di Loredana Barillaro |
La strana vita delle cose, il titolo della mostra di Tatiana Trouvé a Palazzo Grassi – in corso fino al 4 gennaio 2026 a cura di Caroline Bourgeois e James Lingwood – ci suggerisce che gli oggetti, che noi da sempre crediamo inanimati, abbiano in realtà una loro vita segreta, e che se da un lato mostrano semplicemente la materia di cui sono fatti, dall’altra sono capaci di narrarci storie, di narrarci la loro vita, così come afferma l’artista.
“Le cose che abbiamo intorno hanno una loro vita, una vita al di fuori di noi stessi perché si collegano a tanto altro, ad esempio una scopa è stata ancor prima un tronco di legno il quale è stato poi tagliato e trasportato altrove. Sarà lasciata lì, e probabilmente si ammuffirà per effetto degli organismi che andranno a vivere su di lei. Le cose quindi vivono benissimo anche al di fuori della nostra volontà; quando però io prendo degli oggetti che riproduco in materiali diversi, essi vengono a supporto di altri oggetti ancora, per altre sculture, per raccontare una storia completamente diversa”.
Ma questi oggetti oltre a parlarci della loro intrinseca natura non possono non dirci di chi, quelle cose, le ha vissute e consumate perché ancor prima le ha indossate, toccate, amate. Punto di partenza del percorso espositivo che ci apprestiamo a fruire nelle sale di Palazzo Grassi è la natura stessa di questo prezioso edificio, l’elemento primo che ha ispirato Tatiana Trouvé.
“Questa mostra ha preso avvio dal palazzo stesso, dalla sua storia e dalla città di Venezia, input, forse, di tutto il percorso.
Sono partita dall’idea dell’acqua, dall’idea di ciò che disegna, di ciò che trasporta, dei suoi flussi. L’opera che apre la mostra, questo tappeto di asfalto composto dai tanti tombini che provengono ciascuno da ogni parte del mondo, racconta di tutte le acque che confluiscono idealmente a Venezia. Allo stesso modo anche le popolazioni, come corpi d’acqua, confluiscono qui. Appena però si sposta lo sguardo le cose si percepiscono in modo diverso, e quest’opera, quando la si osserva dagli altri piani diventa un cielo stellato, uno spazio satellitare”.
Le opere esposte a Palazzo Grassi ci raccontano dunque un andare e un restare, invitano a fermarsi a riflettere su quello che è il fluire veloce del tempo. E’ esso che tiene traccia della nostra azione nel mondo.
Ed è così che Hors-sol diviene un piano su cui procedere, un piano fatto di “tracce metalliche” pronto – appena ci si sposti ai piani superiori – a diventare una mirabile costellazione. In entrambi i casi è lì a guidarci e ad indicarci la via, per terra o per mare. Il cammino, il passaggio, la trasformazione, la “congelazione” delle forme per mano dell’artista sono sottesi alla mostra, così come lo scorrere del tempo che se non trasforma le cose, ne sottolinea il cambiamento, evidenzia il transitare di chi percorre le sale espositive, sotto lo sguardo attento di pacati “guardiani”.
Un insieme di oggetti, a noi familiari, e per questo riconoscibili nell’immediatezza, ci aiuta a decodificare le modificazioni di forma, testimonianze di epoche e luoghi. Sculture che hanno una connotazione specifica perché richiamano qualcuno o qualcosa, di ben definito, di esistito, di vissuto o appreso. Qualcosa che può trasformarsi nelle storie di ognuno, negli oggetti di ognuno, nei ricordi di chiunque, alla cui memoria giunge sotto forma di immagini, concrete o evocate.
La parola trasposizione può essere uno dei codici che ci accompagnano per decifrare i “simboli” di cui la mostra è carica. Così come la narrazione del vissuto mediante la rielaborazione delle esperienze e del ricordo che ne rimane, quasi che ogni momento della vita dell’artista, del suo lavorare e di quanto le accade intorno e nel mondo fosse un atto performativo che ella registra e ferma mediante la sua traduzione in oggetto altro, allorché è l’opera che ne condensa e rinsalda il valore.
Dall’alto: Tatiana Trouvé, Hors-sol, 2025, Collection of the artist © Tatiana Trouvé, by SIAE 2025. Installation view, “Tatiana Trouvé. The strange Life of Things”, 2025, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti and Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio © Palazzo Grassi, Pinault Collection. The Guardian, 2020. Patinated bronze, onyx, marble, paint and steel, H 87,5 x 75 x 52 cm, Pinault Collection. Courtesy the artist and Gagosian. Photo credit: Florian Kleinefenn. © Tatiana Trouvé, by SIAE 2024. Tatiana Trouvé, Nelson, 2021, Private Collection; © Tatiana Trouvé, by SIAE 2025. Installation view, “Tatiana Trouvé. The strange Life of Things”, 2025, Palazzo Grassi, Venezia. Ph. Marco Cappelletti and Giuseppe Miotto / Marco Cappelletti Studio © Palazzo Grassi, Pinault Collection.
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