Fortunato Depero. Sete di Futurismo Fame d’America | La mostra di EARTH Foundation dedicata al Maestro del Futurismo

di Loredana Barillaro

Chiara Ventura, Vice Presidente di EARTH Foundation, all’interno del catalogo della mostra “Fortunato Depero. Sete di Futurismo Fame d’America” – curata da Federico Zanoner e Luca Bochicchio, e realizzata in collaborazione con il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e con l’Università di Verona, in corso fino al 1° marzo nella sede di EARTH Foundation di Verona – scrive “Con Fortunato Depero, EARTH Foundation promuove un nuovo incontro tra cibo e arte, connubio imprescindibile per comprendere i mutamenti della contemporaneità e guardare insieme al futuro”.

E guardare al futuro significa proprio questo, allontanarsi da una visione pregiudizievole che vorrebbe, ancora, l’arte e il cibo su piani distanti. Ogni mostra della Fondazione si connota pertanto per questa approccio, assieme all’attenzione costante per il territorio, a tal proposito non si può non citare “Borgo Roma. Paesaggio in transizione”, il progetto dell’artista Lorenzo Vitturi a cura di Giangavino Pazzola con Giulia Adami in mostra nello stesso periodo e fino al 1° gennaio, focalizzato sull’omonimo quartiere della città di Verona e che si profila come una mostra documentaria sui mutamenti culturali e sociali mediante la trasformazione urbana.

Ed eccoci dunque a Fortunato Depero, precursore di un certo approccio multidisciplinare che lo ha visto impegnato su più fronti, passando dalla pittura alla decorazione, e anticipando i linguaggi della comunicazione, del design – tutti conoscono l’iconica bottiglietta del Campari Soda – e della pubblicità, mediante cui soprattutto le aziende alimentari uscivano finalmente da un mero ambito commerciale per divenire veicolo di divulgazione e promozione dell’arte attraverso i manifesti reclamizzanti i loro prodotti. O ancora ripensando gli spazi, esempi possono esserne la decorazione del bar dell’Hotel Bristol di Merano attraverso la realizzazione apposita di dipinti su tela, la cui ultimazione era stata preceduta da una mostra di arazzi dello stesso Depero nel salone dell’Hotel (1924), oppure la saletta del Ristorante Paglieri di New York che accoglieva le sue tele. Una tendenza, questa, che metteva in pratica quella necessaria relazione fra uomo e ambiente teorizzata nel “Manifesto futurista dell’Universo” redatto assieme a Giacomo Balla nel 1915, ma non ancora del tutto compresa nel tempo presente.

Ma chi era dunque Fortunato Depero? Che cosa ha fatto e in che modo ha rivoluzionato il concetto di arte aprendo le porte al futuro e ponendo le basi per una mescolanza di ambiti in cui egli ha operato con assoluta dimestichezza? Egli seppe tradurre la sua vita in un’operazione artistica totale, così come è stato capace di tradurre l’elemento umano, esso stesso destinatario di quei messaggi, con estrema semplificazione, “geometrizzandolo” fino a renderlo un elemento dalle fattezze industriali, perfettamente in linea con una certa componente futuristica.

Un artista lungimirante dunque, poiché coraggioso nell’indirizzare la propria ricerca verso un “luogo” sino ad allora poco esplorato e con un limitato campo di azione. Irriverente nel suo essere libero, libero nel suo migrare da una disciplina all’altra, nell’accostare i suoi “codici” a tutto quanto richiedesse il suo intervento. L’arte di Depero capiamo bene essere un tutt’uno con lo stile di vita che si andava formando, in un tempo magnificamente precursore della contemporaneità che tanto gli deve. Un’azione straordinaria e totalizzante che gli ha consentito di ripensare la pratica artistica e il suo agire nella società del tempo.

La mostra veronese ci permette pertanto di compiere un viaggio a 360° nel suo lavoro; ci dimostra quanto fosse ampio il ventaglio di azione in cui si muoveva, e in cui la voglia di modernità si mostrava soprattutto nell’intensa capacità di vivere il proprio tempo aprendosi al futuro. Depero è entrato così, in maniera decisa, nella vita anche di inconsapevoli consumatori, a dimostrazione che l’arte è li, ad ogni nostro passo.

Per tutte: Installation view: “Fortunato Depero. Fame di Futurismo, sete d’America”, a cura di Luca Bochicchio e Federico Zanoner, EARTH Foundation 2024 – Foto: Nicolò Lucchi.

 

© 2024 Loredana Barillaro e SMALL ZINE

 

 

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