a cura di Alberto Ceresoli e Carmela Cosco
Alberto Ceresoli|Carmela Cosco/ Che cosa cerchi nella pittura e che discorso sostiene il tuo fare pittorico?
Marco Emmanuele/ Cerco la luce che mi rimane intorno dopo aver apprezzato una visione. Una luce fatta di sensazioni lunghe anni, che si rifrangono nel panorama per poi tornare indietro a schiaffeggiarmi.
AC|CC/ Processi, tempi, impegno o disimpegno nel lavoro. Raccontaci del tuo approccio alla pittura. Come si articola il processo di formalizzazione dell’opera? Come vivi il tuo studio? Rigore o elasticità progettuale?
ME/ Mi sento come se fossi in studio in tutti quei luoghi dove gli occhi si perdono nei pensieri. Esiste poi lo studio, in cui passo parecchie ore al giorno per formalizzare alcuni di questi pensieri. Si è sempre dentro al lavoro e il calendario gregoriano è solo un modo per restare in contatto col mondo.
AC|CC/ Ci interessa il tuo rapporto con la materia pittorica, con supporti e materiali. Scelte e affezioni?
ME/ Sono affezionato a quei materiali che conosco sin da giovanissimo ma che rimangono ancora non del tutto esplorati nelle loro potenzialità espressive. Da quasi cinque anni porto avanti una ricerca pittorica caratterizzata dall’accostamento “barocco” di polvere di vetro – utilizzata come pigmento – e supporti come tela grezza a vista o sagomati lignei.
AC|CC/ Astrazione o figurazione?
ME/ Mi piace rimanere coi piedi per terra e mi guardo molto intorno con curiosa ingenuità. Disegno spesso sui piccoli taccuini che porto con me: la figurazione è sempre viva ma la gestualità prende il sopravvento. Dentro la pittura c’è una grande guerra e, come spesso accade nei dopoguerra, tendo all’astrazione.
AC|CC/ Ti chiediamo un pensiero iconografico rispetto alla tua produzione pittorica. Riferimenti e influenze?
ME/ Adoro le azioni di Francis Alys, i pesci che nuotano attorno al coltello di Kounellis, l’ultimo disco di Panda Bear e Sonic Boom, i film di Frammartino.
Dall’alto: Un raggio verde, 2021. Polvere di vetro, sabbia e colla di coniglio su tavola, 2 pezzi 118×122 cm ciascuno. Courtesy Operativa Arte Contemporanea, Rom, foto © Roberto Apa. Un raggio giallo, 2022. Polvere di vetro, sabbia e colla di coniglio su tavola, 226×140 cm. Courtesy LABS Contemporary art, Bologna, foto © Viviana Costa.
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