Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini

Un nuovo ciclo di proiezioni a cura dell’artista Marlene Dumas per guidare il pubblico alla scoperta del proprio universo immaginifico, a partire da alcune delle sue principali fonti di ispirazione.

NEI GIORNI 3, 10, 17 e 24 novembre 2022

TEATRINO DI PALAZZO GRASSI, Venezia 

Palazzo Grassi – Punta della Dogana presenta un nuovo ciclo di proiezioni dal titolo “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini”, ogni giovedì del mese di novembre al Teatrino di Palazzo Grassi, a cura della stessa Marlene Dumas (1952, Città del Capo, Sudafrica), protagonista della mostra “open-end”, a Palazzo Grassi sino all’8 gennaio 2023.
La rassegna “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas fra parole e immagini”
 è stata pensata appositamente per il pubblico veneziano, con l’intento di condurlo nell’esplorazione dei temi che sottendono alle creazioni dell’artista, come l’amore e la morte, l’erotismo e la tragedia, le questioni razziali e di genere, l’innocenza e l’umorismo, e che si riverberano negli oltre 100 lavori, tra dipinti e disegni, presentati in mostra.

Un aspetto cruciale del lavoro di Dumas è il recupero delle immagini dalle quali trae ispirazione. Provenienti da giornali, riviste o film, che siano fotogrammi cinematografici o polaroid scattate personalmente, l’universo dell’artista è composto da «figure che ritornano perché erano già venute», come spiega la critica e storica dell’arte Elisabeth Lebovici nel suo contributo, incluso nel catalogo della mostra. Del suo lavoro, Marlene Dumas dichiara: «Sono un’artista che utilizza immagini di seconda mano ed esperienze di primo ordine».
La sfera intima si combina con istanze sociopolitiche, con fatti di cronaca o con la storia dell’arte: la produzione dell’artista è basata sulla consapevolezza che il flusso continuo di immagini da cui siamo investiti quotidianamente interferisce sulla percezione di noi stessi e sulla nostra modalità di leggere il mondo.

Si inizia giovedì 3 novembre con tre titoli storici provenienti dal cinema tra le due guerre, illustri rappresentanti dell’avanguardia surrealista: “Un Chien Andalou” (1929, 16′, distribuito in Italia da Minerva Pictures) di Luis Buñuel, il cui fotogramma più celebre, che raffigura il taglio della pupilla, sembra essere alla base del primissimo piano cinematografico utilizzato nel dipinto del 2018 “Eye” di Marlene Dumas; “Essai cinématographique: Poison” (1933-35, 3’30”) di Man Ray; e l’horror muto “Nosferatu” (1922, 95′) di Friedrich Wilhelm Murnau.

Giovedì 10 novembre il programma fa un balzo al principio degli anni Cinquanta con “Un chant d’amour” (1950, 26′) di Jean Genet, regista che ha profondamente affascinato Marlene Dumas per la sua vita passata dentro e fuori dal carcere e che le ricordava Pier Paolo Pasolini per il sostegno alle minoranze. L’autore è incluso nella galleria di disegni del 2014 intitolata “Great Man” e nella serie di ritratti a olio dedicata al progetto del carcere di Reading nel 2016. Al primo amore e all’ultimo amore di Genet sono dedicate le opere “Abdallah Bentaga (Jean Genet’s first long time lover)” e “Mohamed El-Katrani (Jean Genet’s last companion and lover)”
Prosegue il programma della serata tornando agli anni tra le due guerre con “Extase” (1933, 87′) di Gustav Machatý.

Per il terzo appuntamento del ciclo, giovedì 17 novembre, gli schermi del Teatrino ospitano: “Une partie de campagne” (1936, 40′) di Jean Renoir, con la celebre scena del bacio che Marlene Dumas ritrae in “Kissed” del 2018, e “The Virgin Spring” (1960, 89′) di Ingmar Bergman, tra le fonti di ispirazione per la serie “Betrayal” del 1994 in cui compare la raffigurazione di una rana che ricorda l’inquietante presenza della narrazione bergmaniana.

Chiude la serie di proiezioni, giovedì 24 novembre: “The Apple-Knockers and the Coke” (1948, 8′) di un autore anonimo, “MARILYN TIMES FIVE” (1968-1973, 13’50”) di Bruce Conner e “Mamma Roma” (1962, 105′) di Pier Paolo Pasolini.
Nel 2012 Dumas scrisse delle ragioni per le quali è attratta da Pasolini e dal suo lavoro: «il suo sensuale uso della luce e del buio, l’“irrealismo” narrativo dei suoi film. Il modo in cui i suoi personaggi appaiono e scompaiono. Il fatto che non si fidi di se stesso».
A quest’ultimo è dedicato infatti un posto speciale nel cuore dell’artista, che lo porta in mostra con un ritratto a olio (“Pasolini” 2012), due dipinti che omaggiano l’urlo spezzato dell’iconica Anna Magnani, protagonista della pellicola pasoliniana, (“Mamma Roma” 2012 e “Omega’s eyes” 2018) e un ritratto della mamma dell’autore (“Pasolini’s mother” 2012), quest’ultimo ispirato alla “Pietà Rondanini”, perché – secondo le parole dell’artista – Susanna Colussi Pasolini, come la vergine Maria, sopravvisse al figlio trucidato.
 
Il programma si inserisce nell’ambito degli appuntamenti sviluppati dall’Istituzione per approfondire le mostre presentate presso le proprie sedi espositive, incrociando i linguaggi della contemporaneità per offrire nuovi punti di vista e spunti di riflessione. “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini” – esattamente come il ciclo “Intorno a Nauman”, dedicato a Bruce Nauman e alla mostra “Contrapposto Studies”, in corso a Punta della Dogana sino al 27 novembre 2022 – dimostra anche l’attenzione fondamentale rivolta all’immagine in movimento da parte dell’Istituzione, chiamando curatori e artisti a proporre la propria visione e portando così sugli schermi del Teatrino titoli iconici della storia del cinema, corto e lungometraggi appartenenti agli albori della filmologia, così come opere poco note e di ricerca.

PROGRAMMA “Una specie di tenerezza. Marlene Dumas tra parole e immagini”

Giovedì 3 novembre

“Un Chien Andalou” (1929, 16′) di Luis Buñuel

“Essai cinématographique: Poison” (1933-35, 3’30”) di Man Ray

“Nosferatu” (1922, 95′) di Friedrich Wilhelm Murnau.

Giovedì 10 novembre

“Un Chant d’Amour” (1950, 26′) di Jean Genet – Alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità del pubblico.

“Extase” (1933, 87′) di Gustav Machatý

Giovedì 17 novembre

“Une partie de campagne” (1936, 40′) di Jean Renoir

“The Virgin Spring” (1960, 89′) di Ingmar Bergman.

Giovedì 24 novembre

“The Apple-Knockers and the Coke” (1948, 8′), autore anonimo – Alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità del pubblico.

“MARILYN TIMES FIVE” (1968-1973, 13’50) di Bruce Conner – Alcune immagini potrebbero urtare la sensibilità del pubblico.

“Mamma Roma” (1962, 105′) di Pier Paolo Pasolini

Marlene Dumas è nata in Sudafrica nel 1953. Si laurea nel 1975 in Belle Arti presso la University of Cape Town. Dal 1976 al 1978 studia presso Ateliers ’63 ad Haarlem, Paesi Bassi. È conosciuta per il suo interesse per la relazione esistente tra immagine e testo. I suoi dipinti e disegni, spesso dedicati alla rappresentazione della figura umana, sono solitamente tratti dal grande archivio di immagini raccolte dall’artista. Il lavoro di Marlene Dumas è stato esposto in occasione di mostre monografiche presso grandi istituzioni internazionali: “The Image as Burden”, Tate Modern, Londra, 2015; “Measuring Your Own Grave”, Museum of Modern Art, New York, 2008-2009; “Nom de Personne”, Centre Pompidou, Parigi, 2001. In Italia e a Venezia le sue opere sono state esposte in occasione di diverse mostre collettive, tra cui: “The Particularity of Being Human: Marlene Dumas – Francis Bacon”, Castello di Rivoli, Rivoli, 1995; “Marlene Dumas, Maria Roosen, Marijke van Warmerdam”, La Biennale di Venezia. 46. Esposizione Internazionale d’Arte, Padiglione Olandese, Venezia, 1995; “Marlene Dumas: Suspect”, Fondazione Bevilacqua la Masa/Palazzetto Tito, Venezia, 2003; “Sorte”, Fondazione Stelline, Milano, 2012; “All the World’s Futures”, La Biennale di Venezia. 56. Esposizione Internazionale d’Arte, Venezia, 2015.

 

Per info:

www.palazzograssi.it.



Ufficio stampa:

PCM Studio di Paola C. Manfredi, Milano 

www.paolamanfredi.com

Federica Farci | federica@paolamanfredi.com | +39 342 05 15 787

 

Marlene Dumas, (from left to right) Alien, 2017, Pinault Collection, Spring, 2017, Private collection. Courtesy David Zwirner, Amazon, 2016, Private collection, Switzerland. Installation view, Marlene Dumas. open-end at Palazzo Grassi, 2022. Foto Marco Cappelletti con Filippo Rossi © Palazzo Grassi © Marlene Dumas


 
 

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