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TRA FAVOLA E REALTÀ
Alice Colombo                                                                                                – Martina Adamuccio


Una favola nata anni fa, quella di Alice Colombo, in cui la semplicità d’animo e la magia del gesto non lasciano spazio ad un mondo spesso malsano.
Le sue opere nascono da una stratificazione del collage, unito, poi, alla pittura e al disegno. L’artista impiega la carta utilizzata per foderare i mobili antichi, in cui ricorre il tema del giglio.

Il giglio è stato protagonista di numerose credenze di ispirazione religiosa, non a caso è il fiore scelto dal cristianesimo per simboleggiare la purezza della Madonna. La leggenda narra, infatti, che Maria abbia scelto il suo sposo proprio perché lo aveva notato tra la gente con un giglio tra le mani, e questo spiegherebbe perché nella storia dell’arte Giuseppe molto spesso sia raffigurato con un bastone da cui sbocciano dei gigli bianchi. Il significato di purezza e castità che il giglio si porta dietro, però, è superato da quello di dignità e nobiltà d’atteggiamento e animo; in amore, infatti, è il fiore ideale da donare alle donne fiere, oneste e di grande classe, per dire loro: “sei una regina”, ed è questo lo spirito con cui Alice Colombo pare farne uso. Sulla carta gigliata Alice inizia il lavoro di collage, che dà nuova vita a pagine di riviste e libri antichi che una storia hanno avuto ma che ora non hanno più, per trasformarli in alberi e foreste.  I paesaggi sono un riflesso del nostro vivere quotidiano, e  le storie che l’artista racconta si popolano di figure di bambine.

La bambina è silenziosa viaggiatrice di un mondo fuori da ogni realtà. Libera da pregiudizi osserva attentamente ogni cosa e attraverso linee sottili entra in rapporto con la natura e ciò che la circonda.
Una ricerca di equilibrio, quella di Alice, che porta ad una sua armonia estetica e spirituale. La figura umana, seppur piccola, rappresenta il punto di contatto con chi osserva il quadro, ma in particolar modo, tra noi e la natura, e a ricordarlo è il filo, un motivo ricorrente nelle sue opere. Un filo che permette di salire su un albero o che permette di tenere legati oggetti o storie invisibili, ma soprattutto, un filo che permette di tener legato l’uomo alla terra, simbolo delle nostre origini. L’eleganza del gesto e della manualità fanno dei suoi lavori favole dal dolce lieto fine. In fondo, è il nome stesso dell’artista che ci ricorda la bellissima favola di Alice nel paese delle meraviglie. Un paese in un luogo che luogo non è.

Dall’alto: ADDOMESTICARE, 2012. Tecnica mista e collage su tela, 40×50 cm. IL NIDO, 2011. Tecnica mista e collage su tela, 40×50 cm e 18×24 cm. Per entrambe courtesy dell’artista.

                                                                                                  © 2012/2013 BOX ART & CO.

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