questo è possibile grazie a un connubio composto da una falda acquifera totalmente autosufficiente, impianti fotovoltaici che riducono l’apporto energetico ed un sistema geotermico all’avanguardia, oltre alla protezione di oltre 40 ettari tra foreste, piante secolari rare, campi ad uso agricolo e la piccola produzione di vino.

Per tutte courtesy lajoneart, Quattordio (Al).

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