Mushrooms | Dario Agrimi

curatela e testo critico di Marilena Morabito

dal 4 agosto all’8 settembre 2023

inaugurazione: venerdì 4 agosto ore 17

Musei di San Salvatore in Lauro, Roma

Giorno 4 agosto 2023 ore 17 presso i Musei di San Salvatore in Lauro Roma si apre la mostra personale “Mushrooms” di Dario Agrimi a cura di Marilena Morabito. L’esposizione si terrà a partire dal 4 agosto 2023, alle ore 17, presso i prestigiosi Musei di San Salvatore in Lauro e sarà visitabile fino al 8 settembre 2023.

Attraverso la serie dei “Mushrooms”, ci dice la curatrice Marilena Morabito, Dario Agrimi propone una metafora chiara e diretta per rappresentare i “parassiti della mente” attraverso la concretizzazione di immagini grottesche ed infantili che emergono e si manifestano spontaneamente dal pensiero. Questa serie di opere invita il pubblico ad un viaggio nel profondo della psiche umana. I “funghi” sono utilizzati come simbolo metaforico per suggerire che elementi del nostro subconscio possono agire come parassiti, interferendo con la nostra creatività ed influenzando l’espressione artistica. L’opera di Agrimi invita a riflettere sulla complessità della mente umana e sulla capacità che alcuni aspetti nascosti possono avere nell’influenzare il nostro processo creativo.

Dario Agrimi è un artista unico nel suo genere in grado di creare opere che vanno oltre la comprensione e la classificazione convenzionale. La sua capacità di creare fratture e destabilizzare chi lo segue è parte integrante della sua arte, infatti non cerca, in alcun modo, di essere compreso o inserito all’interno di un contesto definito ma piuttosto, mira a mantenere un rapporto vivo con il pubblico attraverso le sue opere. La mostra “Mushrooms” rappresenta un’esperienza unica e coinvolgente che offre una prospettiva affascinante sulla psiche umana e sulle dinamiche interne dell’arte attraverso delle immagini apparentemente semplici.

Testo critico integrale

Mushrooms ed altri racconti

di Marilena Morabito

Dario Agrimi è un artista unico nel suo genere in grado di creare opere che vanno oltre la comprensione e la classificazione convenzionale. La sua capacità di creare fratture e destabilizzare chi lo segue è parte integrante della sua arte, infatti non cerca, in alcun modo, di essere compreso o inserito all’interno di un contesto definito ma piuttosto, mira a mantenere un rapporto vivo con il pubblico attraverso le sue opere. Un carattere istrionico, il suo, che sfida le convenzioni e supera i confini tradizionali spingendo gli spettatori ad uscire dalla loro zona di comfort ed a sperimentare qualcosa di nuovo, è proprio attraverso questo che l’artista riesce a creare un impatto duraturo sul pubblico. L’espressione artistica di Agrimi richiede un atteggiamento aperto e flessibile da parte dello spettatore, è necessario, per tanto, abbandonare le aspettative preconcepite ed abbracciare l’inaspettato per poter davvero apprezzare e comprenderne il suo lavoro. La risultante delle fasi creative precedenti si manifesta e muta in questa sua ultima, la quale sembra rappresentare un netto distacco dall’iperrealismo. Si percepisce un cambiamento sostanziale nel linguaggio, a cui si era abituati, attraverso una trasposizione verso una pittura più istintiva ed apparentemente meno elaborata.

Nasce così la serie dei “Mushrooms” (funghi) una metafora chiara e diretta per rappresentare quelli che sono i “parassiti della mente” attraverso la concretizzazione di immagini grottesche ed infantili che emergono e si manifestano spontaneamente dal pensiero. L’uso dei “funghi”, come simbolo metaforico, suggerisce che ci sono elementi nel nostro subconscio che possono agire come parassiti, interferendo con la nostra creatività ed influenzandone l’espressione artistica. Il significato di questo concetto, apparentemente espresso in forma di grafica semplicistica ed immatura, vuole mettere a comprensione la distinzione tra l’azione creativa immediata e le “spore artistiche intrinseche” che ne contaminano la manifestazione creativa. Per tanto, quello che apparentemente può sembrare un gesto istintivo è invece il frutto del conflitto tra l’impulso spontaneo di creare e le influenze esterne che possono alterare o distorcere lo stesso impulso. Queste potrebbero essere esperienze passate, norme sociali, aspettative culturali o altre forme di condizionamento che modellano il nostro modo di esprimerci sul piano creativo.

È affascinante infatti scoprire come, in numerose delle opere precedenti, l’artista Agrimi abbia giocato con i rimandi alle immagini incamerate nella memoria. Rappresentare immagini già viste e familiari può avere un potente impatto emotivo sui fruitori, creando una connessione immediata e piacevole. Questa tecnica legata ai ricordi, può suscitare sentimenti di nostalgia, familiarità e riconoscimento, permettendo agli spettatori, inconsapevoli, di ritrovare elementi di richiamo osservando le sue opere. Utilizzando questa tecnica, l’artista, riesce a trascendere dal semplice aspetto visivo, intrappolando emozioni e sensazioni nelle sue rappresentazioni artistiche. I ricordi evocati possono fungere da porta di accesso per esplorare temi più profondi ed universali, creando un dialogo empatico con il pubblico e favorendone una comprensione più intima e personale. In questa fase, quindi, la tecnica acquisita si fonde con l’azione creativa. Infatti, l’idea da sola non è sufficiente a generare un’opera d’arte ed è solo combinando entrambe che si possono creare le giuste condizioni per farlo. Questa nuova direzione artistica di Agrimi potrebbe essere interpretata come un modo per esplorare nuovi territori e sfuggire alle convenzioni dell’iperrealismo, cercando un’espressione più libera e immediata.L’approccio stilistico è duplice, nelle opere della serie “Mushrooms”, le opere vengono raffigurate talune attraverso un linguaggio monodimensionale ed altre mediante un aspetto tridimensionale. L’utilizzo di un approccio monodimensionale si traduce in immagini fisse e permette all’artista di esplorare dettagli e simboli specifici nei suoi disegni. Questa tecnica mette in risalto i contorni, i tratti distintivi e le caratteristiche che vuole enfatizzare nei suoi soggetti. L’uso di colori, in quest’approccio, è foriera di un’intensità emotiva ricca di significati e di simboli celati. D’altra parte invece, l’aspetto tridimensionale, con l’utilizzo di tre colori (celeste, rosso e blu) e la ripetizione delle sagome, sembra invece fornire un senso di movimento e dinamicità alle opere. Questo effetto tridimensionale fa emergere l’idea di cambiamento, crescita ed evoluzione creando una prospettiva più dinamica rispetto all’approccio monodimensionale e consentendo all’artista di esplorare una dimensione più sperimentale o astratta del suo lavoro. Attraverso la combinazione di questi due approcci Agrimi sembra così giocare con le diverse possibilità espressive, spaziando tra una rappresentazione più statica ed una più dinamica, consentendo di esplorare molteplici sfaccettature del percorso creativo.

Questa variazione di stili sottolinea nettamente la complessità della mente umana e dell’atto stesso di creare arte. Inoltre, ciò che rende ulteriormente particolare la realizzazione di queste opere è l’uso di entrambe le mani, da parte dell’artista che denota, senza dubbio, un elemento che aggiunge un aspetto unico e personale del suo processo creativo. L’adozione di questa tecnica, definita “ambidestria”, favorisce una connessione più profonda e intima con l’atto creativo. La sensazione tattile e la gestualità consentono ad Agrimi di esprimere emozioni e pensieri in modo più immediato ed istintivo, permettendo alle sue opere di trasmettere una connessione emotiva più forte con lo spettatore. Estremamente accurato è l’uso di colori vivaci ed elementi accattivanti, nella serie “Mushrooms”, i quali suscitano una forte attrazione ed un attaccamento emozionale da parte del pubblico. Questa combinazione di fattori crea, senza dubbio, una sorta di connessione emotiva intensa con l’opera, facendo sì che lo spettatore si senta attratto dall’immagine e desideri possederla o farne parte.

L’artista Agrimi è un artista che si mette costantemente alla prova, spingendosi a stupire se stesso prima ancora che gli altri attraverso una continua ricerca e sperimentazione. Il suo eclettismo, ovvero la capacità di spaziare in modo ampio e vario nei suoi approcci artistici, è parte fondamentale e segno distintivo della creatività e della sua voglia di esplorare nuove vie espressive che lo contraddistinguono. In definitiva, l’abilità dell’artista Dario Agrimi è quella di generare opere che vanno oltre il semplice aspetto estetico, toccando le corde emotive e profonde del nostro essere.

 

Per info:

infoacav@gmail.com – redazione@ilcigno.org

06 6865493

Orari: da lunedì a venerdì 10.00-13.00  – 16.00-19.00 | Sabato 10.00-12.00

 

 

 

 

 

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