PEOPLE ART _ SMALL ZINE N. 3

La nascita dell’arte contemporanea in Calabria
UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ
Tonino Sicoli
 
 
Tutto cominciò trent’anni fa.  Fino ad allora le mostre d’arte in Calabria erano o autogestite direttamente dagli artisti in spazi di fortuna o collegate ai Premi di Pittura, come il Villa S. Giovanni e le estemporanee.  Le uniche mostre con nomi di rilievo erano quelle d’importazione, come gli “Incontri Silani” (con Levi, Guttuso, Cagli, Matta…) che si tenevano d’estate a Lorica. I prodromi di un diverso approccio all’arte militante si erano avuti proprio nell’ultima edizione degli “Incontri Silani”, nel 1981, quando mi fu chiesto di curare nell’Abbazia Florense di S. Giovanni in Fiore, “Silarte”, una mostra di artisti calabresi, che, per la prima volta, ordinava criticamente, trentatré presenze.
Ma fu il 1982 l’anno della svolta, quando mi affidarono la mostra “Dentro/Fuori” ad Aprigliano, allestita d’estate nei locali di una scuola, in un confronto fra artisti calabresi della diaspora  ed artisti stanziali. Esponevano: Antonio Marasco, Mimmo Rotella, Aldo Turchiaro, Nunzio Solendo, Francomà… La rassegna diventò l’anno dopo un documentario della RAI, sull’emigrazione artistica in Calabria  dagli anni Cinquanta ai Settanta, con la mia consulenza e la regia di Marcello W. Bruno. L’occasione consentì anche ad un artista di rilievo come Mimmo Rotella di avviare un processo di riavvicinamento alla sua regione di origine da cui era andato via alla fine degli anni Quaranta.
Con gli anni Ottanta si profilava, dunque, una stagione di mostre sulla situazione regionale vissuta non più in termini di emarginazione ma di nuova propositività e consapevolezza identitaria. Nasceva, così, la proposta del Post-meridionalismo, che non costituiva un gruppo di tendenza ma un atteggiamento culturale condiviso, superando antichi complessi di inferiorità.  Dopo alcune mostre sul territorio i Post-Meridionali approdarono a Roma con due padrini d’eccezione come i critici d’arte Filiberto Menna ed Enrico Crispolti, curiosamente insieme a sostenere il mio progetto, che vedeva coinvolti, fra gli altri, gli artisti calabresi Luigi Magli, Francesco Correggia, Mario Parentela.
Anche la critica nazionale s’accorgeva della mutata situazione artistica  in Calabria, dove gli artisti, affrancandosi da emarginazioni e salassi migratori, cominciavano ad autodeterminarsi e a confrontarsi con i modelli esterni, instaurando rapporti più frequenti con gli ambienti nazionali e internazionali. Da meta turistica la Calabria si trasformava per molti critici anche in luogo di attenzione: a Tropea si potevano incontrare Augusta Monferini e Maurizio Calvesi  (curatore nel 1983 al Museo Nazionale di Reggio Calabria di una mostra su Boccioni prefuturista); Filiberto Menna passava le sue estati nel borgo antico di Longobardi assieme alla moglie Bianca (alias Tomaso Binga, nota poetessa verbovisuale), accogliendo volentieri molti artisti calabresi e  gettando le basi per eventi come “La città infelice e l’immaginario” (Aprigliano, 1983), “La Questione post-meridionale” (Martirano, 1984) o “I Post-Meridionali” al Centro Di Sarro di Roma (1984); l’austriaco Peter Weiermair e l’olandese Franz Haks erano ospiti frequenti a San Lucido dei galleristi bolognesi Fernando Pellegrino e Augusto Iaccarino, che avevano preso un attico nel centro storico.
Ma a San Lucido vivevano anche i fratelli Magli,  presso i quali erano possibili incontri interessanti, fra una ripresa e l’altra dei documentari di Marcello W. Bruno, uno scatto fotografico di Dino Pedriali, una conversazione garbata con l’artista svizzera Marlis Nussbaumer e il marito Kurt, la cordialità del collezionista Gigino Amendola, le appassionate discussioni con l’antiquario Marcello Lattari, i confronti critici con Gabriele Perretta e Massimo Di Stefano. 
Con Weiermair e Pellegrino nacque l’idea di una mostra sulla fioritura di fenomeni artistici internazionali frutto di contaminazioni spontanee. Nel 1985 vide, così, la luce “Fall-Out”, al Galluppi di Catanzaro, con artisti già di spicco del panorama mondiale (Alois Mosbacher, François Boisrond, Dale Frank, Miquel Barcelo, Futura 2000…) che, in una rassegna “senza né centro né margini” si confrontavano con la pittura di Magli, Francesco Correggia e Francomà. (…)
 

Tonino Sicoli con Mimmo Rotella nel 1983.

                                                                                                       © 2011/2012 BOX ART & CO.

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