Profondo, silenzio, e immobile | L’inconscio degli alberi di Pierluigi Lanzillotta

di Enrico Turchi |

Presentato il 20 giugno 2025 alla Galleria Antonio Verolino di Modena, ed esposto tutt’ora in una nuova serie di incontri, l’ultimo libro d’artista edito da Cichinobrigante sembra centrare un altro dei tratti che caratterizzano l’acceso dibattito attuale, secondo il diffondersi di una coscienza fattasi ormai necessariamente ecologica, e il bisogno di accostare al dato scientifico e tecnico anche il portato di un’esperienza di tipo più emozionale. L’inconscio degli alberi, contenente circa quaranta tavole di Pierluigi Lanzillotta, e introdotto da un testo critico di Nicola Bigliardi, si presenta come un flusso misto di riflessioni e immagini intrecciate e composite, quasi un manifesto programmatico o atlante botanico emozionale, come in base alle intenzioni proprie dell’autore. Un lungo lavoro di ricerca iniziato a marzo 2024, coadiuvato anche dal rapporto con gli editori, Alessandro Mescoli e Marcello Bertolla, e che ha raccolto l’interesse del Fondo speciale per il libro d’artista della biblioteca Luigi Poletti di Modena e della collezione libraria permanete del museo MAMbo di Bologna, che conserva già altri volumi opera della stessa casa editrice.

Titolo omaggio al testo L’architettura degli alberi di Cesare Leonardi e Franca Stagi, edito nel 1982 ma che continua ad ispirare nuove generazioni di architetti e progettisti del paesaggio, il libro d’artista ne prosegue l’attento spirito documentale con l’esposizione delle tavole dedicate a diverse specie arboricole, corredate anche da un indice tassonomico indicante l’etimo della pianta di volta in volta rappresentata. Se in origine, e pur come testimonia ancora Leonardi sul finire del XX secolo, nell’illustrazione botanica il colore può mancare in quanto il vero elemento della sua iconografia ne è il disegno, Lanzillotta opta invece anche per l’utilizzo del pastello, oltre a una precisa selezione di inchiostri, dove supera il tipico tratto monocromatico per le sfumature di un verde incisivo e profondo, indice di un sottile fluire dell’inconscio. Più che rappresentare per volta la singola foglia, è una massa di colori e linee a far emergere l’insieme della figura, secondo un particolare tipo di ricostruzione visiva che dall’aderenza al vero trae piuttosto il ricordo di una vibrazione manifesta, l’immagine di un contesto con cui si è già entrati in risonanza. Così, come nel 1586 il botanico Jacques Daléchamps riempiva le illustrazioni del suo Historia generalis plantarum anche di insetti di varie specie, per una specie di horror vacui ma pur all’interno dei parametri scientifici che legavano la botanica di allora proprio con la medicina, Lanzillotta contorna queste sagome coi tratti di alcune componenti aggiuntive, i segni astratti e informali che manifestano il vero inconscio degli alberi.

Desunti in parte dalla serie Interlocutore Invisibile del 2020, quando già avviene un primo superamento del monocromo con l’utilizzo del colore, si tratta in effetti di inserti sempre più essenziali, il cui ritmo sintetico e spontaneo rimanda a una sorta di partitura musicale, dove esporre il mistero di un’interiorità non ancora pronta a svelarsi. «L’Inconscio degli alberi non può essere misurato né dimostrato», termina il volume, un segreto che gli studi più recenti e le moderne tecnologie oggi cercano di sondare, e anche con più insistenza rispetto al passato. Permane qui il mistero di una dimensione pacifica che non ci è dato comprendere a pieno, ma che forse proprio per questo costituisce per molti di noi una sicura àncora di salvezza.

In fondo se «Mutum est pictura poema», e l’immagine è una poesia muta, non servono poi tante parole per trasmettere emozioni e riuscire a comunicare. Il dualismo si pone tra presenza reale e la sua proiezione sensibile, tra oggetto naturale e soggetto emotivo. Il flusso di un inconscio condiviso, che avviene in effetti spontaneamente “fra” gli alberi, in mezzo a loro, o come vuole il libro d’artista, «Fra una foglia e l’altra», «Tra mente e pianta», «Fra intelligenze differenti». Una sensibilità ecologica di sguardi rivolti alle fronde impercettibilmente mosse dal vento, al tronco, alle radici, e che trova nelle componenti minime, non viste o fin troppo evidenti le ragioni di un luogo segreto interiore ancora libero di giostrare tra i propri ricordi profondi fino a riuscire a farli emergere negli strati più alti della coscienza.

 

Per entrambe: Pierluigi Lanzillotta, L’Inconscio degli alberi, Copertina del libro d’artista, Cichinobrigante, 2025, Ph Credit A. Mescoli.

 

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