Recent works | Manolo Valdés

dal 15 Settembre sino al 13 Ottobre 2022

Opera Gallery, Parigi

Opera Gallery è lieta di presentare “Manolo Valdés – Recent Works”, una mostra monografica dedicata alle ultime creazioni del pittore e scultore Manolo Valdés – uno dei più importanti artisti spagnoli della scena contemporanea. La mostra ci trasporta nel mondo di Manolo Valdés ed alle sue iconiche figure, teste con copricapi ornati di farfalle o le famose donne con cappello. L’artista si ispira in parte alla figura di Clio di Botticelli, il cui volto ovale è inserito in una geometria di fiori e grappoli. Tornando spesso a questa antica musa – fonte inesauribile di ispirazione – Valdés l’attualizza mettendola in dialogo con diversi periodi della storia dell’arte.

Dalla fine degli anni Settanta, l’artista va oltre la sua arte iconoclasta per trasformare il suo lavoro in un vero e proprio omaggio alla materia. I volti molto puri, le linee semplici e la predominanza del colore sulla forma dimostrano il talento e la facilità dell’artista nel navigare tra figurazione ed astrazione. Le forme, intrise di leggerezza, sembrano fluttuare laddove le linee che si aprono verso il cielo invitano all’elevazione. La scelta dei soggetti è un chiaro rimando al periodo moderno della storia dell’arte, mentre l’estetica della geometria delle mezze lune e dei quadrati conferisce all’opera la sua contemporaneità. Gli omaggi e le influenze di Valdés, in costante evoluzione, conferiscono al suo lavoro un interesse che cresce con il tempo. I riferimenti al Costruttivismo e a Kasimir Malévitch sono evidenti nella sua opera Constructivismo como Pretexto II, 2021 nella quale possiamo notare una testa sormontata da due quadrati ai lati. Per Valdés, questa figura prediletta da Malévitch è una forma scientifica non naturale ma universale, che permette di elaborarne altre o di costruirle a partire da essa. L’artista spagnolo utilizza anche i colori caratteristici del Costruttivismo, il bianco, il rosso e il nero, quest’ultimo riservato alla figura emblematica del quadrato, dove il bianco simboleggia lo spazio. Con questa nuova serie Valdés intende lavorare con nuovi riferimenti, più moderni e astratti rispetto alle sue ispirazioni classiche, che includono Velázquez, con le sue famose Ménines e Matisse con i suoi collage.

I visitatori saranno inoltre invitati a proseguire la mostra fuori dalle mura della galleria, grazie alla collaborazione di Opera Gallery con il Bristol, situato a pochi passi dalla galleria in rue du Faubourg Saint- Honoré. Nel famoso palazzo del rinomato hotel parigino, saranno esposte quattro sculture: due nella hall, una all’ingresso del ristorante Épicure ed una sulla terrazza di una delle suite.

Manolo Valdés rappresentato da Opera Gallery dal 2015, Manolo Valdés (nato nel 1942) è particolarmente noto per il suo modo unico di trarre ispirazione dalla storia dell’arte e per la sua singolare gestione di forme, colori, materiali e texture. Riconosciuto come uno dei maggiori artisti della creazione contemporanea, da quasi 60 anni esplora e rivisita i classici della storia dell’arte e colloca il suo lavoro nel solco dei grandi maestri che lo hanno preceduto.  Dopo aver frequentato la Scuola di Belle Arti San Carlos di Valencia nel 1957, dove incontra i suoi futuri compagni del collettivo Equipo Crónica, il giovane Valdés avvia la sua carriera di pittore. Con il gruppo Estampa Popular, Valdés utilizza la sua pittura per criticare la dittatura e la storia dell’arte. Nel 1964 espone al 16° Salon de la Jeune Peinture organizzato a Parigi da Arroyo, Aillaud e Recalcati. Insieme ai due amici Rafael Solbes e Joan Antoni Toledo, decide di formare l’Equipo Crónica, il cui orientamento estetico è decisamente narrativo in un’epoca dominata dall’arte informale e dall’espressionismo. Gli artisti spagnoli guardano alla Pop Art americana, di cui adottano i codici, ma dando loro una dimensione completamente diversa. Grazie alla partecipazione a numerose mostre, il collettivo acquisisce una reputazione che supera i confini della Spagna.

“Avevamo davanti a noi una sfida molto diversa, perché ci siamo trovati di fronte a una situazione politica molto diversa da quella degli artisti americani. Quindi, per noi, il pop era un modo di impegnarsi in una battaglia politica, ma anche di uscire e opporsi alle tendenze artistiche dominanti associate all’Informale”, ha detto l’artista nel settembre 2015.

La morte dell’amico Solbes nel 1981 porta allo scioglimento del collettivo e Manolo Valdés prosegue una carriera in solitaria. Da fine conoscitore della storia dell’arte, ne diviene “esploratore”, rivisitando i capolavori del passato. Con Diego Velázquez affronta i misteri delle Ménines; con Pablo Picasso riecheggia la geometria del ritratto cubista; con Henri Matisse rende omaggio al primo dipinto fauvista intitolato Donna con cappello; e con Jan Van Eyck reinterpreta il genio del colore e della luce attraverso l’autoritratto Uomo con turbante rosso. In pochi tratti, Valdes cattura le linee ed i contorni di un’immagine iconica e rivisita così i nostri classici in modo quasi ossessivo, conferendo loro una presenza di inedita modernità. La figura della regina Mariana di Velázquez, già nota ai tempi di Equipo Crónica, diventa un leitmotiv.

“Ciò che mi diverte di più è ripetere la stessa immagine e trasformarla. Una singola creazione non è sufficiente a raccontarne l’intera storia. Come nella fotografia, sono necessari diversi scatti per raccontare una storia”, ha dichiarato l’artista in un’intervista a Le Figaro (maggio 2006).

Da New York, dove vive dal 1990, Valdés crea ancora oggi opere di grande potenza, sperimentando ed utilizzando materiali insoliti con texture espressive, da lui ormai padroneggiate alla perfezione, come la iuta, piegata, cucita o spalmata con vernici o materiali vari come il catrame. In Valdés, alla forza del simbolo corrisponde la durezza dei materiali: basta un sopracciglio o il ponte di un naso per evocare un capolavoro del passato, a cui si aggiunge, grazie a Valdés, una nuova modernità. Il risultato è estremamente estetico e di gran rilevanza formale.

Nel 1984 l’artista ha ricevuto il Premio delle Belle Arti e un anno dopo la Medaglia della Pittura Spagnola. Nel 1999 ha rappresentato la Spagna alla Biennale di Venezia. La pittura non è più il suo unico mezzo; Valdés si dedica alla scultura, che oggi occupa un posto importante nella sua opera, come dimostra la mostra al Guggenheim di Bilbao del 2002. Il campo del monumentale nello spazio pubblico lo attrae in egual modo. Nel 2016, Place Vendôme a Parigi ha ospitato cinque figure monumentali di Valdés che celebrano la bellezza delle donne.

Sebbene Manolo Valdés prediliga il legno per le sue sculture, lavora anche in bronzo, ottone, alabastro e marmo. L’artista è oggi esposto in gallerie a livello internazionale, ma fa anche parte delle più importanti collezioni museali: il MoMA ed il MET di New York, il Centre Pompidou di Parigi, il Kunstmuseum di Berlino, il Museo Reina Sofia di Madrid. 

Opera Gallery situata al 62 di rue du Faubourg Saint-Honoré, nel Triangolo d’Oro di Parigi, Opera Gallery, galleria d’arte moderna e contemporanea fondata nel 1994 da Gilles Dyan, conta oggi una rete di quattordici gallerie d’arte in tutto il mondo: a Parigi, Londra, Monaco, Ginevra, New York, Miami, Aspen, Dubai, Beirut, Singapore, Hong Kong e Seoul. Diretta da Marion Petitdidier, la galleria parigina offre al pubblico e ai privati una selezione permanente di opere di artisti moderni, del dopoguerra e contemporanei – Pablo Picasso, Jean Dubuffet, Alexander Calder, Pierre Soulages, Manolo Valdés, Georg Baselitz, ecc. – nonché mostre monografiche, collettive e tematiche. 

Per info:

Opera Gallery 
 
https://www.operagallery.co
 
Ufficio stampa:
 
Alice Zucca

Gaëlle de Bernède 

Marina David 

 
 
Manolo Valdés, Constructivismo como Pretexto II, 2022 Bois polychromé, 110,5 x 97,8 x 50,8 cm.
 
Manolo Valdés in his New York studio, 2022
 
 

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