33 Anni a Gennaio | Marco Pio Mucci

testo di Sonia D’Alto

Cripta747, Torino

Sin dal titolo della sua mostra personale a Cripta747, Marco Pio Mucci (Benevento, 1990)  ci proietta verso un avvenire (umano) e verso una data anagrafica. Il titolo suona come una sorta di imperativo al futuro e un autoritratto immaginario mutuato da un film del 1996 del regista napoletano Antonio Capuano. Un film ​​dai diversi piani narrativi, e dalla sceneggiatura ambigua e contraddittoria. Potremmo essere sulla scena di un crimine, di un’ingiustizia che viene mostrata da angolazioni diverse, da diverse prospettive, ma sempre con una suspense decisa, un’amara e speranzosa attesa. Trasposizioni della vita e della psiche dei protagonisti, dei loro drammi sociali e morali, della malavita e di un’ipocrita candida fede cattolica si mescolano in maniera inaspettata, all’apparenza sbagliata. L’organizzazione delle sequenze narrative cede agli angoli dentati, alle superfici crude dell’immaginazione che spesso coincidono con la realtà, nutrite ed esasperate da essa. 

Una costruzione simile, di convivenze e di coesistenze, di molteplici piani temporali e spaziali, in bilico tra finzione e mimesi, caratterizza i disegni in mostra. Per lo più a biro su carta cotone velin d’arches, e una serie a grafite, tutti nello stesso formato rettangolare e montati su legno, i disegni organizzano paesaggi verosimili e inverosimili attraverso dettagli e dedizione figurativa. La quotidianità che circonda l’artista, sia nella sua dimensione fisica che immaginaria, si fonde alla quotidianità della tecnica che l’artista decide di introdurre nel suo ambiente – tecnica con cui posizionarsi e trovarsi nel mondo.
Anche qui, come nel rione documentato dal film di Capuano, c’è una partita da compiere, un errore ottico da modificare, sul foglio. La vita quotidiana può così essere alterata con le proprie mani, con potenzialità immediate, lasciando coesistere mondi inavvicinabili: un vascello pirata e una strada urbana di un’ex città industriale. O le macerie di un disastro ambientale con le vetrine di uno spazio d’arte. Anche in queste immagini figurative c’è un dilemma insolubile, un mistero nella configurazione degli oggetti, in ciò che sono. Un’ontologia mutata in hauntologia, ricoperta da uno strato irriconoscibile e straniante, una patina spettrale e quasi organica. 

L’artista disegna l’ambiente urbano che circonda il nuovo Spazio di Cripta747, in via Catania 15 nel quartiere di Borgo Rossini, le sue trasformazioni e la sua pelle attuale. Un’assenza operativa attraversa le infrastrutture, gli oggetti e gli elementi naturali ritratti. I disegni propongono una sorta di ritrattistica che non risparmia nessun aspetto del quartiere: dal fiume Dora all’architettura, dalle auto Fiat parcheggiate accanto al marciapiede alle vetrine di Cripta747.
Questo scenario, misto a oggetti della quotidianità e della soggettività di Mucci, mostra come uno spazio sia il risultato dei processi sociali, politici, economici, culturali e ambientali ai quali l’umanità partecipa. Le opere si presentano come rilievi architettonici e urbani, costruiti su processi di geometria descrittiva di porzioni di strutture e infrastrutture.
Lo stesso processo tecnico riguarda anche le incisioni a punta secca, tecnica utilizzata per la prima volta dall’artista, da cui si ripete la stessa iconografia con la variante delle tinte utilizzate. In queste opere troviamo la combinazione di oggetti diversi, come il biliardo o il veliero, feticci personali dell’immaginario dell’artista che irrompono come intrusi a sconvolgere il pubblico, mostrando delle sezioni di contesa con e nell’ordine socio-naturale egemonico.
Tra i ritratti compare l’immagine di un arbusto. È un nespolo. E si presenta come l’epifania personale e biografica di una porzione del giardino di Mucci, presente anche nei pressi di Cripta747. L’artista si compiace dell’inspiegabile sorpresa. Di una natura preesistente e inconoscibile, con la quale tuttavia intrecciare legami e comunicazioni oltre una temporalità meccanica e umana. Ogni foglia, i suoi dettagli, le parti legnose sono elementi di un linguaggio e di una grammatica d’incanto, con cui condividere intimità.

Dalla calma ritrattistica della pratica del disegno di Mucci emerge una costellazione impietosa di conflitti umani con il proprio “paesaggio” e  metabolismo urbano: cadaveri dell’industrializzazione, acque inquinate, wasting urbano, tracciati di tossicità.
L’ecologia politica a Torino, come in molte altre città industriali, potrebbe essere ecologia operaia basata su una duplice ingiustizia: una ecologica e una sociale. Un duplice colonialismo: della terra locale e dei corpi provenienti dal Sud. Un flusso di sostanze e un flusso di corpi. Un conflitto tra produzione e riproduzione, ambiente e vita.
La posta in gioco è a venire, come nel balzo linguistico del titolo che mima il gergo di un ragazzino delle classi popolari di un quartiere difficile, in una delle periferie europee. Tutto questo si misura con immagini provenienti da altri contesti. Come accade nella poetica e nella pratica di Mucci: una mutevole aderenza alle maglie della quotidianità in cui si lascia impigliare con devozione. 
Sonia D’Alto


Marco Pio Mucci nato a Benevento 1990. Vive e lavora tra Milano e Napoli. 2021 “La Natura Morta degli scheletri vivi”, Drawing week curata da Collezione Ramo con Filippo De Pisis, Castiglioni Fine Art, Milano.
“Nei Giorni di luce perfetta” con il supporto di Collezione Agovino aquapetra. 2020 Piero Golia, Marco Pio Mucci, Matteo Pomati, “Il Sindaco del Rione Sanità” curata da Francesco Tenaglia. “The Wasserman Kids”, Et Al Etc, San Francisco, organizzata da Attilia Fattori Franchini e Sgomento.
2019 “Risorgeremo”, Castiglioni Fine Art, Milano.
“Un maire en BD. Il Sindaco del Rione Sanità: Marco Pio Mucci, Matteo Pomati”, IIC – Italia Cultural Institute, Parigi.
“Le Monde ou Rien”, Sgomento a Via Mezzocannone, Napoli. “Maschile Romantico”, Armada, Milano. 2017
“Asfalto Brillante / Romantico Cosmico / Strada Spettacolo”, Fondazione Zimei, Pescara.
“Mirrors”, curata da Alessandro Buganza and Margherita Castiglioni, Milano.
“Blade Banner”, Sprint, Milano.
2016 “Where Wild Flowers Grow”, Armada, Milano. 2012 “Fuoriclasse”, Galleria d’Arte Moderna, Milano. 

PROGETTI CURATORIALI: Sgomento Zurigo e SGOMENTO Comics. Armada Milano, 2013 – 2018.

Cripta747 è un’organizzazione non-profit per l’arte nata a Torino nel 2008, un luogo di ricerca, scambio e produzione, dove le pratiche artistiche si confrontano con il dibattito in corso. Attraverso un programma di mostre, workshop, screening ed eventi, Cripta747 indaga nuovi linguaggi e forme della contemporaneità per restituire al pubblico una visione autentica e inedita. 

33 Anni a Gennaio è un progetto di Cripta747, realizzato con il contributo di Fondazione CRT.

Per info:

Cripta747, Torino 

info@cripta747.it  | www.cripta747.it

 

Marco Pio Mucci, 33 Anni a Gennaio (detail), 2022. Ballpoint pen on velin d’arches paper, 77 x 58 cm. Photo: Sebastiano Pellion di Persano. Cripta747, Turin, 2022.

 

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