PAINT! PAINT! PAINT! | Intervista ad Andrea Fiorino

a cura di Alberto Ceresoli e Carmela Cosco

Carmela Cosco/  Ad apertura di questo scambio ti vogliamo chiedere che cosa cerchi nella pittura; che discorso sostiene il tuo fare pittorico?

Andrea Fiorino/ L’egoismo è ciò che mi spinge a dipingere. In questo momento il mio sguardo è rivolto all’interno e attraverso l’Introspezione provo a dialogare con gli altri. Il mio lavoro è una psichedelica priva di giudizio che si sviluppa attraverso la lettura dell’altro che è parte attiva nel processo di comprensione dell’immagine, e nel scoprire i livelli di lettura che un immagine può nascondere.

CC/ Processi, tempi, impegno o disimpegno nel lavoro. Raccontaci del tuo approccio alla pittura. Come si articola il processo di formalizzazione dell’opera? Come vivi il tuo studio? Rigore o elasticità progettuale?

AF/ Vivo lo studio con disciplina e caos, lo studio per me non è solo un luogo fisico ma anche mentale. Ho dipinto molti quadri nella mente e solo pochi mi hanno restituito quel senso di soddisfazione che si ha quando si guarda il proprio lavoro finito. In studio alle volte il tempo è scandito da timer che mi impongo per concentrare la mia attenzione in un arco di tempo prestabilito, come un muscolo che dopo un considerevole sforzo ha bisogno di sciogliersi per non avere crampi.

CC/ Ci interessa il tuo rapporto con la materia pittorica. Ci interessa il tuo rapporto con supporti e materiali. Scelte e affezioni?

AF/ Mi piace sperimentare nuovi materiali, In questo periodo utilizzo fusaggine, pastelli ad olio, acrilici, gessi, pigmenti e pastelli ad acqua. La tela di cotone grezza, che presento senza telaio, è una compagna fidata che porto con me da un bel po. La preparo con diverse imprimiture per ottenere risultati differenti e per capire le potenzialità dei materiali che utilizzo. Ciò che ricerco nella pittura è l’unione tra la pittura e il disegno; il disegno è il carburante della narrazione, da lì nasce tutto.

CC/ Astrazione o figurazione?

AF/ Figurazione. Le immagini che scelgo di rappresentare sono fondamentali per capire la narrazione che si nasconde dietro.

CC/ Ti chiediamo un pensiero iconografico rispetto alla tua produzione pittorica. Riferimenti e influenze?

AF/ E’ un po difficile per me rispondere a questa domanda, qui di seguito scriverò un breve elenco di ciò che influenza o ha influenzato il mio lavoro: Emil Nolde – Mark Rothko – Cecicità Jose Saramago – Nosferatu il Vampiro – Il Gabinetto del dottor Caligari – Roy Lichtenstein – Edward Hopper – Braccio di Ferro – One Pece – Francesco Clemente – Philip Guston – Katerine Bradford – Viola di Mare – Renato Guttuso – Denzil Forrester – Hook Capitan Uncino – Gaison Perry – Lee Krasner – Kiki Smith – Picasso.

Dall’alto: Non più nascosti sotto la sabbia, 2020/2021. Tecnica mista su cotone, 187×140 cm. Pelo in bocca, 2021. tecnica mista su cotone, 137×86 cm. Per entrambe courtesy dell’artista e Superstudiolo.

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