Storie di cibo e di gente che mangia. In “Photo&Food. Il cibo nelle fotografie Magnum dagli anni Quaranta a oggi”

di Loredana Barillaro

Negli spazi di Eataly Art House – E.ART.H. a Verona, fino a domenica 17 settembre 2023 è in corso la mostra collettiva dedicata al cibo e alla sua rappresentazione nella fotografia degli ultimi ottant’anni: Photo&Food. Il cibo nelle fotografie Magnum dagli anni Quaranta a oggi, a cura di Walter Guadagnini in collaborazione con Costanza Vilizzi, realizzata insieme a Magnum Photos. Un mostra in cui si coglie il cibo nel suo ruolo di termometro sociale, difatti la sua presenza, o la sua assenza su di una tavola, ci parla, chiaramente, di benessere o povertà.

Ci sono, in fondo, poche determinanti cose che rendono gli esseri umani sostanzialmente uguali, una di queste è proprio il cibo, l’atto del mangiare è uguale per tutti. A fare la differenza, difatti, non è il gesto o l’esercizio del mangiare, ma è quello che abbiamo nel piatto e come esso venga preparato, presentato e consumato. Ed è muovendo da questo che possono emergere analisi e valutazioni, all’interno di una mostra che, come un utile strumento, ci può orientare verso la comprensione di fenomeni sociali, attraverso e a partire dal cibo. Un racconto per immagini che si snoda per singole sezioni tematiche, trattate a seconda dell’occhio di chi ha fotografato. E sappiamo ormai che la fotografia di cibo, in contaminazione con il life style, si connota come un vero e proprio genere capace quindi di narrare la società con immediatezza. Cinque sezioni, a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso, ognuna connotata anche da un diverso colore delle pareti, un modo forse per migliorare l’accessibilità della fruizione e rafforzare la memoria delle visione.

Si comincia così il percorso con la sezione “Dalla guerra al boom” immagini in bianco e nero di autori quali Martin Parr, Davide Seymour, Elliot Erwitt e altri ancora, i quali raccontano il cibo quale momento di passaggio temporale, oltre che geografico. Anni in cui il cibo, se per alcuni era ancora qualcosa di tanto prezioso quanto provvisorio e quindi a fatica raggiungibile, per altri stava diventando un fattore di rappresentanza sociale e di acquisito benessere economico.

A seguire ne “Il cibo delle star” possiamo osservare diversi divi di Hollywood e personalità della politica mondiale in posa o semplicemente seduti a tavole imbandite, immortalati in momenti forse decisivi per la storia di tutti, da lì in avanti. Immagini pronte ad imbastire un nuovo modo di guardare alla società e di farsi ammirare da essa.

Dalla terza sezione, intitolata “Dal produttore al consumatore” con foto di Eve Arnold, Paolo Pellegrini, Ferdinando Scianna e altri ancora, si evince la trasformazione come materia prima da elaborare e immettere in commercio, come prodotto finito che diviene a tratti anche un elemento identificativo, quasi a dire “siamo quel che mangiamo”, il cibo che diventa un simbolo identitario.

“Cibo estremo”, la quarta sezione, ci mostra come nello scorrere degli anni si sia avuta un’estremizzazione del consumo, in cui mangiare diventa quasi uno sport estremo e ci apre lo sguardo sugli eccessi di una società che chiede sempre di più e in cui il cibo diviene un elemento di consumo sfrenato, debordante, eccessivo. A fare la differenza è anche una rinnovata attenzione al packaging da cui è possibile trarre un’immediatezza di sensazioni e impressioni.

In chiusura del percorso troviamo una serie di scatti appartenenti alla sezione “La tavola sacra” con foto di Abbas, Olivia Arthur, Jonas Bendiksen, Leonard Freed etc., che mostrano il cibo nel suo significato sociale, simbolico, sacro, a seconda delle culture nelle diverse parti del mondo.

 

Vegetable and fruit vendors, Tuxtla Gutiérrez, Mexico, 2017. ©️ Alex Webb/Magnum Photos

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