Milano si prepara ad accogliere Remo Salvadori con una grande mostra diffusa tra Palazzo Reale, Museo del Novecento e Chiesa di San Gottardo in Corte.
a cura di Elena Tettamanti e Antonella Soldaini
Palazzo Reale | Sala delle Cariatidi | dal 2 al 13 luglio 2025
Palazzo Reale | Piano Nobile | dal 16 luglio al 14 settembre 2025
Museo del Novecento | dal 2 luglio 2025 (installazione permanente)
Chiesa di San Gottardo in Corte | dal 18 luglio al 31 agosto 2025
Dal 2 luglio al 14 settembre 2025, Milano racconta l’opera di Remo Salvadori (Cerreto Guidi, 1947) con una mostra diffusa che coinvolge tre luoghi simbolici della città – Palazzo Reale, Museo del Novecento e la Chiesa di San Gottardo in Corte (parte del percorso di visita del Museo del Duomo di Milano) – offrendo al pubblico un’esperienza immersiva nella pratica artistica e nel pensiero di uno dei protagonisti della scena contemporanea italiana.
Promossa dal Comune di Milano – Cultura e prodotta da Palazzo Reale ed Eight Art Project in collaborazione con Museo del Novecento e la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e con il patrocinio del Ministero della Cultura, la mostra è curata da Elena Tettamanti e Antonella Soldaini.
L’esposizione allestita al primo piano di Palazzo Reale sarà a ingresso gratuito così come uno degli interventi al Museo del Novecento, mentre le opere nella Chiesa di San Gottardo in Corte saranno visitabili con biglietto del Museo del Duomo.
Un percorso in più capitoli
Il progetto prende avvio il 2 luglio con quattro opere site-specific nella Sala del Piccolo Lucernario e nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, oltre a due installazioni, di cui una permanente al Museo del Novecento. Questi interventi anticipano l’apertura della mostra antologica al Piano Nobile di Palazzo Reale, prevista per il 16 luglio, e si completano con due opere allestite presso la Chiesa di San Gottardo in Corte, situata all’interno del percorso del Museo del Duomo di Milano, visitabile dal 18 luglio.
Ciascuna sede coinvolta presenta opere realizzate dagli anni settanta a oggi, di cui alcune riattualizzate per svilupparsi in relazione agli spazi, come sempre nelle opere di Salvadori, che si nutrono per loro stessa natura del dialogo con i luoghi e il pubblico.
La mostra
La mostra “Remo Salvadori” riunisce un corpus di oltre cinquanta opere emblematiche a comporre la più vasta mostra personale dedicata a uno degli artisti maggiormente significativi della scena contemporanea italiana. Il percorso espositivo si distanzia dal concetto tradizionale di rassegna monografica e cronologica perché ideato dall’artista e dalle curatrici in modo che ogni elemento in gioco sia contaminato dall’opera, dalla presenza del visitatore e dallo spazio che lo accoglie. In questo modo la mostra acquista il suo significato più autentico “nel momento” del suo farsi: “Non cerco un approdo. Non cerco un’opera che mi rappresenti ma ‘sto’ con lei continuamente. Sono ‘nel momento’ e così tengo acceso ‘il fuoco’”. L’allestimento, concepito per focalizzarsi sul presente, mette in relazione opere con una forte importanza dal punto di vista storico e nuove installazioni site-specific, in un ritmo visivo che genera associazioni profonde e inattese. La mostra valorizza costantemente il dialogo tra l’opera e l’architettura che la accoglie, alternando momenti di densità espositiva a episodi di contemplazione, in cui l’energia del singolo lavoro viene amplificata.
La curatrice Elena Tettamanti commenta: “Il progetto della mostra è stato concepito ponendo l’attenzione sui nuclei tematici rappresentativi dell’opera di Remo Salvadori. Le opere con cui l’artista esprime il proprio universo – al di fuori di ogni riferimento contingente e temporale – consentono al visitatore di entrare in una relazione speciale con Salvadori. Un invito a diventare figura partecipativa dell’evento, ‘nel momento’ del suo farsi all’interno di uno spazio che è ‘estensione ideale del suo studio’”.
“Come se ci si trovasse ad attraversare una sequenza di ‘stanze’ che abitano il pensiero dell’artista”, osserva la curatrice Antonella Soldaini, “il visitatore, oltre che esperire una maggiore conoscenza della propria sensibilità, quando messa a contatto con le opere, avrà la possibilità in questa occasione espositiva, di essere coinvolto in un dialogo tra sé e l’altro, in una reciprocità da cui si sviluppa un modo di vedere l’esistente e da cui prendono vita nuovi modi di relazionarsi”.
Cosa vedere sino al 13 luglio
La Sala del Piccolo Lucernario di Palazzo Reale ospita sino al 13 luglio tre opere, formalmente molto diverse tra loro: L’osservatore si sposta osservandosi, 1982, Figura, 1997 (2025) e Continuo Infinito Presente, 1985 (2025). La prima, una struttura in ferro e oro simile a un cavalletto, rivela l’influenza di scienza e filosofia nella ricerca artistica di Remo Salvadori, che qui riflette sul ruolo dello sguardo. Figura è composta da una serie di elementi rettangolari in ferro a formare una sorta di pavimento, un invito a suscitare un senso di consapevolezza nel visitatore rispetto al suo stare nello spazio.
Allestito in modo che poggi sopra Figura, si trova Continuo infinito presente, 1985 (2025), un cerchio composto da una serie di cavi d’acciaio intrecciati tra loro. Il cerchio racchiude molti significati, nella storia dei simboli, che vanno dall’energia primordiale al divino, dal susseguirsi ciclico dei fenomeni naturali alla periodicità del tempo e al moto degli astri.
La Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale accoglie l’opera No’ si volta chi a stella è fisso, 2004 (2025) composta da otto parallelepipedi in metallo accostati in modo tale che il vuoto al loro centro ricordi la forma di una stella. Per l’occasione Salvadori è stato ispirato dall’imponenza architettonica e scultorea della Sala: “Il luogo guida l’orientazione. Ho sentito lo spazio come un abito, la sua natura storica mi ha portato a trovare nel suono del titolo dell’opera un vuoto che si fa stella, un vuoto che è sguardo silente vicino alle tracce delle rovine della Sala. Qui la stella si fa gioiello”.
La terza tappa del percorso che prelude all’apertura della mostra conduce al Museo del Novecento, dove il pubblico incontra due lavori di Remo Salvadori. Alveare, 1996 (2024) una fitta sequenza di sottili bacchette di rame sistemate una a fianco all’altra a diversa distanza, presentata per la prima volta nel 1996 e poi riproposta in diverse versioni. Al Museo trova posto lungo la grande parete posta al lato della rampa d’accesso, dove resterà in modo permanente, entrando a far parte della collezione del Museo. Salvadori interviene anche con Nel momento, 1974 (2025), un’installazione site-specific composta da dodici fogli di piombo apposta sul lucernario del Museo del Novecento, che funge da sorprendente punto di contatto con la Sala delle Cariatidi, rendendo possibile vedere l’opera, sia dalla sala facente parte degli spazi del Museo del Novecento sia da quella a essa sottostante, che invece è parte del Palazzo Reale. Nelle parole dell’artista: “Nel momento è ponte fra due luoghi; un desiderio e un invito ad alzare lo sguardo”.
Remo Salvadori, No’ si volta chi a Stella è fisso, 2004 (2025), Sala delle Cariatidi, Palazzo Reale. Foto © Agostino Osio.
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PCM Studio di Paola C. Manfredi