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LARTE DI STAR BENE CON LARTE                                                              

Alessandra Redaelli                                                       

– Loredana Barillaro

Loredana Barillaro/ Alessandra, raccontami la tua visione dell’arte, cos’è che scegli di osservare? Qual è l’arte che reputi sia fondamentale conoscere?

Alessandra Redaelli/ Io vengo dal giornalismo, ho lavorato intensamente per tantissimi anni per la rivista Arte (e ancora ci scrivo), quindi sono stata incoraggiata a coltivare una curiosità onnivora. Nasce da qui, probabilmente, quella sorta di “schizofrenia” che mi vede avvicinarmi, quando si tratta della curatela di mostre, per lo più a un’arte di stampo classico (pittura, scultura di un certo tipo, poco concettuale) mentre poi come giornalista e critico mi capita di prendermi delle cotte colossali per gli esiti più spinti dell’arte concettuale. Il mio primo libro, Keep Calm e impara a capire l’arte, nasce proprio da questo tipo di “cotte”. L’arte è fondamentale perché fa stare bene. Bisogna conoscere i grandi del passato, perché un’opera d’arte rappresenta un’epoca come e – talvolta – anche meglio di un grande romanzo. E poi è un piacere apprezzare l’arte del periodo in cui si vive, perché è un aiuto immenso a comprendere (e ad accettare) il nostro presente. Personalmente mi piace l’arte capace di raccontare il proprio tempo, e che sa farlo emozionando lo spettatore.

LB/ Parlami del tuo ultimo libro, sembra tutto molto accattivante, a partire dalla copertina…

AR/ Non ho meriti sulla scelta della copertina, ma mi piace molto e per la seconda volta la casa editrice ha scelto per me Andy Warhol. Probabilmente perché vede in me un’autrice pop… Al di là della battuta, io cerco davvero di raccontare l’arte con un linguaggio semplice, sciolto, a volte ironico, certamente leggero. Credo che il “critichese” abbia stancato e che al di là della necessità intrinseca all’arte contemporanea di una sorta di spiegazione per il profano, esista una necessità più profonda di un linguaggio piano e semplice, che sappia suggerire al pubblico quelle tre o quattro chiavi di lettura che possano avvicinarlo all’arte con gioia e senza ansie da prestazione. Con le dritte giuste anche autori feroci, disturbanti e ostici come – per fare un esempio – la coppia Edward e Nancy Reddin Kienholz, in mostra ora alla Fondazione Prada di Milano, possono essere digeriti e capiti da chiunque. Non necessariamente amati, ma capiti sì.

LB/ Dimmi qualcosa di te che nessuno ti ha mai chiesto…

AR/ Sono giornalista, critica, curatrice e mamma. E anche se adesso, con i figli non più piccolissimi, riesco a gestire il mio lavoro abbastanza bene (e quell’abbastanza ha un peso), ho alle spalle un lungo passato di “mamma acrobata” che mi ha dato la misura di come sia davvero difficile conciliare tutte le proprie passioni. Soprattutto per una donna. Però non rimpiango niente, mi sono divertita allora e mi diverto (moltissimo) ora.

Alessandra Redaelli è curatrice, critica dʼarte e giornalista.

Da sinistra: un ritratto di Alessandra Redaelli. Foto © Antonio Delluzio. La copertina del suo ultimo libro. Per entrambe courtesy Alessandra Redaelli.

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