Giovanni Longo – Loredana Barillaro
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Giovanni Longo sembra un narratore di storie, raccontate e vissute attraverso “stazioni di pensiero”. Egli costruisce arazzi su effimeri brandelli di carta, personaggi come residuati di civiltà, restituendo linfa vitale a materiali sfruttati, consunti dal mare e dal tempo. Li ribattezza, assemblandoli, tuttavia, in esseri indeboliti, scheletri di modernità.
Messaggi su post-it che comunicano la precarietà fra la durata di un sentimento e la fragilità del mezzo usato, ognuno è evento e intervento, in un’estensione spazio-temporale in cui l’essere umano si muove lasciando testimonianza di sé in un contesto dal significato antropologico. Un movimento pacato nella ribellione di uno stato d’animo, l’ambiente sociale, il proprio io – un sé disgiunto – o tutto un mondo. Il formarsi di legami, cortocircuiti sociali, smembrati e racchiusi nell’archivio della memoria.
p.3 SMALL ZINE n. 1, Gennaio_Febbraio_Marzo 2012