NATURAE | Ambienti di arte contemporanea

La mostra che esplora il rapporto tra uomo e natura al Castello di Miramare di Trieste si rinnova con l’aggiunta di due nuove opere di Mario Schifano e Davide Rivalta

fino al 9 novembre 2025

Scuderie e Parco del Castello di Miramare, Trieste

Il Museo storico e Parco del Castello di Miramare a Trieste presenta un nuovo capitolo della grande mostra collettiva Naturae. Ambienti di arte contemporanea, esplorazione corale sul tema della natura e del suo profondo legame con l’essere umano, a cura di Melania Rossi. Da mercoledì 16 aprile, due nuove opere firmate Davide Rivalta (Bologna, 1974) e Mario Schifano (Homs, Libia, 1934 – Roma, 1998) si inseriscono nel percorso espositivo. La mostra, in corso sino a domenica 9 novembre 2025, è organizzata da MondoMostre e CoopCulture in collaborazione con il Museo di Miramare.
 
I nuovi lavori aprono a ulteriori riflessioni sulla relazione tra uomo e natura, puntando i riflettori sui modi in cui l’arte può diventare luogo di contemplazione e introspezione e farsi strumento di riscoperta delle meraviglie del mondo naturale.
 
Queste novità si inseriscono in un più ampio progetto di riqualificazione dell’area che va dal Castelletto al complesso delle Serre e include i ruderi della Cappella di San Canciano. Contestualmente allo svelamento delle opere di Mario Schifano e Davide Rivalta, inaugura il restauro della croce lignea e dei ruderi della Cappella di San Canciano, e apre per la prima volta alla visita l’area verde compreso tra il Castelletto e le Serre storiche. Tra le nuove installazioni, anche un pannello tattile, volto a rendere l’esperienza museale sempre più inclusiva.
 
La mostra presenta oltre cinquanta opere di venti artisti contemporanei di diverse generazioni e provenienze geografiche, allestite nelle scuderie e nel parco del castello: dai lavori di maestri quali Hermann Nitsch (Vienna 1938 – Mistelbach 2022), Marina Abramovic (Belgrado, 1946), Mimmo Paladino (Paduli, 1948) e Mario Schifano (Homs, Libia, 1934 – Roma, 1998), che dal 16 aprile sostituisce l’opera di Rebecca Horn precedentemente allestita, alle installazioni site-specific realizzate appositamente per la mostra di Pietro Ruffo (Roma, 1978) e José Angelino (Ragusa, 1977); dalle opere inedite di Serse Roma (San Polo di Piave, 1952) ai grandi disegni installativi di Marta Roberti (Brescia, 1977); dalle ricerche sulle profonde connessioni tra regni vegetale, umano, animale e minerale di Simone Berti (Adria sul Po, 1966), Gianni Caravaggio (Rocca S. Giovanni, 1968), Elisabetta Di Maggio (Milano, 1964), la cui opera è stata in mostra fino a inizio aprile, Christiane Löhr (Wiesbaden, Germania, 1965), ai lavori eclettici di Jan Fabre (Anversa, 1958); dalle opere in continua trasformazione di Sophie Ko (Tbilisi, 1981) alle ibridazioni video di Luca Trevisani (Verona, 1979), fino alle minuziose creazioni di Macoto Murayama (Kanagawa, 1984) e ai camouflage di Liu Bolin (Cina, 1973). In dialogo con uno dei più suggestivi belvedere del castello, un’opera di Davide Rivalta (Bologna, 1974) e l’opera TOWARDS YOU di Bianco-Valente, presentata in anteprima in occasione della regata velica Barcolana 2024.
Il progetto espositivo affronta la complessità della natura e dell’uomo che la indaga, la presenza umana nel paesaggio, la relazione con il corpo, con il tempo, con la bellezza delle forme naturali e con le leggi fisiche.
 
Nel percorso di mostra la natura si manifesta come arte, mentre l’arte assume il ruolo di elemento naturale in un costante gioco di sguardi e prospettive. Spaziando tra installazioni scultoree, videopitturadisegno e fotografia, la mostra segue una drammaturgia che invita a entrare negli universi creativi dei singoli artisti, veri e propri horti conclusi che creano un viaggio esplorativo e poetico imperniato sul rapporto con la natura esterna e con la propria.
Oltre agli inediti site-specific, le opere provengono da istituzioni museali come l’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este, fondazioni d’arte internazionali e collezioni private, in molti casi esposte per la prima volta al pubblico.
 
NaturaeAmbienti di arte contemporanea trova una propria sede ideale nel contesto del Castello di Miramare, antica dimora nobiliare sospesa su una scogliera che domina il mare e che si pone naturalmente in dialogo con il paesaggio circostante e la forza degli elementi che la abitano. Caratterizzato dall’intervento visionario di Massimiliano d’Asburgo, che nel XIX secolo ne plasmava architetture e parco, il comprensorio di Miramare accoglie le opere d’arte in mostra in un itinerario che si svolge nelle scuderie annesse al museo e negli spazi esterni, dove ancora oggi è possibile respirare un’atmosfera unica, intrisa di significati strettamente legati al rapporto tra uomo e natura.

IL PERCORSO ESPOSITIVO
La mostra si suddivide in 12 sezioni tematiche e presenta veri e propri “ambienti” di arte contemporanea che ospitano opere selezionate o appositamente realizzate per gli spazi delle Scuderie del Castello di Miramare, affrontando il tema della natura nel suo profondo rapporto con l’uomo, attraverso molteplici linguaggi artistici e visioni.
 
Paesaggio / orizzonte della mente | Mario Schifano
La grande tela Notte vista con figure (1987) di Mario Schifano prende il posto di L’air de Vesuvio (2007) di Rebecca Horn, offrendo al pubblico la possibilità di confrontarsi con un altro grande maestro del secondo dopoguerra. Il rapporto di Mario Schifano con la natura attraversa tutta la sua produzione, anche se non viene mai rappresentata in modo descrittivo. Per Schifano il paesaggio è infatti un orizzonte interiore, uno spazio mentale.
Per quest’opera l’artista adotta una pittura densa e materica e i colori si sovrappongono con forza sulla grande superfice. Notte vista con figure mostra una scena intensa: un fiume dalle linee irregolari e dalla prospettiva impossibile attraversa la tela, mentre una schiera di figure bianche, immobili, sono in attesa sotto un cielo stellato.
 
Gorilla | Davide Rivalta
Nel Piazzale Massimiliano del Parco di Miramare, affacciato sulla baia di Grignano, si trova Gorilla, opera dell’artista Davide Rivalta. Un gorilla in bronzo, alto quasi tre metri, si staglia sulla vista panoramica che guarda il mare e il paesaggio costiero, nei pressi delle serre e del castelletto, creando un cortocircuito visivo dove il selvatico si riappropria di luoghi disegnati dall’uomo.
La figurazione vibrante di Rivalta mantiene qualcosa di istintivo e vitale, si relaziona in modo intenso con lo spazio e con il pubblico. Il gorilla di Miramare, volutamente fuori scala, trasmette forza e potenza ma allo stesso tempo ha un’espressione disorientata e il passo titubante, pone una domanda sulla possibile coesistenza armonica tra l’addomesticato e il selvaggio. L’opera invita a riflettere sulla fragilità degli animali minacciati dall’uomo e sulla bellezza misteriosa della natura selvaggia.
 
Antropocene / genere umano e pianeta terra | Pietro Ruffo
L’esposizione si apre con un’installazione site-specific di Pietro Ruffo, ispirata al concetto di Antropocene, l’epoca geologica che segna l’impatto che l’uomo ha avuto sul clima e sugli ecosistemi del pianeta. Grandi panneggi evocano foreste primordiali, attraversabili dal pubblico, simboleggiando il tentativo dell’uomo di dominare anche la natura più selvaggia. In mostra per la prima volta due nuovi dipinti: paesaggi marini con sovrapposizioni di teschi di Neanderthal, tracce dell’umanità sul pianeta.
 
Armonia / connessioni tra regni naturali | Simone BertiGianni Caravaggio e Christiane Löhr
Gli artisti esposti in questa sezione esplorano le profonde connessioni tra regno vegetale, umano, animale e minerale.
Simone Berti presenta due disegni dove su uno sfondo bianco si stagliano forme ibride che sembrano uscite da una leggenda popolare o da una favola. Gianni Caravaggio propone una scultura in alabastro in cui pieni e vuoti dialogano con la luce, stimolando l’immaginazione dello spettatore. Christiane Löhr utilizza materiali organici quali, steli e piccoli fiori, per creare esili sculture, simili a strutture architettoniche.
 
Mare / Energia spirituale | Marina Abramović e Serse Roma
Marina Abramović interpreta il legame inscindibile uomo-natura con Stromboli, la performance in cui l’artista, sdraiata sulla riva, si lascia cullare dalle onde abbandonata all’energia del mare e del vulcano. Serse Roma affronta il tema del paesaggio marino in chiave contemporanea nei due grandi disegni a grafite su carta, dai quali emerge l’essenza trasformativa dell’acqua, la sublimità e la smisuratezza della natura priva di figure umane.
 
Ibridazione / dinamismo della materia | Luca Trevisani
Per il video Vodorosli, termine russo che indica le fronde di alghe congelate, Luca Trevisani trae ispirazione dall’approccio visionario di Alvar Aalto, figura emblematica del design e dell’architettura organica. Geometrie rigide e forme sinuose si combinano armoniosamente attraverso l’utilizzo della luce, del colore e dei materiali. Il risultato è un caleidoscopio di immagini tra natura e artificio umano, in cui il visitatore può perdersi.
 
Metamorfosi / eternità e fragilità dell’esistenza | Sophie Ko
Le Geografie temporali di Sophie Ko, create utilizzando pigmenti puri e cenere, si presentano come entità in continua evoluzione, quasi organismi viventi. La precarietà dell’esistenza viene sottolineata dall’utilizzo di frammenti di ali di farfalla, emblema della metamorfosi ma anche della transitorietà della vita. Questo concetto si riflette con particolare intensità in Lacrime su fuoco, serie di dieci piccoli dipinti su carta, le cui bruciature lasciano intravedere immagini legate ai temi delle migrazioni nel Mediterraneo.

Colore / manifestazione della vita | Hermann Nitsch
Hermann Nitsch usa il colore per suggerire stati d’animo rifacendosi agli studi di Freud riguardo l’influenza dei colori sulla psiche. Le tre opere esposte, frutto delle sue azioni pittoriche, incarnano l’energia primordiale e il dinamismo fisico che caratterizzano il suo linguaggio artistico, trasformando ogni pennellata in un’intensa espressione di vitalità e forza creativa dove i colori esprimono il divenire della vita e dell’esistenza.
 
Il giardino delle delizie / bellezza come difesa naturale | Jan Fabre
Quattro grandi mosaici raccontano la violenta storia della colonizzazione del Congo belga, usando come metafora il Giardino delle delizie di Hieronymus Bosch (1480-1490). Le opere in mostra, realizzate con gusci di scarabei gioiello, simboleggiano il ciclo vita, morte e rinascita. Questo insetto, al tempo stesso fragile e resistente grazie al suo esoscheletro, è evocato come archetipo sia fisico che spirituale. Al centro della sala troneggia un autoritratto in bronzo in cui Fabre si rappresenta in una metamorfosi tra uomo e animale, adornato da corna di capra, bestiali e mitologiche appendici protese come antenne per captare frammenti di bellezza.
 
Camouflage / arte come protezione | Liu Bolin
L’artista utilizza il proprio corpo per fondersi perfettamente con l’ambiente circostante, scomparendo nei dettagli di paesaggi urbani e naturali. Attraverso questa pratica, Liu Bolin offre una riflessione critica sulla condizione dell’uomo contemporaneo, spesso costretto ad adattarsi e annullarsi all’interno di una società dominata dal materialismo e dalla tecnologia. La sua arte diventa un manifesto della presenza intrinseca di un’anima in ogni luogo e oggetto, anche il più ordinario.
 
Flussi naturali / estetica e fisica | José Angelino
Grazie alla sua formazione scientifica, Angelino intreccia arte e fisica, portando alla luce gli elementi più sottili e impercettibili della natura. Le sue sculture, sensibili ai fenomeni invisibili che ci circondano, trasformano energie e vibrazioni in esperienze visive e sonore. Le opere si attivano grazie alla risonanza Schumann, conosciuta come il “il battito del cuore di Madre Terra”, una frequenza naturale che rappresenta il ritmo vitale del pianeta, rendendo tangibile ciò che normalmente sfugge ai sensi umani.
 
Simbiosi / natura selvaggia e umana | Marta Roberti
Espone grandi disegni su carta carbone retroilluminata dal forte impatto installativo. Le opere esplorano paesaggi incontaminati, dove figure umane e animali si rivelano come apparizioni in una natura rigogliosa e armoniosa, evocando un Eden in cui tutte le forme di vita coesistono in equilibrio. Questi lavori sono il risultato di un elaborato processo tecnico che combina calcografia, stratificazioni e intrecci di segni, conferendo profondità e complessità alle immagini.
 
Meraviglia nascosta / botanica e tecnologia | Macoto Murayama
Partendo dall’osservazione al microscopio, Macoto Murayama disseziona fiori e li ricostruisce utilizzando programmi di grafica 3D. Ogni opera include elementi scientifici, come le dimensioni, il nome delle varie parti e la classificazione botanica, creando una rappresentazione che va oltre il semplice fiore. Il risultato non è solo l’immagine di un fiore, ma la rappresentazione del potere della mente umana e dei suoi strumenti tecnologici, utilizzati per esaminare e comprendere la natura.
 
Opere esterne | Bianco-Valente e Mimmo Paladino
All’esterno nel Parco del Castello di Miramare, le opere Towards You di Bianco-Valente e Zenith 3 di Mimmo Paladino, al quale si aggiunge la nuova opera Gorilla di Davide Rivalta, creano un dialogo suggestivo con il paesaggio circostante.
Towards You è uno dei lavori più emblematici del duo artistico Bianco-Valente, noto per la riflessione sul rapporto tra l’uomo e il paesaggio nella sua accezione sociale e culturale. Un’opera di oltre sei metri di lunghezza, che trova la propria collocazione ideale in uno dei punti più suggestivi del belvedere del Parco del Castello di Miramare.
Zenith 3 di Mimmo Paladino arricchisce il paesaggio con una delle celebri sculture raffiguranti cavalli. Zenith 3 dialoga con il contesto naturale del parco, con il suo stile iconico e le linee stilizzate, invitando alla profonda contemplazione del paesaggio. La scultura sembra evocare una connessione tra l’energia primitiva della natura e quella dell’essere umano, attraverso l’immagine di un animale dal forte carattere simbolico e mitico, rafforzando l’incontro tra arte, pensiero umano e natura che caratterizza l’intero percorso.

 

Ufficio stampa:

PCM Studio di Paola C. Manfredi

 

Dall’alto: Gorilla, Davide Rivalta, Ph. Fabio Parenzan. Notte vista con figure (1987), Mario Schifano. Ph. Fabio Parenzan.

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