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LA BELLEZZA ALL’IMPROVVISO

Alice Ronchi                                                                                                                             – Gregorio Raspa

Nata nella Brianza contadina, artisticamente cresciuta nella Milano industriale, Alice Ronchi è una giovane artista – classe 1989 – che nel suo lavoro trascrive i caratteri peculiari dei contesti sociali e urbani in cui vive compendiandoli in una ricerca che guarda alla bellezza del mondo e indugia sulla sua spontaneità evocandone la naturalezza.   
Esemplare di un simile approccio creativo – di matrice quasi fiabesca – appare, ad esempio, uno dei suoi lavori più recenti, l’installazione Colazione sull’erba composta da fragili sculture in cartone, metallo e legno, collocate nello spazio secondo una disposizione che sottende la ricerca di una corrispondenza visuale capace, nell’insieme, di contribuire alla composizione di un paesaggio appena accennato. Talvolta sospesi a mezz’aria, talaltra fermamente ancorati al suolo o alla parete, gli elementi di Colazione sull’erba sembrano evocare il fascino delle prime sculture di Pascali. Essi, infatti, proprio come i mari, i dinosauri e le altre belve del genio di Polignano, appaiono come sculture che non fingono di essere qualcosa, ma semplicemente si manifestano per ciò che sono, oggetti-immagine che ostentano – con orgoglio mal celato – la loro natura artificiale. Non a caso, proprio come Pascali, anche la Ronchi in molti suoi lavori sembra evocare un tempo anteriore, vagamente ancestrale, nel quale è ancora possibile vivere in autentico accordo con il mondo circostante.
Un richiamo al paesaggio che ritorna anche in altre opere in cui, assecondando la direttrice segnata da uno schema logico con struttura circolare, l’universo degli artefatti e quello della natura sembrano rincorrersi vicendevolmente. 
Nella serie Kilimanjaro (sassi ansiosi di crescere), ad esempio, delle pietre poggiano su piedi metallici assumendo una posa che dona loro slancio e una curiosa attitudine alla vanità, suggerendo un ironico desiderio di diventare grande e acquisire visibilità agli occhi del mondo. 
Un carattere vanitoso che, spesso, è possibile rintracciare – anche – in molti degli elementi che arredano lo spazio antropico quotidiano e che la Ronchi immortala nel ciclo fotografico Flora (strutture urbane vanitose) in cui, curiosamente, un tubo metallico sembra atteggiarsi a fiore e una torre industriale mostrare un insospettabile esibizionismo. 
Del resto, la ricerca della bellezza nei piccoli dettagli è una costante che ritorna in tutta la produzione della Ronchi e che si pone al centro di molti lavori come – per citarne uno – nel video Camera con vista. Ma ciò che colpisce di questa giovane artista è la sua capacità di elaborare opere dotate di una memorabile semplicità compositiva valorizzata, di volta in volta, da uno spiccato senso lirico e da una ben calibrata dose d’ironia. 
Ciò è particolarmente apprezzabile, ad esempio, nel video Arabesco in cui un’anziana signora, ritratta in un prolungato primo piano, imita con tenerezza le deliranti mimiche facciali scolpite da Messerschmidt o, ancora, in Buongiorno Principessa, altra opera video in cui un addetto alle pulizie, sulle note del notturno di Chopin, sembra danzare insieme al suo lavasciuga nell’atto poetico – perché inutile e inatteso? – di disegnare sul pavimento delle pozzanghere d’acqua. Piccole azioni, lievi dettagli, per suggerire una bellezza che, all’improvviso, seduce.     
 
 

COLAZIONE SULL’ERBA (veduta dell’installazione), 2014. Ottone, acciaio inossidabile, legno e cartone, dimensioni variabili. Courtesy Francesca Minini.

(a pagina 3 del n. 11 di SMALL ZINE Luglio – Agosto 2014)

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