TALENT TALENT

LA REALTÀ SI SVELA COPRENDOLA

Elena Modorati

– Sabino Maria Frassà

Se Fontana squarciava la tela alla ricerca dell’infinito, Elena Modorati copre strato dopo strato ciò che lei stessa ha scritto e disegnato per superare il finito e dare forma a una ritrovata memoria universale in grado di conservare traccia di tutta l’umanità. La ricerca artistica di Elena Modorati è da sempre tesa a cogliere e rappresentare l’essenza stessa dell’essere umano, facendo riemergere attraverso il gesto del ricoprire – principalmente con la cera – ciò che ci accomuna e ci rende “simili”: la consapevolezza di sé, dei propri limiti, ma anche del far parte di un qualcosa al di là della nostra soggettività. Del resto, se da un lato ognuno di noi è diverso e unico, è innegabile che condividiamo universali ataviche speranze, paure e sentimenti che non riescono a trovare certe risposte in quel sapere scientifico sempre in divenire che noi chiamiamo genericamente “progresso”. L’arte, come anche la religione, è in fondo il tentativo dell’essere umano di reagire a tale stato di perenne incertezza ontologica universalizzando la propria esperienza, negando, togliendo e/o superando gli stessi limiti fisici propri della nostra vita sulla Terra. In questo senso l’arte concettuale di Elena Modorati si carica di una forte e innegabile valenza spirituale: l’artista scardina la concezione crono-logica del tempo, intesa come successione di momenti, per dare forma a ciò che resta all’umanità del vissuto di ciascuno di noi. In tutte le opere di Elena Modorati è presente questa tensione tra il ruolo del singolo e il tutto, che l’artista intende e vede nella sedimentazione dei resti dell’umanità di ieri, oggi e domani. Questa tensione viene trasmessa allo spettatore che, nel vivere le sue opere, sperimenta un desiderio quasi infantile di scavare letteralmente nella materia artistica per (ri)appropriarsi e comprendere pienamente cosa ci “sia” celato all’interno. Ma le opere di Modorati sono per definizione la negazione di una qualsiasi forma di carotaggio della realtà, in quanto nascono per ricreare un’artificiale stratificazione e dei punti ciechi non accessibili, che l’artista richiede di accettare in quanto tali. In molte opere, come nel caso del ciclo Calendari – in mostra fino al 26 febbraio al Gaggenau DesignElementi di Milano – nemmeno l’artista si ricorda esattamente cosa abbia originariamente scritto o celato all’interno delle opere. La frustrazione – prima – e l’accettazione – poi – di tale mancanza di piena conoscenza è il senso stesso dell’opera e della ricerca umana e artistica di Elena Modorati: la vita è al contempo accettare l’impossibilità di conoscere e conservare ogni cosa, ma è anche imparare che l’insieme e il tutto sono fatti di singoli minimi elementi insostituibili. La gioia non risiede perciò nel possedere e conoscere il dono custodito nella materia, quanto nel viverla, nell’imparare a trasformare la vita da un’attesa dell’ineluttabile in una gioia del godere consapevolmente del singolo momento. Walter Benjamin, autore molto amato dall’artista, scriveva: “Il giorno di festa pervade ogni giorno feriale. Un grano di domenica è nascosto in ogni giorno della settimana, e quanto del giorno feriale vi è in questa domenica”.

DOMUS, 2016. Cera, marmo. Dal Ciclo CAPRICCI esposto nella mostra “Resti”, dal 10 dicembre 2020 al 26 febbraio 2021 da Gaggenau DesignElementi di Milano. Foto © Francesca Piovesan. Courtesy Cramum e Gaggenau DesignElementi.

©2021 BOX ART & CO.

NEWS

Archivio

SMALL ZINE da sempre si  connota per una linea editoriale sobria, rigorosa e per una costante attenzione alla qualità dei contenuti. Semplice, chiaro, immediato e di efficace fruizione. Un progetto che pone attenzione alla scena artistica contemporanea del panorama nazionale e internazionale, per andare alla ricerca di artisti interessanti, ma spesso privi di una concreta visibilità, e fornire loro opportunità di crescita professionale.

SMALL ZINE – Magazine online di arte contemporanea © 2024 – Tutti i diritti riservati.