L’opera si può illuminare un cielo melmoso e nero? di Francesca Leone | Seconda Edizione di ROMA ARTE IN NUVOLA 

dal 17 al 20 novembre 2022

Spazi della Nuvola, Roma

L’installazione, già presentata nell’ambito di UNLIMITED Art Basel 2022, esplora il tema del disorientamento in una sperimentazione che oscilla tra pittura e scultura.
In fiera anche una selezione di opere che riflettono sullo scorrere del tempo e sul senso di bellezza che ne deriva.

Si può illuminare un cielo melmoso e nero?, la grande installazione dell’artista Francesca Leone, approda a Roma in occasione della seconda edizione di Roma Arte in Nuvola, dal 17 al 20 novembre 2022 negli spazi della Nuvola di Massimiliano Fuksas.
 
L’installazione, presentata da Intesa Sanpaolo e courtesy di Galleria Magazzino, trae ispirazione dalla poesia L’irreparable di Charles Baudelaire per introdurre una profonda disamina sul tema del disorientamento, inteso dall’artista come assenza di punti di riferimento. Una composizione di 21 fogli di lamiera, arricchiti da punte di colore a olio, allestita sul soffitto dello spazio espositivo, restituisce al visitatore l’impressione di un cielo denso e scuro verso il quale volgere lo sguardo.
Le increspature del metallo, risultato dell’usura naturale e degli interventi dell’artista, trasformano la materia in una superficie morbida e leggera, i cui graffi e scalfitture sono testimonianze dirette del flusso del tempo e delle sue tracce.
Presentata lo scorso giugno nell’ambito del programma espositivo della sezione UNLIMITED di Art Basel 2022, l’installazione di imponenti dimensioni è stata selezionata tra i Progetti Speciali di Roma Arte in Nuvola e per l’occasione è stata costruita una grande white box, interamente dedicata all’artista, che ospiterà l’opera.

In mostra a Roma Arte in Nuvola anche una selezione di sculture, presentate negli spazi riservati alla Galleria Magazzino. Le “rose” e le “carte” realizzate con metalli di recupero, su cui l’artista interviene con la pittura, rievocano quel filone della ricerca di Francesca Leone che riflette sul senso del tempo e della memoria, già esposto a Venezia nell’ambito della mostra Take Your Time. Evento Collaterale ufficiale della 59. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, l’esposizione veneziana, promossa e organizzata da Nomas Foundation, è in corso fino al 27 novembre 2022 negli spazi del Salone Verde.

Francesca Leone nasce a Roma da una famiglia di artisti. Le prime mostre personali dell’artista sono presentate nel 2008 presso il Loggiato di San Bartolomeo, Palermo (Riflessi e riflessioni) e Palazzo Venezia, Roma (Primo Piano, poi Castel dell’Ovo, Napoli, 2009). Nel 2009 espone al MMOMA-Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Mosca (Beyond Their Gaze, a cura di Maurizio Calvesi) ed è nominata Membro Onorario dell’Accademia Russa delle Belle Arti.  Nel 2011 partecipa alla 54. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (Padiglione Italia) e nel 2013 alla 55. Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia (Padiglione Cuba, La Perversión de lo Clásico: anarquía de los relatos).  Nel 2014 le sono dedicate tre mostre personali – MAC di Santiago del Cile; MACBA-Museo di Arte Contemporanea di Buenos Aires; Museo dell’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo –, seguite nel 2015 dalla mostra personale OurTrash a La Triennale di Milano e nel 2017 da Giardino al MACRO-Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Nel giugno del 2018 espone a Palermo – nell’ambito di Palermo Capitale della Cultura 2018 e degli eventi collaterali di Manifesta 12 – l’installazione Monaci, a cura di Danilo Eccher, presso il Real Albergo dei Poveri, a cui segue la mostra personale Domus presso il Palacio de Gaviria di Madrid. Nel 2020 la galleria Magazzino di Roma ospita la mostra personale, Si può illuminare un cielo melmoso e nero? Nel 2021 espone alle Gallerie d’Italia di Milano la mostra personale “Ulteriori gradi di libertà nella città che resiste” curata da Andrea Viliani.

 

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Francesca Leone, “Si può illuminare un cielo melmoso e nero?” , 2019. Opera site-specific, olio su lamiera di recupero, ruggine e ferro. Foto Giorgio Benni.

 

 

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